PGT, Basiglio va ancora al referendum
per salvare il suo verde
Ambientalisti all’eccesso? Forse. Comunque sia, caso unico in tutta Italia, i cittadini di Basiglio Mi3, a distanza di quasi 20 anni torneranno alle urne per esprimersi in merito al PGT (Piano di governo del territorio), strumento urbanistico che sostituisce il PRG (Piano regolatore generale).
Infatti, protratto ad arte dall’amministrazione comunale, a distanza di oltre 6 mesi dalla richiesta presentata al Comune, si è concluso lo scorso 28 giugno l’iter della verifica dei quesiti referendari, costringendo gli organizzatori (Associazione per il Parco Sud e Comitato cittadino per la difesa del territorio di Basiglio) a raccogliere le firme in luglio e agosto. Gli stessi promotori, prima di giungere alla scelta di questa opzione, avevano presentato una petizione con circa 1.300 firme di cittadini che chiedevano il mantenimento delle attuali aree verdi.
PGT, Basiglio va ancora al referendum
per salvare il suo verde
Ambientalisti all’eccesso? Forse. Comunque sia, caso unico in tutta Italia, i cittadini di Basiglio Mi3, a distanza di quasi 20 anni torneranno alle urne per esprimersi in merito al PGT (Piano di governo del territorio), strumento urbanistico che sostituisce il PRG (Piano regolatore generale).
Infatti, protratto ad arte dall’amministrazione comunale, a distanza di oltre 6 mesi dalla richiesta presentata al Comune, si è concluso lo scorso 28 giugno l’iter della verifica dei quesiti referendari, costringendo gli organizzatori (Associazione per il Parco Sud e Comitato cittadino per la difesa del territorio di Basiglio) a raccogliere le firme in luglio e agosto. Gli stessi promotori, prima di giungere alla scelta di questa opzione, avevano presentato una petizione con circa 1.300 firme di cittadini che chiedevano il mantenimento delle attuali aree verdi.
Tornando al referendum, le firme devono essere raccolte alla presenza di un pubblico ufficiale (notaio, consigliere comunale, provinciale o regionale). Un fattore che rende molto complessa l’organizzazione della raccolta firme (circa 1.200, pari al 20% della popolazione redente con diritto di voto), soprattutto tenendo conto del periodo estivo.
Ovviamente il Comitato referendario ha raccolto la sfida lanciata dal sindaco di centrodestra Marco Cirillo, che fino all’altro ieri negava ci fossero progetti di sviluppo edilizio: ma il 5 marzo ha dovuto scoprire le sue carte e presentare la documentazione relativa al PGT che la legge 12/2005, dopo diverse proroghe, impone di approvarlo entro il 31 dicembre 2012.
Le dimensioni dell’espansione edilizia
In sintesi, sono di circa 300mila mq di aree oggi a prati e bosco, che andranno a essere cementificate con circa 600mila metri cubi di cemento (per chi conosce MI 3, corrispondono a circa 17/19 palazzi). E in questi numeri non sono inclusi i terreni che saranno occupati da una ridondanza di inutili servizi (parcheggi, auditorium, piscina ecc). Un vero sfregio per la cosiddetta città giardino, dove il valore delle case non sta negli edifici, la cui qualità è appena al di sopra di un livello standard popolare, ma nella bellezza di abitare in un parco “privato”. Le previsioni di crescita della popolazione sono del 36% (dagli attuali 7.927 a 10.767 gli abitanti).
Due le immobiliari coinvolte: Leonardo Srl (di Paolo Berlusconi) e Oasis (tra i cui soci anche Monteverdi, che ha già molto costruito a Basiglio).
Il precedente referendum
Nel 1992 l’allora sindaco Alessandro Moneta, poi assessore regionale al territorio e oggi presidente della Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, presentò un’imponente variante targata Edilnord (sempre Paolo Berlusconi) che fu bocciata dal referendum svoltosi nell’anno successivo: anche allora fu solo consultivo (vale a dire, non vincolante per l’amministrazione). Fortunatamente Moneta, uomo politico di spessore, ebbe il buon senso non solo di tenerne conto, rinunciando alla realizzazione del progetto, ma anche di dimettersi dalla carica di sindaco.
Nel 1998, un’analoga proposta di variante fu avanzata dalla giunta guidata da Marino de Nicolò: qui non ci fu bisogno di un referendum, in quando gli stessi consiglieri comunali della maggioranza (Forza Italia) non condivisero il progetto e il sindaco si dimise.
Una strada diversa, quella scelta dagli abitanti di Basiglio, che speriamo risulti efficace anche questa volta.