Falconeria a Rocca Brivio,
“spettacolo” diseducativo
che sfrutta rapaci prigionieri
Italia Nostra Milano sud-est, Legambiente circolo Arcobaleno, Wwf OA (Organizzazione Aggregata) Martesana-Sud Milano hanno inoltrato alla redazione de Il Cittadino una nota dell’esperto Luigi Andena, ornitologo di fama nazionale e collaboratore del Wwf (attualmente supervisiona la gestione e la manutenzione delle oasi Wwf di San Giuliano), nonché guardia venatoria Wwf, a proposito dell’evento di falconeria che si è tenuto a Rocca Brivio domenica 5 luglio: si spera che venga pubblicato e che serva per esplicitare una posizione che non vede ovviamente di buon occhio la falconeria, così come le altre attività di “coercizione” sugli animali selvatici. L’Associazione per il Parco Sud Milano, nel condividere quanto scritto da Andena, ne pubblica l’intero testo:
“Di recente è apparso su questo giornale un articolo relativo a uno spettacolo di falconeria tenuto da certi falconieri in quel di Rocca Brivio (San Giuliano Milanese), centro noto per alcune manifestazioni non sempre consone allo spirito ecologico ed ambientale che teoricamente dovrebbe farne parte, considerato il contesto storico e culturale.
L’articolo stesso, con una certa enfasi, oltretutto presentava tale “spettacolo” come educativo…
Falconeria a Rocca Brivio,
“spettacolo” diseducativo
che sfrutta rapaci prigionieri
Italia Nostra Milano sud-est, Legambiente circolo Arcobaleno, Wwf OA (Organizzazione Aggregata) Martesana- Sud Milano hanno inoltrato alla redazione de Il Cittadino una nota dell’esperto Luigi Andena, ornitologo di fama nazionale e collaboratore del Wwf (attualmente supervisiona la gestione e la manutenzione delle oasi Wwf di San Giuliano), nonché guardia venatoria Wwf, a proposito dell’evento di falconeria che si è tenuto a Rocca Brivio domenica 5 luglio: si spera che venga pubblicato e che serva per esplicitare una posizione che non vede ovviamente di buon occhio la falconeria, così come le altre attività di “coercizione” sugli animali selvatici. L’Associazione per il Parco Sud Milano, nel condividere quanto scritto da Andena, ne pubblica l’intero testo:
“Di recente è apparso su questo giornale un articolo relativo a uno spettacolo di falconeria tenuto da certi falconieri in quel di Rocca Brivio (San Giuliano Milanese), centro noto per alcune manifestazioni non sempre consone allo spirito ecologico ed ambientale che teoricamente dovrebbe farne parte, considerato il contesto storico e culturale.
L’articolo stesso, con una certa enfasi, oltretutto presentava tale “spettacolo” come educativo di un rapporto fra uomo ed animali aggiungendo, a corredo, diverse foto con bambini a cui venivano appoggiati, sulle loro spalle, diversi rapaci notturni e diurni come giocattoli viventi.
Sinceramente non sappiamo come queste considerazioni siano sorte nella descrizione dello stesso articolista (non ce ne voglia), ma ci dispiace fermamente che non vi sia stata alcuna criticità nel descrivere l’evento, compiacendone addirittura la formula.
Innanzi tutto tale spettacolo è altamente diseducativo poiché prevede che la fauna sia tenuta in cattività, e quindi prigioniera, in netto contrasto con lo spirito libero degli uccelli. Gli uccelli, in questo caso rapaci, nascono come gli uomini: liberi, e attraverso l’evoluzione hanno determinato un sistema di vita che non prevede certo di trascorrerla per anni in gabbie o stie spesso tenute in condizioni precarie.
Così come invece fanno i falconieri per imporre agli uccelli una forma costrittiva finalizzata alla morte di altri uccelli o fauna poiché è proprio questa la finalità: cambiare forzatamente la biologia della specie per uccidere altri viventi in natura.
Non so come ci si possa divertire nell’osservare un rapace alienato con cordicelle e copricapi, e spacciare l’evento come educativo. In cosa consiste tale educazione? Nel modificare un animale a compiere effetti folcloristici che divertono i loro vizietti primordiali? Nulla di educativo e didattico in ciò, anzi peggiorativo del rapporto che dovrebbe coesistere fra noi e loro, rispettando le diverse forme di vita.
Questa pratica, che nulla ha di sportivo, ma che viene mantenuta in vita come la caccia per puro tornaconto economico, è realisticamente un sistema come un altro per sfruttare sempre gli animali e trattarli come zimbelli viventi. La fauna che compone l’ecosistema del pianeta dovrebbe essere, come hanno sempre fatto gli etologi nel loro ambiente naturale, osservata, capita, studiata e ammirata per la loro bellezza e lo stile, mentre nelle mani dei falconieri diventano solo caricature banali, che nascondono la triste realtà dell’alienazione poiché vengono tolti alla natura, dove sono nati, e addestrati dopo anni di frustrazione coercitiva per modificarne il carattere.
Inoltre, la falconeria cela un indubbio commercio che non sempre la guardia Forestale riesce a reprimere, che è quello del prelievo dei piccoli dai loro nidi dove sono nati e in parte allevati dai loro genitori finché, appunto, qualcuno, su commissione degli stessi falconieri, non li sottrae; perché i falconieri hanno voglia di dire che gli uccelli da loro utilizzati sono nati in cattività e allevati: in realtà quasi tutti provengono dalla natura e quindi detenuti illegalmente, tanto che molto spesso sono denunciati per tali motivi. Ogni tanto vengono presi, denunciati e costretti a pagare multe salatissime per tali crimini.
Gli uccelli rapaci oltretutto sono particolarmente protetti in quanto al vertice dell’ecosistema trofico da sempre in numero ridotto rispetto alle altre comunità avifaunistiche: questo -già previsto nella legge sulla fauna- dovrebbe essere un buon motivo per non interferire nella loro sensibile tranquillità naturalistica. Malgrado questo, per assurdo divertimento -spacciato come educativo- vengono imprigionati per tutta la vita trascorrendola come quella dei polli di allevamento ed esibiti a mo’ di circo medioevale. È questa dunque la didattica a cui si rivolgono costoro per meritarsi uno spazio ludico e speculativo sulla vita degli altri ? O molto più prosaicamente arrivano per compenso economico ….
Nella presentazione di tale pseudo spettacolo, infatti, gli autori si spacciano per educatori. Nulla di più falso: solo un modo per farsi pubblicità e continuare nel loro vizio folcloristico, senza neppure tener conto della natura latente e schiva di questi uccelli che, a differenza degli altri dai colori sgargianti ed ostentazione, stanno sempre molto lontani dagli uomini. Somma di contraddizioni sintetizzate in un solo evento compassionevole e triste.
Ma se questo perdura. La gente non potrà conoscere la vera natura degli uccelli rapaci, maestose figure che solcano i cieli tra migrazioni e parate nuziali, perché i falconieri, oltre alla libertà, tolgono loro anche la possibilità che possano essere visti in natura riducendone drasticamente il loro numero come detto per banalità e atto speculativo.
Fortunatamente, molte persone informate lo sanno e contestano simili bravate esibite solo a pagamento nei piccoli comuni e frazioni dalla criticità dimessa, nonché dalla scarsa conoscenza naturalistica ed ecologica”.
Luigi Andena