Il governo sostiene l’air gun
per favorire le società petrolifere
e fa spiaggiare la legge sugli ecoreati
Scusate se usciamo dal seminato del Parco Sud (dove comunque e purtroppo le trivelle non mancano), ma l’argomento è importante e riguarda tutti. Perché questa volta avrebbe potuto essere quella buona per ottenere anche in Italia una legge civile sugli ecoreati. Ma il governo sostiene l’emendamento per togliere il comma sull’air gun: ieri, 5 maggio, la Camera, con 283 sì, 160 no e 2 astenuti ha rinviato il disegno di legge al Senato.
Ma che cos’è l’air gun? Si tratta di una tecnica di ispezione dei fondali marini per capire cosa contiene il sottosuolo: si ricorre a spari fortissimi e continui, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari sono dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito. Questo è molto grave perché molte specie ittiche dipendono dal senso dell’udito per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo. Una tecnica di prospezione geofisica che molti scienziati collegano anche ai sempre più numerosi spiaggiamenti dei cetacei e che, con il proliferare delle concessioni di ricerca, è sempre più usata anche nei mari italiani. Il gioco vale la candela? I dati del Ministero dello Sviluppo Economico relativi alle riserve certe di petrolio presenti nei fondali marini italiani, dimostrano un’assoluta irrilevanza ai fini dell’indipendenza energetica: si tratta infatti di poco meno di 10 milioni di tonnellate di greggio, un quantitativo in gioco ridicolo che, stando ai dati sui consumi nazionali (59 milioni di tonnellate consumate in Italia nel 2013), sarebbe sufficiente a garantire il nostro fabbisogno energetico per sole 8 settimane e le società petrolifere…
Il governo sostiene l’air gun
per favorire le società petrolifere
e fa spiaggiare la legge sugli ecoreati
Scusate se usciamo dal seminato del Parco Sud (dove comunque e purtroppo le trivelle non mancano), ma l’argomento è importante e riguarda tutti. Perché questa volta avrebbe potuto essere quella buona per ottenere anche in Italia una legge civile sugli ecoreati. Ma il governo sostiene l’emendamento per togliere il comma sull’air gun: ieri, 5 maggio, la Camera, con 283 sì, 160 no e 2 astenuti ha rinviato il disegno di legge al Senato. Ma che cos’è l’air gun? Si tratta di una tecnica di ispezione dei fondali marini per capire cosa contiene il sottosuolo, analoga a quella utilizzata in terra ferma, anche nel Parco Sud (vedi): si ricorre a spari fortissimi e continui, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari sono dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito. Questo è molto grave perché molte specie ittiche dipendono dal senso dell’udito per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo. Una tecnica di prospezione geofisica che molti scienziati collegano anche ai sempre più numerosi spiaggiamenti dei cetacei e che, con il proliferare delle concessioni di ricerca, è sempre più usata anche nei mari italiani. Sul tema, Giuseppe Nascetti, direttore del Dipartimento di Scienze biologiche ed ecologiche dell’Università della Tuscia, sottolinea: “Non mi occupo di giurisprudenza, sono un ecologo e mi occupo di cosa succede in natura, ma è ovvio che l’air gun non fa bene tanto ai mammiferi marini quanto ai pesci. Sparare quelle ‘cannonate’ in un mare come quello Adriatico è una cosa folle”.
Anche perché, i dati del Ministero dello Sviluppo Economico relativi alle riserve certe di petrolio presenti nei fondali marini italiani, dimostrano un’assoluta irrilevanza ai fini dell’indipendenza energetica: si tratta infatti di poco meno di 10 milioni di tonnellate di greggio, un quantitativo in gioco ridicolo che, stando ai dati sui consumi nazionali (59 milioni di tonnellate consumate in Italia nel 2013), sarebbe sufficiente a garantire il nostro fabbisogno energetico per sole 8 settimane. Le compagnie petrolifere interessate all’uso dell’air gun e che hanno presentato istanze di permesso di prospezione e di ricerca sono in totale 17, di cui 12 straniere (5 britanniche, 3 australiane, 2 norvegesi, 1 irlandese, 1 statunitense).
Gli ottanta km degli Usa e i 6 km dell’Italia
Negli Stati Uniti, come segnala Maria Rita D’Orsogna su Il Fatto Quotidiano del 15 marzo scorso, “Settantacinque docenti universitari, oceanografi, biologi ed esperti di vita marina americani hanno inviato una lettera al presidente Obama chiedendogli di impedire che le coste atlantiche vengano petrolizzate e sottolineando gli effetti devastanti dell’air gun sulla vita marina. Il Dipartimento per l’Interno degli Usa pare voler iniziare l’iter per eseguire ispezioni sismiche in South Carolina, North Carolina, Georgia e Virginia, alla ricerca di idrocarburi. Piccola nota: il Dipartimento dell’Interno prevede una fascia di rispetto di cinquanta miglia da riva, cioè ottanta chilometri. Attualmente è a cento miglia, circa centosessanta chilometri su tutte le coste Usa, ad eccezione del golfo del Messico e di parte dell’Alaska. Di fatto, queste barriere di protezione vietano le operazioni petrolifere nell’Atlantico e nel Pacifico da oltre trent’anni” (vedi tutto testo).
Inoltre, come ammette lo stesso Dipartimento dell’Interno USA, le ispezioni sismiche potrebbero danneggiare circa 140.000 mammiferi marini, incluse balene e delfini e potrebbe alterare l’habitat di almeno tredici milioni di esemplari”. E in Italia non solo non si forniscono dati sulle ricadute di questa tecnica di ricerca, ma addirittura si rilasciano concessioni per effettuarle a soli 6 km dalla costa (a Ombrina mare, in Abruzzo).
Legambiente e Libera dalle mafie si appellano a Pietro Grasso
Dura la reazione di Legambiente e Libera, le associazioni promotrici dell’appello “In nome del popolo inquinato: subito gli ecoreati nel codice penale”, sottoscritto da altre 23 associazioni di cittadini, medici, studenti e di categoria. “A pochi metri dal traguardo il governo cambia idea e, dopo tante rassicurazioni e prese di posizione pubbliche da parte di diversi ministri, sostiene l’emendamento per togliere subito il comma sull’air gun dal disegno di legge sugli ecoreati e lo rispedisce al Senato dove rischia l’affossamento, vista la maggioranza risicata, l’ostracismo delle Commissioni giustizia e ambiente a partire dai loro presidenti e visto che una parte dei senatori Pd non vogliono i reati ambientali nel codice penale. È un atto davvero incomprensibile che rischia di far fallire una rivoluzione di legalità e giustizia, che il Paese attende da 21 anni, per fare un favore alle società petrolifere, soprattutto straniere, interessate a cercare nei fondali marini quantitativi insignificanti di petrolio. È uno schiaffo ingiustificabile per le vittime delle ecomafie e dell’inquinamento che continueranno ad essere senza giustizia. L’esecutivo e la maggioranza che lo sostengono si stanno assumendo dunque una gravissima responsabilità. Continueremo a stare col fiato sul collo di governo e parlamento e seguiremo ogni passo della legge anche in questa quarta incomprensibile lettura del provvedimento, che poteva tranquillamente essere evitata. Confidiamo ora nel presidente del Senato Pietro Grasso, di cui conosciamo bene la sensibilità sul tema della lotta all’ecomafia e alla criminalità ambientale, perché la legge sugli ecoreati sia davvero calendarizzata subito e definitivamente approvata entro il 20 maggio”.
Chissà se…