La riqualificazione della provinciale Binasco Melegnano
secondo il Parco Sud non può essere il pretesto
per realizzare superstrade o dare avvio alla TOEM
24 maggio 2021. Le proposte regionali di “riqualificare” la sp 40 con una nuova superstrada a quattro corsie o addirittura di un’autostrada tra i campi del sud Milano e del nord Pavese sono “incompatibili con l’esistenza stessa del Parco”, in quanto “comportano un enorme impatto ambientale sul territorio”.
Una presa di posizione forte e chiara quella della mozione approvata lo scorso 20 maggio dal Direttivo del Parco Agricolo Sud Milano. Tanto più incisiva e forte in quanto votata all’unanimità da sindaci e amministratori del centro-sinistra e del centro-destra, come pure dai due rappresentati delle associazioni ambientaliste e agricole. Un messaggio che non piacerà a coloro che, in Regione, brigano per riempire il territorio di nuova viabilità, sacrificando il suolo ad un tipo di sviluppo che sa tanto di speculazione.
Le tre ipotesi regionali e lo studio di Città Metropolitana
Alla regione Lombardia deve mancare proprio la TOEM (Tangenziale ovest esterna milanese): ogni volta che può ritorna con la sua fissa, e immancabilmente ritira fuori il progetto dai cassetti. È già accaduto nell’aprile dello scorso anno, quando in un incontro a porte chiuse (e senza i sindaci), la Regione presentò uno studio di fattibilità sulla riqualificazione della trafficata strada provinciale 40 (Binasco-Melegnano).
Tre le ipotesi prodotte: il primo scenario consiste in un allargamento delle attuali due corsie, una per senso di marcia.
La seconda ipotesi consisterebbe nella realizzazione di una superstrada a 4 corsie, contornata da un numero smisurato di svincoli e sovrappassi.
La terza ipotesi comprende la realizzazione ex novo di un’autostrada a qualche km più a sud dell’attuale provinciale: ovvero la realizzazione del tratto sud della TOEM.
“La prima soluzione non serve, le altre due sono irricevibili”: questo è in sintesi il responso di un incontro nel luglio scorso a Casarile tra i sindaci interessati dal tracciato e l’Associazione Parco Sud Milano, che ha presentato le ipotesi in campo. Meglio orientarsi sulla proposta messa in campo a fine giugno da Città Metropolitana: un allargamento dell’attuale strada a 4 corsie, evitando il più possibile svincoli e cavalcavia impattanti. Così si risolvono i problemi di traffico, minimizzando le ricadute negative sul territorio, sul paesaggio e sull’ambiente, salvaguardando il più possibile il Parco Sud.
La proposta di Città Metropolitana è preceduta da considerazioni che smontano le fantasie malsane di super/autostrade.
Innanzi tutto, l’Ente ricorda che la strada, con i suoi ben 49 ponti in 18 km, ha quasi 70 anni e richiede una pesante e generalizzata opera di manutenzione straordinaria. Altrimenti si rischia di dover chiuderne a breve dei tratti ai mezzi pesanti.
Un secondo elemento è che ci si trova di fronte a una “strada universale”, su cui possono passare anche pedoni, biciclette e mezzi agricoli. Anche con il solo passaggio a superstrada si metterebbero in crisi tutti i veicoli lenti, di importanza vitale per la mobilità del territorio. Immaginiamo solo per un momento i danni alle attività agricole, con i campi tagliati in due e senza possibilità di scorrimento e/o attraversamento per i trattori.
Altra considerazione: dai dati sul traffico regionale, la CM deduce che solo il 10% del traffico è costituito da veicoli che attraversano il sud Milano per andare dall’autostrada A1 alla A7 e viceversa. E se il 90% è costituito da traffico locale, che senso ha allora progettare superstrade e autostrade?
Le richieste del Parco Sud
Nella mozione dell’Ente Parco, il giudizio contro le proposte di autostrada/superstrada è molto articolato.
Si fa notare che ben 77 ettari di suolo sarebbero consumati dal tracciato dell’autostrada nel solo Parco Sud, senza contare quelli sacrificati per svincoli e connessioni con la viabilità locale e quelli del tracciato ricadenti nella provincia di Pavia.
Inoltre, queste proposte sono “in aperta e insanabile contraddizione con gli impegni che ogni istituzione ai diversi livelli ha preso per contrastare il cambiamento climatico in atto… e con l’obiettivo dell’Unione Europea di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 90% come contributo del settore dei trasporti al raggiungimento di un’economia a zero emissioni nette entro il 2050”.
Per tali ragioni, la mozione chiede di “verificare la fattibilità di un intervento misto che veda il semplice adeguamento alla categoria C1 (2 corsie) nei tratti ove il traffico è minore, e il potenziamento, attraverso il raddoppio delle corsie, in alcuni tratti nei quali il traffico è più intenso e laddove il territorio consente il potenziamento in sede, senza la necessità di varianti”. “Nella nuova ipotesi –prosegue il documento- si dovrebbero mantenere il più possibile le intersezioni a raso (ovvero, senza cavalcavia) attraverso la riqualificazione ed il potenziamento delle rotatorie e, nei casi in cui fosse indispensabile un’intersezione a due livelli la soluzione in galleria artificiale, ancorché più costosa, sia da preferire per ragioni paesaggistiche che all’interno di un’area protetta sono prioritarie”.
Infine, sempre secondo la mozione votata, la riqualificazione della sp40 deve comprendere anche la realizzazione di piste ciclabili, utili per lo svago ed anche per favorire i collegamenti dei paesi tra Binasco e Melegnano con le stazioni ferroviarie, che consentono di raggiungere velocemente il capoluogo lombardo.
Riqualificare la Strada gia’ esistente, ottimizzando gli spazi, anche se purtroppo compromessi, realizzando delle piste pedo ciclabili Alberate, limitando, ormai per forza prossimo allo zero, il continuo consumo di altro Suolo Fertile, Territorio, Paesaggio Naturale, Paesaggio Agrario, specialmente nella Piccola Ex Provincia di Milano, con un numero di abitanti ormai da Regione, su una Superficie di appena circa 1500 km quadrati, con una rete pedo ciclabile, anche in brevi tratte da paese a paese, evitando l’Abuso dell’Auto, ancora inesistente, non ancora implementata, scarsamente segnalata, scollegata, anche a livello Regionale,in quadro di mobilita’ morbida, sostenibile, integrata anche Regionale. Una nuova Infrastruttura Locale, senza una valutazione del Traffico Regionale, tra Avventatezza, dati sul flusso di traffico azzardati, contradditori, ed una errata progettualita’, non ha senso. Certamente le grandi Metropoli, come Milano, Roma, ecc. tendono ad essere delle calamite di una spirale continua,senza fine di continuo consumo di Suolo, di Territorio, cosa ormai improponibile, specialmente in Aree con ridotta, Biodiversita’, Biocapacita’, poiche gia’ fortemente artificializzate e con ridotto ricambio dell’aria.