Anche le analisi economiche parlano “verde”:
meglio la riqualificazione leggera della Binaschina
alle costose ipotesi di autostrade e superstrade

13 febbraio 2021. Dagli studi economici redatti da Regione Lombardia ne esce un risultato inatteso: le analisi dei costi-benefici delle varie ipotesi di riqualificazione della strada provinciale 40 Binasco-Melegnano mostrano che è meglio una riqualificazione “light” sull’attuale sedime stradale, piuttosto che lanciarsi su mega-potenziamenti come le ipotesi di superstrade e autostrade, decisamente più costose e dannose per l’ambiente. La loro antieconomicità rimane anche prendendo in considerazione i ricavi dei pedaggi, di cui è tutta da valutare l’accettabilità sociale dei cittadini-utilizzatori del tratto viabilistico.
Per la verità, i tecnici estensori dello studio hanno cercato di accontentare i fautori dello sviluppo illimitato di autostrade, ben presenti al governo della Regione, effettuando un’analisi della fattibilità economica-sociale che include elementi di incertezza e valutazioni discrezionali. Quale costo hanno il consumo del suolo, l’inquinamento dell’aria e i danni al paesaggio? E quale è il beneficio economico di poter arrivare a destinazione qualche minuto prima? A fronte magari di un pedaggio, che potrà sì far diminuire i costi (neanche troppo) ma per i cittadini di questo territorio non potrà che essere vissuto che come una gabella.
E ora veniamo ai numeri, di fonte regionale, che dovrebbero convincere anche gli insensibili ai temi dell’ambiente.

Riqualificazione, superstrada o nuova autostrada?

Già lo scorso luglio avevamo segnalato le tre ipotesi che la Regione aveva in mente per riqualificare la Binaschina (clicca qui). La prima, che potremmo soprannominare “light”, è la riqualificazione in sede: la strada rimane a due corsia, con l’allargamento delle due sponde (c’è anche una sotto ipotesi di metter mano allo snodo di Binasco, ma è troppo presto per parlarne). La seconda ipotesi è la trasformazione in superstrada a due corsie per senso di marcia, con incroci su due livelli e un gran numero di svincoli: vengono prese in considerazione le sotto ipotesi con e senza pedaggio. La terza prevede una nuova autostrada, che dovrebbe snodarsi a sud dell’attuale tracciato della provinciale, tra la Città Metropolitana (e il Parco Agricolo Sud Milano) e la Provincia Pavese (per maggiori approfondimenti, clicca qui).

Il gigantismo distrugge e costa troppo

Arriviamo ai numeri, tutti rigorosamente di fonte regionale. I costi di realizzazione (investimenti) sono ovviamente minori nella prima ipotesi (103 milioni), rispetto alla realizzazione di una superstrada (407-487 milioni, senza e con pedaggi) o di un’autostrada (769 milioni).
Sommiamoci ora le altre voci di costo (manutenzione, ecc.) e conteggiamo in positivo gli eventuali pedaggi.
La riqualificazione leggera della sp 40 comporta un costo di 95 milioni, molto meno dei 340 milioni di una superstrada senza pedaggi.
L’aspetto sorprendente è che anche le ipotesi con i pedaggi comportano risultati negativi: le perdite assommano per la superstrada a 130-199 milioni (a seconda dei diversi metodi per imporre il pedaggio), e per l’autostrada si arriva a 461 milioni.
In conclusione, l’analisi finanziaria del documento regionale mostra, senza ombra di dubbio e su dati incontrovertibili, che nessuno dei progetti è di per sé economicamente conveniente, neanche quelli con ricavi da pedaggi (di cui, come detto, è tutta da valutare l’accettabilità sociale). Lo scenario 1 risulta a tutti gli effetti il meno costoso delle opzioni previste da Regione Lombardia, ed ha un ulteriore vantaggio non da poco: è quello che può entrare in funzione in meno tempo, ben 5 anni prima delle altre ipotesi.

Riqualificazione sp 40: autostrade e superstrade antieconomiche
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