Cancellare la storia distruggendo il territorio
A San Giuliano arriva una “Pump Truck”
nell’area del Parco dei Giganti
l Comune di San Giuliano decise di dedicare un’ area di rispetto denominata “Parco dei giganti” a memoria del combattimento di importanza europea che si svolse a San Giuliano nel memorabile settembre del 1515, denominato Battaglia di Marignano o dei Giganti. Questo evento, non a tutti noto tra gli Italiani, è di grande importanza nella storia francese ed elvetica e fu la prima impresa militare che mise in luce il giovane sovrano francese Francesco I, quello per intenderci che accolse nella sua corte il nostro Leonardo da Vinci e costituì anche la disfatta che gradualmente portò la confederazione elvetica all’addio alle armi per accogliere la posizione di neutralità.
Ora in questo parco, proprio alle spalle della storica chiesa di Santa Maria in Zivido e vicinissimo alla nuova chiesa frequentata da centinaia di fedeli, si vuole costruire una ” Pump truck” (pista per peripezie a bordo degli skateboard e delle bici da cross).
E’ questo il modo di valorizzare la memoria di un luogo in cui si svolse un combattimento di portata internazionale?
In questo periodo sospeso, quando l’attenzione di molti è giustamente concentrata sui temi della salute, capita che alcune attività, che pure avranno un impatto su tutti i cittadini, non si fermino.
È il caso di San Giuliano Milanese dove, leggiamo dai giornali, è stato affidato l’incarico di progettare una pista di pumptrack nel Parco dei Giganti, un’area che è stata dedicata dal comune alla memoria della battaglia combattuta nel 1515.
Un’area storica, dunque, di memoria locale e rilevanza internazionale.
In quell’area sorgevano degli orti. Su quel suolo cresceva cibo. Erano orti abusivi, corretto quindi aver riportato quei terreni nella disponibilità collettiva.
La rimozione degli orti abusivi ha restituito, almeno in parte, lo sfondo paesaggistico originario e in questo nuovo contesto, la chiesina di Zivido ha ritrovato ora la cornice che ha avuto per secoli.
Ricordiamo che la chiesa, tuttora consacrata e frequentata, è un bene culturale riconosciuto, a cui il codice dei Beni Culturali riserva una specifica protezione da interventi che ne danneggino l’integrità, la prospettiva e il decoro. Certamente una pista da pumptrack non garantirebbe questa tutela.
Chiediamo che si rispetti lo spirito del luogo che fu all’origine della nascita del Parco dei Giganti, che si rispettino le leggi di tutela dei Beni Culturali e ci auguriamo che l’ammini-strazione comunale decida di collocare in luogo più idoneo la pista.
Non comprendiamo l’urgenza di avviare questo progetto, così impattante e incompatibile con il luogo. Ricordiamo che queste richieste sono già state presentate nei mesi scorsi come osservazioni alla proposta di Piano di Governo del Territorio.
Esprimiamo perplessità rispetto ad un consumo di suolo in favore di un progetto la cui fruibilità è limitata agli appassionati di questa attività.
Auspichiamo che invece della pista si crei una zona boschiva che apporterebbe numerosi benefici alla comunità che abita nelle vicinanze. In alternativa si potrebbe mantenere la vocazione orticola realizzando un orto condiviso e solidale, che si inserisca armonicamente nel paesaggio e che sia adeguatamente curato e gestito dalla comunità.
Oggi più che mai c’è bisogno di natura, biodiversità, ossigeno, pulizia e bellezza.
Articolo ripreso dal comunicato di:
Osservatorio permanente contro il consumo di suolo e per la tutela del paesaggio del Sud Est Milano, organismo composto da
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Slow Food, DESR, Libera, Amici di Carlotta, Comitato Tilt Vizzolo, Greensando, Comitato Stop alla logistica Sordio-San Zenone, Vivai ProNatura e Associazione per il Parco Sud Milano.