Parco Agricolo Sud Milano
dai paragoni con le altre città estere
alla miopia della politica attuale
Riprendiamo volentieri questo testo di riflessione sul Parco Agricolo Sud Milano, pubblicato dalla rivista online Arcipelago Milano.
Il testo, ricco di spunti ampiamente condivisibili, è di Fiorello Cortiana, che ha avuto l’eccezionale occasione di vivere il Parco in tanti ruoli diversificati: come costituente dal basso –insieme a tante associazioni e comitati- dell’Associazione Parco Sud Milano e come assessore regionale ai tempi dell’approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento dell’area protetta. Il fatto di avere anche rivestito il ruolo di senatore (Verdi) e di consigliere comunale in un comune del Parco rende ancora più ricca la sfaccettatura della sua visione. Grazie Fiorello, e a tutti: buona lettura.
TI RICORDI CINTURE VERDI
Il Parco agricolo Sud Milano e i modelli stranieri
di Fiorello Cortiana
PER COMINCIARE: Milano è ormai alla pari, su molti terreni, con le grandi metropoli europee – sicuramente non in fatto di parchi e aree verdi. Mentre Parigi e Londra tutelano le loro “cinture verdi”, noi diamo la nostra (il Parco Agricolo Sud Milano) in pasto a speculatori e amministratori pubblici poco interessati alla sua tutela.
I parchi di cintura verde metropolitana sono presenti in diverse città europee: Parigi, Londra, Randstad-Holland, Francoforte, con una rete di aree protette intorno alla città. Tutti concorrono ad un equilibrio tra urbanizzazione e naturalizzazione nei nodi della globalizzazione che, entro la metà del secolo, conosceranno una forte intensità abitativa. Quello della Città Metropolitana di Milano si distingue per l’ampiezza e la ricchezza intrecciata di natura, agricoltura, cultura.
Il Parco Agricolo Sud Milano, 61 comuni, un semicerchio di oltre 48.000 ettari intorno al cuore del Città Metropolitana, unito a Ovest al Parco del Ticino e ad Est a quello dell’Adda. Con la presenza di fontanili e marcite, la regimazione delle acque partita nel Medioevo con l’opera dei monaci Cistercensi e delle loro abbazie fu poi proseguita dagli ingegneri lungo i secoli con la rete di Navigli e rogge. Abbazie, castelli, ville storiche, cascine, aree naturali che hanno generato la multifunzionalità di una agricoltura tra le più feconde d’Europa, con oltre 1400 aziende agricole.
Nel maggio 1984 a Milano con un convegno si costituì il Comitato per il Rilancio del Parco Sud che raccolse comitati, associazioni ambientaliste e sportive, agricoltori, accademici, amministratori, dando vita alla Associazione Parco Sud, raccogliendo le firme necessarie per la presentazione una proposta di legge regionale. La volontà era quella di ricomporre la consapevolezza della relazione città-campagna oltre i banchi dell’alimentare al supermercato, usando il parco agricolo metropolitano di cintura urbana come elemento di freno e riequilibrio al continuum urbanizzato e di cemento che, a Nord, da Milano arriva alla Brianza. Un confronto acceso con amministratori sensibili alle lusinghe speculative accompagnò la crescita delle adesioni e delle firme per la legge. Infine il Parco prese forma, pur con importanti amputazioni, confermate anche dal Piano Territoriale di Coordinamento del Parco nel 2000.
Nell’aprile del 1990 fu approvata la Legge Regionale n.24 ‘Istituzione del parco regionale di cintura metropolitana “Parco Agricolo Sud Milano”‘. La legge assume le attività agro-silvo-colturali come elemento centrale e connettivo per l’attuazione delle finalità di tutela e il recupero paesistico e ambientale delle fasce di collegamento tra città e campagna, della connessione delle aree esterne con i sistemi di verde urbani, dell’equilibrio ecologico dell’area metropolitana. Quindi, coerentemente, dell’attuazione della salvaguardia, qualificazione e potenziamento delle attività agro-silvo-colturali, della fruizione colturale e ricreativa dell’ambiente da parte dei cittadini.
In questi 30 anni di vita il parco ha conosciuto molti momenti difficili, con proposte e anche interventi operativi in aperto contrasto con le finalità della legge. Tra gli interventi sciagurati lo stralcio di 50,000 mq a Rosate per l’ampliamento di un’impresa, la scelta della cancellazione di 100,000 mq di terreni agricoli a Vignate per l’ampliamento del polo logistico della Sogemar. Ciò senza la verifica delle infrastrutture esistenti, visto che la linea ferroviaria che arriva al polo esistente e sottoutilizzato di Segrate è la stessa che attraversa Vignate. 305mila mq per un Outlet a Locate Triulzi, di cui 133mila nel Parco Sud. 620.000 mq, di cui 320.000 di costruito, per il CERBA (Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata) come estensione dello IEO.
Tra le proposte incombenti la TOEM- tangenziale ovest esterna di 60km con 100 aziende agricole minacciate nel Parco Sud e nel Parco del Ticino. Mentre è già pronto il finanziamento di 118 milioni di euro per la superstrada Vigevano-Malpensa. Con associazioni, agricoltori che vedranno espropriarsi terreni e cascine e 30 dei sindaci interessati che propongono progetti sostitutivi con la riqualificazione delle strade già esistenti.
Molti sindaci sono allettati da promesse, a partire da oneri e posti di lavoro, e puntualmente vedono l’unitarietà del parco e la sua piena realizzazione come qualcosa di lontano, di estraneo e finanche di ostacolo al proprio campanile. Si tratta di una espressione trasversale, come le approvazioni a maggioranza ampia degli stralci di territorio dimostrano. Le amministrazioni e gli esponenti del centrodestra, nel tempo, si sono fatte carico di esplicitare questa volontà di relativizzazione e riduzione del parco. Questo oltre ogni pudore scientifico e senza tenere in alcun conto gli indirizzi normativi della Regione, pur governata da loro.
Ombre nere si stagliano sul Parco Sud dopo la mozione presentata e approvata dal Consiglio Regionale nel 2019. Così confortato, il consigliere di Fratelli d’Italia Lucente ha presentato anche un disegno di legge per la modifica della gestione del Parco Agricolo Sud Milano. Tutto verrebbe affidato ad un consorzio dei Comuni, esautorando sia la Città Metropolitana che le associazioni degli agricoltori e ambientaliste. Perché? Secondo il presentatore la Legge Delrio, che ha trasformato la Provincia in Città Metropolitana, avrebbe fatto venir meno “l’efficienza gestionale del Parco”. In realtà non è venuta per nulla meno l’efficacia gestionale del Parco anzi, il personale con senso della cosa pubblica costituisce una competenza specifica, affinata negli anni in collaborazione con le diverse facoltà interessate delle università milanesi e non.
Da due anni il Parco Agricolo Sud Milano sta proponendo la trasformazione di circa 9mila ettari in un “parco naturale”. Otto macro aree, che interessano ventisei Comuni di particolare pregio. La volontà è di dare corpo alle finalità e agli indirizzi della legge istitutiva del Parco Agricolo per la tutela di aree comprese nel parco dal grande valore naturalistico. Anche per questo la Città Metropolitana di Milano fa parte del progetto europeo SWARE (Sustainable heritage management of WAterways REgions) per la valorizzazione sostenibile dei territori interessati dai corsi d’acqua, naturali e non. C’è stata, altresì, la Deliberazione della Città Metropolitana, in coerenza con l’art.33 del suo Statuto, di adesione all’armonizzazione ecosistemica dei parchi, proposta dalla legge della Regione Lombardia. Ciò attraverso la costituzione della Cintura Verde Metropolitana, nella quale inserire anche i parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS).
Green Economy, innovazione, qualità delle filiere, Km Zero, turismo diffuso e responsabile, sono questioni estranee e fastidiose per i miopi e gli speculatori. Ma neanche il consigliere Lucente ha osato essere esplicito. Infatti, il titolo della proposta di legge è un espediente curioso: “Stagione venatoria 2019-2020: disciplina del regime in deroga previsto dall’art. 9 della direttiva 2009/147/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, in attuazione dell’art.19-bis della legge 11 febbraio 1992, n.157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio). Modifica alla legge regionale n. 24/2008”. Non si tratta solo di una gestione affidata ai comuni e ai singoli campanili, il veleno sta nella coda della proposta. Secondo l’Art. 174 ter delle Disposizioni transitorie sul Piano Territoriale di Coordinamento, non appena ricostituiti gli organi di gestione ci sarà l’avvio del procedimento per la revisione generale del Piano Territoriale di Coordinamento. Cioè la possibilità di intervenire modificando il perimetro del parco, con l’inserimento di opere devastanti, prefigurando così il suo smantellamento. Mala tempora…
Invece di qualificare la selezione della rappresentanza parlamentare togliendo le liste bloccate dei nominati si vogliono ridurre i rappresentanti. Invece di dare le piene prerogative costituzionali alla Città Metropolitana per le sue funzioni la si vorrebbe esautorare con una legge regionale a Statuto Metropolitano invariato. Ai cittadini di buona volontà il compito di celebrare diversamente il compleanno trentennale del parco agricolo di cintura più importante d’Europa.