I terreni di Ca’ del Lambro a Mediglia verso la bonifica
Occorrono decine di milioni per disinquinare
i 40 mila mq avvelenati da rifiuti molto tossici
I terreni avvelenati di Ca’ del Lambro a Mediglia sono sotto sequestro da oltre un anno, ma il contadino ha continuato a coltivare l’area, ricorrendo addirittura al Tar (Tribunale amministrativo), che ha girato la palla al Consiglio di Stato. E quest’ultimo ha dato ragione al Comune di Mediglia. I terreni dell’azienda agricola rimarranno sotto sequestro fino alla bonifica e non potranno essere coltivati. Inoltre, come già scritto precedentemente, i capi di bestiame presenti nell’azienda agricola non potranno essere macellati per il consumo.
Si tratta di un’area di oltre 40mila metri quadrati, dove ben due Commissioni d’inchiesta, già dal 2005, e ancora nel 2017 ha confermato la presenza nel terreno e nell’area adiacente al fiume Lambro di elementi pericolosi per la salute pubblica, tra i quali il cadmio, metallo pesante che può danneggiare reni e ossa e favorire il tumore ai polmoni.
Il cadmio è stato anche identificato come potenziale causa di cancro al polmone: i gruppi di popolazione più a rischio sono gli anziani, i diabetici, i fumatori e le donne incinte: il cibo è la principale fonte di esposizione al cadmio per la popolazione in generale.
Speriamo che la Regioni riesca a trovare quanto prima i soldi, risparmiando magari sulla costruzione di inutili superstrade come la Vigevano-Malpensa (220 milioni). Anche perché nell’area a est del Parco Sud vi sono altre due “terre dei fuochi” da bonificare: a Cerro al Lambro l’area ex Saronio (azienda di armi chimiche) e a Carpiano i veleni versati da “ignoti” nei campi. E per queste ultime due aree ci vorrebbero -stando a quanto dichiarato da Alessandro Meazza di Legambiente- almeno altri 10 milioni. All’Amministrazione di Mediglia, guidata da Paolo Bianchi, va comunque il nostro plauso: i veleni di questi campi, infatti, giacciono sotto quella terra da quasi 40 anni!