Parte l’iter regionale del progetto Carrefour
Clamorosa l’assenza del comune di Lacchiarella:
una mossa verso l’affossamento della proposta?
12 luglio 2019. Un matrimonio senza gli sposi? Una partita di tennis senza i giocatori? Senza scomodare questi o altri paragoni, è difficile spiegare come si è avviata la procedura regionale per l’approvazione (o meno) del progetto di un maxi centro logistico di Carrefour nella frazione di Villamaggiore. Perché ieri c’erano tutti, i padroni di casa -funzionari e dirigenti della Regione Lombardia- i tecnici di Carrefour al gran completo, i rappresentanti degli enti a vario titolo della partita, funzionari e amministratori di Città Metropolitana, Parco Agricolo Sud Milano e dei comuni limitrofi, comitati e associazioni ambientaliste (noi e Legambiente), ma mancava il soggetto più importante: il comune Lacchiarella.
I motivi dell’assenza sono in una pec (sorta di email-raccomandata), inviata dalla sindaca Violi la mattina stessa della conferenza, nella quale esprime forti dubbi e perplessità sul progetto Carrefour, confermando la scelta di mantenere agricoli i terreni adocchiati da Carrefour…
Parte l’iter regionale del progetto Carrefour
Clamorosa l’assenza del comune di Lacchiarella:
una mossa verso l’affossamento della proposta?
12 luglio 2019. Un matrimonio senza gli sposi? Una partita di tennis senza i giocatori? Senza scomodare questi o altri paragoni, è difficile spiegare come si è avviata la procedura regionale per l’approvazione (o meno) del progetto di un maxi centro logistico di Carrefour nella frazione di Villamaggiore. Perché ieri c’erano tutti, i padroni di casa -funzionari e dirigenti della Regione Lombardia- i tecnici di Carrefour al gran completo, i rappresentanti degli enti a vario titolo della partita, funzionari e amministratori di Città Metropolitana, Parco Agricolo Sud Milano e dei comuni limitrofi, comitati e associazioni ambientaliste (noi e Legambiente), ma mancava il soggetto più importante: il comune Lacchiarella.
I motivi dell’assenza sono in una pec (sorta di email-raccomandata), inviata dalla sindaca Violi la mattina stessa della conferenza, nella quale esprime forti dubbi e perplessità sul progetto Carrefour, confermando la scelta di mantenere agricoli i terreni adocchiati da Carrefour.
Padroni in casa propria
La comunicazione contiene la richiesta, a tutti gli effetti estremamente tardiva, di rinviare di almeno 15 giorni la data della prima conferenza di servizi, per consentire al Consiglio comunale di esprimersi sulla prosecuzione o meno della procedura decisoria. Tra le motivazioni della richiesta, si ribadisce l’intenzione della nuova Amministrazione –capitanata sempre dalla riconfermata sindaca Antonella Violi ed entrata in carica lo scorso giugno- di mantenere la destinazione agricola dell’area nel PGT (Piano di Governo del Territorio) comunale, adottato dalla Giunta precedente e in corso di approvazione definitiva.
Nelle parole della raccomandata riecheggiano più volte termini come “perplessità”, “criticità” e “preoccupazione” per la scelta localizzativa, tanto da parte dell’Amministrazione di Lacchiarella quanto del settore Territorio e Infrastrutture di Regione Lombardia, della Città Metropolitana e degli altri Enti interessati alla procedura.
Non è una dichiarazione esplicita di insostenibilità ambientale del progetto da parte del Comune, ma ci siamo molto vicini. E un no esplicito non sarebbe una cosa da poco: anzi, all’opposto, sarebbe determinante. Perché, come ripetuto anche in conferenza regionale, è il Comune che ha il diritto insindacabile di giudicare congrua/incongrua la destinazione urbanistica della proposta.
Futuro evanescente?
I lavori della conferenza sono andati avanti perciò senza il soggetto più importante, ma gli interventi sembravano quelli di un gioco delle parti. Con i tecnici di Carrefour a spiegare il progetto e i suoi impatti viabilistici e ambientali, le associazioni e comitati a mettere in evidenza gli elementi di insostenibilità, i tecnici degli enti a porre in evidenza le criticità, come ad esempio lo spostamento di un elettrodotto che attualmente attraversa i terreni in questione: tra espropri, servitù e fasce di rispetto, si pongono questioni che devono essere portate all’attenzione nientemeno che al Ministero dell’Ambiente.
I funzionari regionali hanno condotto con spirito fattivo le discussioni e programmato la prosecuzione dei lavori ai primi di settembre. Ma in tutti, proprio in tutti, aleggiava un pensiero: che senso ha tutto questo lavorio, se Lacchiarella non è d’accordo?
Basterebbe un no esplicito, più o meno formale, del Sindaco, Giunta o Consiglio comunale e tutte le carte presentate, le discussioni e le analisi si scioglierebbero in un bel nulla sotto il sole estivo.