Progetto Rogoredo: le istituzioni in prima linea
per fronteggiare il problema della droga
Un passo decisivo per il recupero di Porto di Mare

1 febbraio 2019. Il punto più delicato nell’affrontare il recupero dei 650mila mq del Parco di Porto di Mare è rappresentato da una piccola porzione vicino alla stazione ferroviaria di Rogoredo, tristemente nota come il boschetto della droga. Mentre fervono i lavori di riqualificazione a cura di Italia Nostra, finalmente si concretizzano azioni di serio intervento per estirpare il grave problema sociale della droga. È infatti partito ieri -su mandato della Regione e con il coordinamento della Prefettura- il Progetto Rogoredo. L’obiettivo è quello di sottrarre i tanti ragazzi al consumo di droga (in particolare eroina). Sono diversi i soggetti, sia privati sia pubblici, coinvolti e già in prima linea: in campo anche mezzi di soccorso e una presenza ampia e costante di operatori qualificati, che cercheranno di entrare in relazione con le persone che frequentano il ‘boschetto’, offrendo informazioni e assistenza igienica e sanitaria. “Tenteranno di agganciarli e di convincerli ad affrontare un percorso concreto, per sottrarli al giogo della droga e delle sue devastanti conseguenze” spiegano le autorità politiche e socio-sanitarie.
Nel boschetto di Rogoredo sono ora presenti -e lo saranno per 6 ore al giorno per 7 giorni su 7- un mezzo mobile attrezzato per il primo soccorso e per piccoli interventi sanitari e un team…

Progetto Rogoredo: le istituzioni in prima linea
per fronteggiare il problema della droga
Un passo decisivo per il recupero di Porto di Mare

1 febbraio 2019. Il punto più delicato nell’affrontare il recupero dei 650mila mq del Parco di Porto di Mare è rappresentato da una piccola porzione vicino alla stazione ferroviaria di Rogoredo, tristemente nota come il boschetto della droga. Mentre fervono i lavori di riqualificazione a cura di Italia Nostra, finalmente si concretizzano azioni di serio intervento per estirpare il grave problema sociale della droga. È infatti partito ieri -su mandato della Regione e con il coordinamento della Prefettura- il Progetto Rogoredo. L’obiettivo è quello di sottrarre i tanti ragazzi al consumo di droga (in particolare eroina). Sono diversi i soggetti, sia privati sia pubblici, coinvolti e già in prima linea: in campo anche mezzi di soccorso e una presenza ampia e costante di operatori qualificati, che cercheranno di entrare in relazione con le persone che frequentano il ‘boschetto’, offrendo informazioni e assistenza igienica e sanitaria. “Tenteranno di agganciarli e di convincerli ad affrontare un percorso concreto, per sottrarli al giogo della droga e delle sue devastanti conseguenze” spiegano le autorità politiche e socio-sanitarie.
Nel boschetto di Rogoredo sono ora presenti -e lo saranno per 6 ore al giorno per 7 giorni su 7- un mezzo mobile attrezzato per il primo soccorso e per piccoli interventi sanitari e un team composto da 4 operatori (sociali e sanitari di Croce Rossa, Comunità Nuova e Cooperativa lotta contro 
l’emarginazione). Si tratta di un’operazione integrata che parte appunto dall’aggancio con le persone, grazie alla messa a disposizione di presidi per la riduzione del rischio e del danno e all’erogazione di interventi sanitari (medicazioni, primo soccorso ecc.) agli utilizzatori/tossicodipendenti presenti all’interno del ‘boschetto’ e/o nelle aree limitrofe. Un ‘aggancio’ che punta a favorire l’astensione dal consumo, con l’offerta di generi di conforto e proposta di una prima accoglienza (notturna), che faciliti l’accesso al programma di disintossicazione/presa in carico da parte dei Servizi Ambulatoriali accreditati; successivo accesso in ‘housing temporaneo’, comunità terapeutico-riabilitative, educative specialistiche, dormitori, appartamenti protetti, con attenzione mirata per i ‘residenti stabilmente’ al ‘boschetto’. Inoltre, l’obiettivo è la sensibilizzazione della comunità territoriale e della popolazione generale residente, con attenzioni specifiche a scuole, aggregazioni giovanili, luoghi pubblici, target specifici, nell’ottica di rinforzare a fini preventivi le competenze degli individui e della comunità in generale rispetto ai fattori di rischio.

L’uscita dal degrado ambientale di Porto di Mare

Insomma, pare che le autorità abbiano preso finalmente coscienza della gravità della situazione locale. “Effettivamente -spiega Silvio Anderloni, direttore del CFU Centro di Forestazione Urbana di Italia Nostra e responsabile del recupero di Porto di Mare – già dal 9 di dicembre dello scorso anno è presente un’unità delle forze dell’ordine a presidiare il territorio e le ultime morti per droga risalgono ormai ai primi di settembre. Anche la nostra associazione, lo scorso 4 dicembre, ha incontrato, su suo invito, il prefetto Renato Saccone, in carica a Milano da fine ottobre 2018: “quella è una situazione che va assolutamente smantellata” era la sua opinione. Va riconosciuto che si è mosso sin da subito per fronteggiare il problema. E ora speriamo di vedere ancor più concretamente i risultati dell’operazione”.
Nel complesso, anche il lavoro per il recupero di Porto di Mare (650mila mq di verde, compresi nel Parco Agricolo Sud Milano) prosegue a ritmo serrato per strappare al degrado questa vasta area e permetterne la fruizione ai cittadini. Una pista di mountainbike realizzata lo scorso autunno è ormai meta fissa per molti ciclo-amatori e sempre più numerose sono le persone che ne hanno fatto già il “proprio parco”. Certo, considerata la vastità dell’area, c’è ancora tanto da fare: gli operatori di Italia Nostra vi aspettano ogni mercoledì mattina per procedere con i lavori di pulizia e sistemazione dei sentieri. Appuntamento ore 9, parcheggio Cassinis (via Fabio Massimo) MM Porto di mare info 02.4522401.

 

Progetto Rogoredo

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