Lombardia soffocata dallo smog
Milano un giorno su tre sfora i limiti
ma per la Regione: “Inquinanti sconfitti”
24 gennaio 2019. Il dossier annuale Mal’aria di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città lombarde conferma un quadro drammatico a causa dell’NOx (Ossidi di azoto) e i suoi “fratelli”: ozono in estate e polveri secondarie in inverno. A Milano, nel 2018, i giorni di superamento dei limiti sono stati 135, ovvero oltre un giorno su tre. Peggio è andata per gli abitanti di Brescia, in testa alla classifica con 150 giorni, seguita da Lodi (149) e Monza (140).
In particolare, per quanto riguarda i valori di Pm10, Lodi (centralina Vignati) guida la classifica delle città lombarde che hanno oltrepassato il limite quotidiano -fissato come media per legge a 50 μg/mc- per ben 78 giorni, seguita da Milano (centralina viale Marche) per 74 giorni: siamo a oltre il doppio del limite dei 35 giorni l’anno “consentiti” dalle norme vigenti. Nemmeno i mesi estivi, meno colpiti dalle concentrazioni delle polveri, hanno mostrato segnali positivi: l’ozono troposferico -un inquinante secondario che si forma per reazioni fotochimiche a partire da inquinanti precursori quali gli Ossidi di azoto e i composti organici volatili (VOC) – nei capoluoghi di provincia ha superato i limiti di legge, con in testa Brescia (con 103 giorni rispetto ai 25 consentiti) tra le città peggiori per questo inquinante. Ma l’Assessore alla Mobilità e Clima Raffaele Cattaneo vede rosa…
Lombardia soffocata dallo smog
Milano un giorno su tre sfora i limiti
ma per la Regione: “Inquinanti sconfitti”
24 gennaio 2019. Il dossier annuale Mal’aria di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città lombarde conferma un quadro drammatico a causa dell’NOx (Ossidi di azoto) e i suoi “fratelli”: ozono in estate e polveri secondarie in inverno. A Milano, nel 2018, i giorni di superamento dei limiti sono stati 135, ovvero oltre un giorno su tre. Peggio è andata per gli abitanti di Brescia, in testa alla classifica con 150 giorni, seguita da Lodi (149) e Monza (140).
In particolare, per quanto riguarda i valori di Pm10, Lodi (centralina Vignati) guida la classifica delle città lombarde che hanno oltrepassato il limite quotidiano -fissato come media per legge a 50 μg/mc- per ben 78 giorni, seguita da Milano (centralina viale Marche) per 74 giorni: siamo a oltre il doppio del limite dei 35 giorni l’anno “consentiti” dalle norme vigenti. Nemmeno i mesi estivi, meno colpiti dalle concentrazioni delle polveri, hanno mostrato segnali positivi: l’ozono troposferico -un inquinante secondario che si forma per reazioni fotochimiche a partire da inquinanti precursori quali gli Ossidi di azoto e i composti organici volatili (VOC) – nei capoluoghi di provincia ha superato i limiti di legge, con in testa Brescia (con 103 giorni rispetto ai 25 consentiti) tra le città peggiori per questo inquinante.
Ricordiamo che ogni anno in Europa, stando ai dati dell’Agenzia Europea per l’ambiente, sono oltre 422mila le morti premature all’anno per inquinamento atmosferico e l’Italia si colloca tra i paesi con più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60.600 nel solo 2015, di cui 20.500 riconducibili al Biossido di Azoto, mentre 3.200 sono legate ad alte concentrazioni di Ozono (O3).
Cause e rimedi per respirare più pulito
Seppur la media annuale sia migliorata nell’ultimo decennio, restano elevati i picchi di concentrazioni di polveri sottili e ozono, che rendono l’aria irrespirabile nella maggior parte dei mesi invernali ed estivi. Secondo quanto dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia “tra le principali fonti di emissione figurano il traffico, con l’auto privata, che continua d essere di gran lunga il mezzo più utilizzato, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole. Inoltre, continua a pesare la mancanza di un’efficace strategia antismog. Occorre ridurre il traffico motorizzato privato e cambiare la mobilità urbana incentivando il trasporto pubblico locale, su ferro e lo sharing”.
Oggi la sfida per Regione Lombardia deve essere quella di ridurre il tasso di motorizzazione e di fare della mobilità sostenibile il motore del cambiamento. È necessario ripensare le città per le persone, non per le auto, con regolamenti che disincentivino l’uso delle automobili, incentivando davvero la mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico locale, urbano e pendolare e prevedendo reti ciclabili che attraversino nelle diverse direttrici i centri urbani, prendendo esempio dalle maggiori città europee che si muovono in questa direzione già da tempo. “Come sta avvenendo a Milano, per esempio, una città dove già oggi il 50% degli abitanti usa i mezzi pubblici, cammina e pedala e l’esperienza dell’Area C ha condotto all’introduzione da quest’anno di una più vasta zona a emissioni limitate (Low Emission Zone) l’area B, con pedaggi per l’ingresso ai veicoli più inquinanti. Per uscire dall’emergenza cronica dello smog occorre che le città redigano PUMS ambiziosi ripensando l’uso di strade, piazze e spazi pubblici, creando ampie “zone 30” e prevedendo nuove aree verdi nei centri urbani”conclude Meggetto.
Ma per l’assessore regionale Cattaneo, l’aria che tira è buona
Nella conferenza stampa di ieri, l’assessore regionale all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo (qui in foto) ha utilizzato toni iperottimistici: “Trend in miglioramento, scelte fatte stanno dando risultati”, “Non Mal’aria ma miglior aria” e ancora “Inquinanti sconfitti”… Ma Legambiente non ci sta: “L’Assessore Cattaneo non prenda in giro i cittadini sui dati sullo smog – replica Barbara Meggetto. La sfida per combattere l’inquinamento ora chiede incisive politiche regionali, altrimenti continueremo ad essere fanalino di coda d’Europa. Per primi abbiamo evidenziato che negli ultimi dieci anni l’inquinamento atmosferico è calato: questo è avvenuto soprattutto nelle annate climaticamente favorevoli, come il piovoso 2014 e l’anno appena concluso, che ha avuto molti episodi di vento e di pioggia. La replica però è fuori tema: non contestiamo i trend di inquinamento, ma il ritardo della Lombardia e, in generale, delle regioni italiane, ad attuare le politiche che in altri Paesi europei hanno consentito di raggiungere livelli di qualità dell’aria incomparabilmente migliori. Chi non fa corretta informazione?»
Sui dati sciorinati dal comunicato regionale, Legambiente ringrazia per il supplemento d’informazione sempre gradito, ma ridimensiona il ruolo delle politiche regionali. «Zolfo, monossido di carbonio, benzene sono inquinanti diminuiti non per merito dei governatori lombardi, ma per effetto di azioni globali, come la desolforazione dei combustibili, l’introduzione di dispositivi di abbattimento e il miglioramento delle motorizzazioni, nel mercato europeo e globale. Come del resto è avvenuto per il piombo, da decenni vietato nelle benzine, ma non certo su indicazione del Pirellone! Adesso bisogna aggredire lo zoccolo duro, che sono l’NOx e i suoi “fratelli”: ozono in estate e polveri secondarie in inverno, della cui formazione la causa principale, come attestano proprio gli inventari regionali delle emissioni che il comunicato di Cattaneo omette di citare, è prima di tutto il traffico veicolare e in particolare i motori diesel!» commenta Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia.
Certo è difficile aspettarsi politiche concrete da una regione che da decenni ha scelto la strada dello sviluppo insostenibile e che continua a perseguire la crescita smodata di autostrade, superstrade, centri commerciali e via dicendo. E in attesa di nuove politiche tocca a noi tutti attivarsi, come propone Legambiente: “Anche i cittadini, da parte loro, possono fare molto ripensando il proprio stile di vita in una chiave più ecofriendly, scegliendo una mobilità dolce e privilegiando lo sharing dei veicoli e riqualificando le proprie case per migliorarne l’isolamento termico e abbattere le emissioni”.
Clicca qui per scaricare il dossier Mal’Aria 2019.