I Berlusconi mettono sul mercato
il progetto “Milano 4” a Basiglio.
Intanto, loro il business l’hanno già fatto
27 settembre 2018. I fratelli Berlusconi vogliono vendere il “progetto Milano 4”, in realtà un ampliamento di Milano 3 a Basiglio, della loro società immobiliare Leonardo. Ufficialmente perché la famiglia (che controlla Fininvest, guidata da Marina Berlusconi) intende abbandonare il business dell’edilizia e dello sport (la vendita del Milan, pur se recentemente Berlusconi ha dichiarato di voler rilanciare il Monza calcio) per concentrare le proprie attività su quelle editoriali (Mediaset e Mondadori) e finanziarie (Banca Mediolanum): tanto il vero business la famiglia lo ha già fatto, riuscendo, grazie all’ex sindaco Marco Flavio Cirillo -poi diventato sottosegretario nel governo Letta- che col PGT del 2012 aveva trasformato aree a verde in edificabili. È quanto ci racconta oggi il quotidiano Milano Finanza, che, per Milano 4, ci informa anche di una disponibilità della famiglia a coinvolgere altri partner.
Noi ipotizziamo che le motivazioni possano derivare anche dal fatto che, mentre un tempo per raggiungere Milano 3-Basiglio da piazza Abbiategrasso occorrevano al massimo 20 minuti, ora, a distanza di quasi 40 anni, arrivare o uscire da Basiglio per raggiungere la medesima piazza richiede quanto meno il doppio -se non di più- di tempo (sono 9 km). In più, c’è da considerare che la costruzione di nuove strade è praticamente impossibile, essendo il comune già circondato da trafficatissime arterie quali la ex statale dei Giovi e la via Manzoni, che attraversa Rozzano, ormai stracolma di supermercati e altri centri commerciali, nonché intasata dall’ospedale Humanitas, che attira ogni giorno migliaia di macchine. Per non parlare della strada Binasco-Melegnano, anch’essa incessantemente percorsa non solo da automobili, ma anche da migliaia di tir e camion. C’è poi da mettere in conto l’ampliamento del Fiordaliso, che già oggi è causa di grande via vai.
Quindi, un avviso ai potenziali acquirenti dei nuovi appartamenti: Basiglio è un paese difficile da raggiungere e da lasciare. Se poi avete ragazzi che vanno alle superiori… un disastro quotidiano. Provare per credere.
Inoltre, avendo a cuore la salvaguardia del suolo, sottolineiamo anche che a Milano 3 vi è un migliaio di appartamenti vuoti (gente fuggita dallo stress del traffico?), che superano il numero dei nuovi appartamenti previsti dal progetto. Perché dunque consumare inutilmente, secondo quanto riporta oggi MF, 77mila mq di verde, per un totale di 276mila metri cubi, dove costruire 808 appartamenti?…
I Berlusconi mettono sul mercato
il progetto “Milano 4” a Basiglio.
Intanto, loro il business l’hanno già fatto
27 settembre 2018. I fratelli Berlusconi vogliono vendere il “progetto Milano 4”, in realtà un ampliamento di Milano 3 a Basiglio, della loro società immobiliare Leonardo. Ufficialmente perché la famiglia (che controlla Fininvest, guidata da Marina Berlusconi) intende abbandonare il business dell’edilizia e dello sport (la vendita del Milan, pur se recentemente Berlusconi ha dichiarato di voler rilanciare il Monza calcio) per concentrare le proprie attività su quelle editoriali (Mediaset e Mondadori) e finanziarie (Banca Mediolanum): tanto il vero business la famiglia lo ha già fatto, riuscendo, grazie all’ex sindaco Marco Flavio Cirillo -poi diventato sottosegretario nel governo Letta- che col PGT del 2012 aveva trasformato aree a verde in edificabili. È quanto ci racconta oggi il quotidiano Milano Finanza, che, per Milano 4, ci informa anche di una disponibilità della famiglia a coinvolgere altri partner.
Noi ipotizziamo che le motivazioni possano derivare anche dal fatto che, mentre un tempo per raggiungere Milano 3-Basiglio da piazza Abbiategrasso occorrevano al massimo 20 minuti, ora, a distanza di quasi 40 anni, arrivare o uscire da Basiglio per raggiungere la medesima piazza richiede quanto meno il doppio -se non di più- di tempo (sono 9 km). In più, c’è da considerare che la costruzione di nuove strade è praticamente impossibile, essendo il comune già circondato da trafficatissime arterie quali la ex statale dei Giovi e la via Manzoni, che attraversa Rozzano, ormai stracolma di supermercati e altri centri commerciali, nonché intasata dall’ospedale Humanitas, che attira ogni giorno migliaia di macchine. Per non parlare della strada Binasco-Melegnano, anch’essa incessantemente percorsa non solo da automobili, ma anche da migliaia di tir e camion. C’è poi da mettere in conto l’ampliamento del Fiordaliso, che già oggi è causa di grande via vai.
Quindi, un avviso ai potenziali acquirenti dei nuovi appartamenti: Basiglio è un paese difficile da raggiungere e da lasciare. Se poi avete ragazzi che vanno alle superiori… un disastro quotidiano. Provare per credere.
Inoltre, avendo a cuore la salvaguardia del suolo, sottolineiamo anche che a Milano 3 vi è un migliaio di appartamenti vuoti (gente fuggita dallo stress del traffico?), che superano il numero dei nuovi appartamenti previsti dal progetto. Perché dunque consumare inutilmente, secondo quanto riporta oggi MF, 77mila mq di verde, per un totale di 276mila metri cubi, dove costruire 808 appartamenti?
La cronistoria di queste aree verdi a bosco
Passati di mano in mano tra società della famiglia Berlusconi e approdate a Fininvest, queste aree hanno ormai tutte le carte in regola per costruirci su palazzi, alti sino a 8 piani.
Eppure è un dato di fatto che i cittadini di Basiglio non lo vogliono. Berlusconi aveva provato a trasformare questi terreni da verde a edificabili: una prima volta nel 1992, ma gli abitanti votarono in massa un referendum urbanistico bloccando così le nuove edificazioni. Ci riprovò nel 1998, e anche allora la pressione dei cittadini fu tale da mandare in crisi la giunta comunale e cancellare la proposta. La terza volta, però, è stata quella buona: nel 2011 viene avviato il Piano di Governo del Territorio (PGT) e l’allora sindaco Marco Cirillo tira dritto con imponenti progetti edilizi su queste aree verdi.
A nulla sono valse le proteste dei cittadini, organizzate dall’Associazione per il Parco Sud Milano e da un comitato locale, che hanno promosso, tra l’altro, una petizione per mantenere le aree verdi, una richiesta di referendum (1.500 firme autenticate), osservazioni, manifestazioni davanti e in aula consiliare. Marco Cirillo di Forza Italia non ha dato ascolto e, imperterrito, nel febbraio 2012 ha approvato il PGT. Pochi mesi dopo, alle elezioni comunali, la coalizione di centro-destra ha preso il 34% dei voti (rispetto al 61% di cinque anni prima) e in Comune si è insediata una lista civica, emanazione del comitato di cittadini contro le costruzioni, rieletta poi nello scorso giugno.
La nuova Amministrazione non è però riuscita nel suo intento di bloccare i progetti del costruttore e, grazie alla nomina di un Commissario regionale ad acta, il Piano Attuativo è stato approvato definitivamente. Si tratta dell’unico caso in tutta la Lombardia che ha “goduto” dell’intervento dell’incaricato inviato dalla Regione, grazie alla lr 31/14, dal fuorviante titolo “Per il contenimento del Consumo di Suolo”, che nella realtà ha bloccato la possibilità dei Comuni di abbassare le volumetrie dei progetti edificatori.
In questo video, realizzato lo scorso autunno, potete ammirare alcuni dei terreni su cui Berlusconi ha ottenuto il consenso politico, ma non certo dei cittadini, a costruire. Gli immensi prati e i boschetti sono a ridosso del Parco Agricolo Sud Milano e di un lago ad alto valore naturale. Si tratta di aree che i cittadini, da diversi decenni, sentono e vivono come un bene comune e come tale è infatti utilizzato, anche se ultimamente sono stati apposti cancelli per sbarrare il passaggio.
Ringraziamo per la realizzazione del video Roberto Schena de “Il Cielo su Milano”.