Fervono i lavori per Risi e Bici
una pista ciclabile da Naviglio a Naviglio
per lasciare a casa l’auto e scoprire il territorio
17 settembre 2018. Una bicivia che congiunge i Navigli e che permette di partire dalla stazione ferroviaria di Gaggiano (raggiungibile facilmente e in pochi minuti dai milanesi con due treni all’ora), attraversare il Naviglio Grande, puntare a est nelle vaste campagne di Rosate e Noviglio, sino a Binasco e alla ciclovia Milano-Pavia sulle sponde del Naviglio Pavese.
Risi e Bici si snoda per 33 chilometri, di cui la maggior parte percorsi già esistenti, che verranno riqualificati e connessi tra loro attraverso nuovi tratti, a formare un lungo asse di mobilità sostenibile destinato a pendolari -da ciò l’importanza dei punti di scambio con la ferrovia a Gaggiano e la stazione degli autobus di Binasco-e ai vacanzieri della domenica, che potranno facilmente evadere dalla metropoli e scorrazzare in un territorio ricco di risaie e cascine, visitando angoli di storia intatti.
Oltre al sunnominato sistema dei Navigli, non mancano elementi di grande interesse artistico: tanto per citare a caso, il centro storico di…
Fervono i lavori per Risi e Bici
una pista ciclabile da Naviglio a Naviglio
per lasciare a casa l’auto e scoprire il territorio
17 settembre 2018. Una bicivia che congiunge i Navigli e che permette di partire dalla stazione ferroviaria di Gaggiano (raggiungibile facilmente e in pochi minuti dai milanesi con due treni all’ora), attraversare il Naviglio Grande, puntare a est nelle vaste campagne di Rosate e Noviglio, sino a Binasco e alla ciclovia Milano-Pavia sulle sponde del Naviglio Pavese.
Risi e Bici si snoda per 33 chilometri, di cui la maggior parte percorsi già esistenti, che verranno riqualificati e connessi tra loro attraverso nuovi tratti, a formare un lungo asse di mobilità sostenibile destinato a pendolari -da ciò l’importanza dei punti di scambio con la ferrovia a Gaggiano e la stazione degli autobus di Binasco-e ai vacanzieri della domenica, che potranno facilmente evadere dalla metropoli e scorrazzare in un territorio ricco di risaie e cascine, visitando angoli di storia intatti.
Oltre al sunnominato sistema dei Navigli, non mancano elementi di grande interesse artistico: tanto per citare a caso, il centro storico di Gaggiano e il suo borgo di Vigano Certosino, il castello di Rosate e quello di Binasco (ambedue sedi dei rispettivi municipi). A intervallare il paesaggio si incontrano splendide cascine e non mancano aree di pregio ambientale come l’Oasi di Pasturago e l’area naturale di Coazzano-Rosate (se volete conoscere meglio le bellezze di questi territori, vi rimandiamo alla sezione Comuni e Bellezze del Parco Sud del nostro sito).
Questo tracciato di Risi e Bici all’interno del Parco Sud fa parte di un più ampio progetto regionale, denominato La Via delle Risaie, che prevede un percorso di 308 km lungo tutta la bassa lombarda, collegando le aree piemontesi della Lomellina con quelle del territorio di Verona.
I costi, i tempi di realizzazione e il Bastian contrario
Il progetto vede capofila il comune di Binasco, che ha coinvolto gli altri tre Comuni, e la Regione Lombardia. Quest’ultima ha attinto a fondi europei che spingono alla creazione di connessioni tra la mobilità dolce e il trasporto pubblico. I comuni coprono il 30% dell’investimento complessivo, che ammonta a poco più di 930mila euro. Tanti soldi, si dirà, ma nel progetto (per saperne di più clicca qui) sono evidenziati i benefici: meno emissioni di CO2 e risparmio su diesel e altri combustibili bruciati dlle auto e respirati da tutti noi.
I tempi di realizzazione sono ben definiti: entro il 2020 il circuito dovrà essere in funzione, pena la decadenza dei finanziamenti, e questa data può essere rispettata, dato che vi è la piena disponibilità di tutti i terreni interessati.
Proprio per rispettare queste regole ferree e di buon senso, è saltato un prolungamento verso est che avrebbe dato un’importanza ben maggiore al progetto: il comune proponente e i progettisti hanno cercato di proseguire oltre il Naviglio Pavese, sino all’Oasi di Lacchiarella e alla limitrofa stazione ferroviaria di Villamaggiore (sulla tratta Milano-Pavia). Purtroppo, questa connessione è saltata perché un agricoltore di Casarile si è opposto all’attraversamento dei suoi terreni da parte della pista. A nulla sono valse le garanzie di impatto nullo e la non interferenza con le attività produttive. La mancanza di tempo e la difficoltà a trovare soluzioni alternative hanno per il momento bloccato tale prolungamento.
L’Ente Parco Sud che fa?
A fronte di tanti agricoltori che hanno imparato ad apprezzare il Parco Sud e i suoi benefici, purtroppo sussistono rari casi di loro colleghi che considerano il loro suolo inviolabile, non comprendendo le positive ricadute –anche in termini economici- di questa fruizione “dolce”. E così, invece di affiancare alle proprie attività produttive attività economiche integrative di agriturismo (a partire dalla vendita diretta di prodotti), si chiudono a riccio. Sono casi isolati -a Zibido San Giacomo non si è riusciti a terminare sino a Basiglio la rete ciclopedonale di Camminando sull’Acqua- che non consentono di migliorare tutto il territorio. Ed è un dato di fatto che, mentre per strade e autostrade (che danneggiano obiettivamente l’agricoltore) si va avanti a colpi di espropri, per la mobilità ciclistica manca totalmente la sensibilità/volontà politica di raggiungere un obiettivo di rilievo per la salute e l’ambiente.
Anche in questo progetto, il Parco Agricolo Sud Milano ha un ruolo totalmente passivo. L’Ente, che avrebbe dovuto da decenni redigere il Piano della Fruizione, stimolando e coordinando così anche la creazione di una rete ciclistica, ha invece un ruolo marginale di verifica: un parere di conformità, una firma e via. E se per il presente questo può essere imputato all’impatto della difettosa legge delle Città metropolitane, per il passato non sussistono giustificazioni.