Il TAR Lombardia pone forti limiti edificatori
a Infrafin per la Città Nuova a Rozzano
per il progetto da 1 milione di mc e 5.600 abitanti
25 maggio 2018. Dopo la notizia di questi giorni, che pone Rozzano tra i comuni a più alto inquinamento di biossido d’azoto -i diesel sono il peggiore nemico- riportiamo con ulteriore soddisfazione la decisione del Tar Lombardia (II Sezione di Milano) in merito alla prevista edificazione della Città Nuova a Rozzano: in sintesi, il tribunale ha rigettato in toto il ricorso di Infrafin, accogliendo le controdeduzione presentate dall’allora Provincia (ora Città Metropolitana di Milano), fatto che riduce fortemente le possibilità di edificare l’area.
La Città Nuova è un progetto esteso anche su 551.700 mq di aree agricole che nel 1990, impropriamente, furono escluse dal Parco Sud, ma che al Parco sono adiacenti e che del Parco sarebbero una naturale estensione.
Il PGT di Rozzano (Piano Governo Territorio, dicembre 2012) prevede l’edificabilità (consumo di suolo) di 378mila mq per una volumetria di quasi un milione di metri cubi.
L’area è situata a ovest del naviglio pavese, vicino alla tangenziale e al confine con Assago…
Il TAR Lombardia pone forti limiti edificatori
a Infrafin per la Città Nuova a Rozzano
per il progetto da 1 milione di mc e 5.600 abitanti
25 maggio 2018. Dopo la notizia di questi giorni, che pone Rozzano tra i comuni a più alto inquinamento di biossido d’azoto -i diesel sono il peggiore nemico- riportiamo con ulteriore soddisfazione la decisione del Tar Lombardia (II Sezione di Milano) in merito alla prevista edificazione della Città Nuova a Rozzano: in sintesi, il tribunale ha rigettato in toto il ricorso di Infrafin, accogliendo le controdeduzione presentate dall’allora Provincia (ora Città Metropolitana di Milano), fatto che riduce fortemente le possibilità di edificare l’area.
La Città Nuova è un progetto esteso anche su 551.700 mq di aree agricole che nel 1990, impropriamente, furono escluse dal Parco Sud, ma che al Parco sono adiacenti e che del Parco sarebbero una naturale estensione.
Il PGT di Rozzano (Piano Governo Territorio, dicembre 2012) prevede l’edificabilità (consumo di suolo) di 378mila mq per una volumetria di quasi un milione di metri cubi.
L’area è situata a ovest del naviglio pavese, vicino alla tangenziale e al confine con Assago: qui avrebbero dovuto trovare posto diversi edifici, anche terziari, e l’insediamento di circa 5.600 abitanti, andando così a congestionare ulteriormente le già fortemente trafficate arterie stradali.
Entrando nel dettaglio della sentenza, Infrafin, nel suo ricorso aveva chiesto l’annullamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, che ha inserito l’area negli “Ambiti di rilevanza Paesitica” e cioè soggetti a importanti limitazioni nella realizzazione degli edifici, con particolare riguardo alla loro altezza che non può essere maggiore “a quella degli edifici presenti nel nucleo di antica formazione” (Rozzano Vecchia).
Urbanisti o procacciatori di business?
Un’altra lamentela del proprietario terriero era l’inclusione di Cascina Nuova – benché molto degradata – negli “insediamenti rurali di interesse storico”. Anche in questo caso i giudici hanno dato ragione alla Provincia, sottolineando che comunque “gli insediamenti rurali costituiscono elementi costitutivi della trama fondamentale del territorio agricolo”. In effetti, se avessero svolto bene il loro ruolo di urbanisti, gli estensori del PGT avrebbero dovuto (e lo scrivono i giudici del TAR) tener conto che “gli ambiti paesaggistici non rappresentano esclusivamente uno stato di fatto, ma intendono anche esprimere la necessità di avviare un processo di costruzione del paesaggio perseguendo obiettivi quali le integrazioni delle istanza ambientali e paesaggistiche nei processi di trasformazione urbana e territoriale, il mantenimento della biodiversità, la creazione di elementi naturalistici di qualità polivalenti, il recupero delle aree degradate, quali occasioni per una vasta riqualificazione del contesto paesistico ecc. Tali ambiti non precludono l’edificazione”.
E, sciorinando una serie di sentenze pregresse, il Piano territoriale della Regione Lombardia e quello della Provincia, i giudici praticamente impongono – per tale area – di perseguire tali fini. E soprattutto, come già previsto dal PGT la realizzazione del comparto a un accordo di programma con la Provincia e con L’Ente Parco Agricolo Sud Milano.
Tutto da rifare per la proprietà, allora? Staremo a vedere, anche perché certamente Infrafin, non lascerà cadere tutto nel cestino dei rifiuti. Con ogni probabilità ricorrerà al Consiglio di Stato. Confidiamo che il Comune di Rozzano, scegliendo con chi stare, opti per difendere la Provincia. E speriamo che, nel caso, anche il Consiglio di Stato si attenga alle leggi di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, valore per tutta la collettività, mettendo in secondo piano gli interessi privati.