Nuove nidiate di cicogne in Lombardia
tutto procede bene ma qualcuna esagera
e si piazza su una gru di un cantiere attivo
19 maggio 2018. Strabiliante, anomalo, sorprendente, singolare ….e chi ne ha più ne metta. La foto, inequivocabile, è dell’ornitologo Pierfrancesco Coruzzi, responsabile del progetto cicogne della Lipu ma, pur fidandoci ciecamente, abbiamo voluto verificare di persona. Siamo nella campagna pavese non molto distanti dal Parco Agricolo Sud Milano, più precisamente a Sant’Alessio con Vialone, un piccolo borgo famoso per un’oasi privata, situata intorno a uno splendido castello, che ha avuto un ruolo di rilievo nella reintroduzione delle cicogne in Lombardia. Non a caso, nel piccolo borgo nidificano ben 13 coppie. Anzi, da quest’anno dobbiamo aggiungerne un’altra. Perché, approfittando di un fermo lavori al cantiere che sta ampliando la struttura -gestita dalla fondazione Il Tiglio- di un centro diurno per ragazzi svantaggiati, in quattro e quattr’otto, una nuova coppia si è insediata sopra la gru. Ieri, dalle sponde del nido, si vedeva chiaramente la testa di almeno un piccolo, segno che i lavori del cantiere proseguono, ma con la massima attenzione, come è necessario in presenza di questa specie protetta. Poi, una volta presa il volo la nidiata, si vedrà con Lipu dove spostare il nido.
Intanto, nel complesso, il ritorno stagionale delle cicogne nella Pianura Lombarda segna al momento un incremento di individui e nidi. “Quest’anno la stagione delle cova è indietro –commenta Coruzzi- e qualche sorpresa positiva potrebbe ancora esserci. D’altronde, una decina di giorni fa, sullo stretto di Messina è stato avvistato il transito di un sostanzioso gruppo di individui, diretti verso il nord. Speriamo solo che non ci siano sorprese negative, come la cicogna trovata morta in questi giorni senza cause apparenti (l’autopsia ha escluso l’avvelenamento) o come il caso dello scorso anno di un esemplare colpito da un fulmine”.
Intanto, reiteriamo l’invito a segnalarci gli avvistamenti, che gireremo alla Lipu. La rete di umani sensibili e attenti è essenziale per consolidare il trend al ritorno di questa specie che, fino a qualche decennio fa, per noi del Basso Milanese apparteneva solo al mondo delle favole.