Ispra sonda le acque e trova pesticidi
nel 67% dei casi. In Lombardia si sale al 73,1%.
Italia prima in Europa per consumo di pesticidi
11 maggio 2018. È il glifosate l’erbicida con il maggior numero di superamenti: nelle acque superficiali, il glifosate, insieme al suo metabolita AMPA, è l’erbicida che presenta il maggior numero “sforamenti” nelle 5 regioni in cui è ricercato (nel biennio precedente erano monitorati solo in Lombardia). Nel 2016, infatti, entrambe le sostanze risultano superiori agli standard di qualità ambientale per le acque (Sqa) previsti dalla norma rispettivamente nel 24,5% e nel 47,8% dei siti monitorati per le acque superficiali.
Nel 2016 salgono a 400 i pesticidi ricercati e arrivano a 259 quelli trovati nelle acque: pesticidi nel 67% dei 1.554 punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 33,5% dei 3.129 punti delle acque sotterranee: gli erbicidi rimangono le sostanze riscontrate con maggiore frequenza principalmente per le modalità e il periodo di utilizzo che ne facilita la migrazione nei corpi idrici, ma aumenta significativamente anche la presenza di fungicidi e insetticidi. I dati sono stati presentati ieri da ISPRA, l’agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente, che ha valutato, nell’insieme, le valutazioni fornite dalle Agenzie regionali per l’ambiente (ARPA). L’Italia, intanto, consolida la propria posizione al vertice della classifica dei Paesi che consumano più pesticidi in Europa: secondo i dati Eurostat, infatti, impiega oltre il 40% di fitofarmaci in più rispetto alla Francia, sebbene il Paese d’Oltralpe abbia il doppio delle superfici agricole…
Ispra sonda le acque e trova pesticidi
nel 67% dei casi. In Lombardia si sale al 73,1%.
Italia prima in Europa per consumo di pesticidi
11 maggio 2018. È il glifosate l’erbicida con il maggior numero di superamenti: nelle acque superficiali, il glifosate, insieme al suo metabolita AMPA, è l’erbicida che presenta il maggior numero “sforamenti” nelle 5 regioni in cui è ricercato (nel biennio precedente erano monitorati solo in Lombardia). Nel 2016, infatti, entrambe le sostanze risultano superiori agli standard di qualità ambientale per le acque (Sqa) previsti dalla norma rispettivamente nel 24,5% e nel 47,8% dei siti monitorati per le acque superficiali. Nel 2016 salgono a 400 i pesticidi ricercati e arrivano a 259 quelli trovati nelle acque: pesticidi nel 67% dei 1.554 punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 33,5% dei 3.129 punti delle acque sotterranee: gli erbicidi rimangono le sostanze riscontrate con maggiore frequenza principalmente per le modalità e il periodo di utilizzo che ne facilita la migrazione nei corpi idrici, ma aumenta significativamente anche la presenza di fungicidi e insetticidi. I dati sono stati presentati ieri da ISPRA, l’agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente, che ha valutato, nell’insieme, le valutazioni fornite dalle Agenzie regionali per l’ambiente (ARPA).
L’Italia, sebbene con minore superficie agricola, impiega oltre il 40% di fitofarmaci in più rispetto alla Francia
Risulta in ripresa la vendita di pesticidi: nei campi lombardi ogni anno ne vengono distribuite 10.000 tonnellate. I dati pubblicati da ISPRA sulla presenza di pesticidi nelle acque italiane sono più di un campanello d’allarme: l’agricoltura italiana nel suo complesso vede crescere in modo molto preoccupante il proprio peso sull’ambiente e sulla salute, attraverso un uso indiscriminato di prodotti chimici. Nel 2013 le vendite erano scese sotto le 120.000 tonnellate, ma gli anni 2014 e 2015 hanno segnato una vistosa impennata, con una crescita superiore al 10%, che ha portato l’Italia a consolidare la propria posizione al vertice della classifica dei Paesi che consumano più pesticidi in Europa. Secondo i dati Eurostat, infatti, l’Italia impiega oltre il 40% di fitofarmaci in più rispetto alla Francia, sebbene il Paese d’Oltralpe abbia il doppio delle superfici agricole.
Si tratta di una tendenza che ha pesanti ricadute sia sulla salute dei consumatori che sull’ambiente, in particolare sull’inquinamento di acque e suolo, ma anche sulla reputazione vantata dal Made in Italy agroalimentare italiano: “È scorretto affermare che i pesticidi servono a debellare i nemici naturali delle colture: la verità è che essi servono fondamentalmente a intossicare l’ambiente in cui vengono impiegati – dichiara Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – Uno studio del Centro Comune di Ricerca di Ispra della Commissione europea, che impiega scienziati per svolgere ricerche al fine di fornire consulenza scientifica indipendente e sostegno alla politica dell’Ue, infatti, rivela che nell’impiego di insetticidi soltanto lo 0,1 per cento dei principi attivi usati nei campi raggiungono l’obiettivo per cui sono stati usati, il resto è destinato a raggiungere le acque superficiali e le falde: gli agricoltori pagano prezzi salatissimi semplicemente per inquinare l’ambiente in cui lavorano!”
Legambiente chiede l’intervento della Regione Lombardia
La Lombardia non fa eccezione rispetto alle tendenze che ISPRA ha indagato con la sua rete di monitoraggio in tutta Italia. Di 320 punti di prelievo su fiumi e laghi lombardi, ben 234 (il 73,1%) sono contaminati da pesticidi, appartenenti a 61 sostanze tra principi attivi e molecole ancora attive derivanti dalla loro parziale degradazione. Pesticidi anche nelle acque sotterranee: precisamente, su 474 punti di monitoraggio della falda, ne sono stati trovati inquinati ben 125, oltre il 26%. E non parliamo solo di tracce: nella maggior parte dei casi, i referti analitici riportano livelli di contaminazione superiori agli Standard di Qualità Ambientale. Anzi la Lombardia è la regione che batte tutte le altre, quanto a superamenti dei livelli considerati accettabili: si misurano concentrazioni di pesticidi superiori alle soglie in ben 158 punti della rete di monitoraggio delle acque superficiali, quindi quasi il 50% dei punti di prelievo, e in 50 di quella per le acque di falda. Situazioni in cui, dunque, è seriamente minacciata la salute umana e dell’ambiente.
“Da troppo tempo il settore agricolo è considerato una specie di ‘zona franca’ rispetto all’applicazione di norme adeguatamente severe per la protezione dell’ambiente e delle acque: una situazione che non siamo più disposti ad accettare – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Chiediamo all’assessore regionale Rolfi un deciso intervento. In una regione ad alta intensità agricola e zootecnica come la Lombardia è arrivato il momento di mettere un argine alle incursioni dell’agroindustria sui campi i cui prodotti sono destinati a diventare alimenti. È ora di finirla con un modello agricolo che dipende così fortemente da prodotti chimici inquinanti. Occorre dimostrare nei fatti di avere a cuore la qualità dei prodotti e la salute dei cittadini, a partire da quelli più esposti a sostanze chimiche tossiche, che sono gli agricoltori stessi”.
Servono strumenti concreti di riduzione ed eliminazione dei pesticidi al centro delle misure della nuova Politica agricola comunitaria (Pac) e dei Piani di sviluppo rurale, ancora troppo incentrati sull’agricoltura conservativa che fa largo uso di queste sostanze.