Primo mese scoppiettante
per le Sentinelle dell’Associazione Parco Sud
Ecco le loro scoperte nel territorio
6 marzo 2018. A fine gennaio, una ventina di persone attive e sgambettanti si è costituita come gruppo delle sentinelle dell’Associazione per il Parco Sud Milano, per non rimanere passivi rispetto alle discariche che appaiono all’improvviso, all’inquinamento di un corso d’acqua e ai tanti altri segni di incuria del territorio. Il degrado può essere contrastato, sapendo magari chi chiamare: e qui entra in campo l’Associazione Parco Sud, che può attivarsi verso la polizia locale e le altre poche (pochissime) presenze istituzionali di controllo.
Diciamo subito che il territorio visionato è una piccola fetta del Parco: Assago, Basiglio, Buccinasco, Lacchiarella, Locate Triulzi, Pieve Emanuele e Rozzano. E’ però un’estensione di molti km quadrati, e le segnalazioni non sono mancate. A volte, come questo video, evidenziano lo stupore delle scoperte durante le camminate (un “Incontro Ravvicinato” con un airone sotto la neve), altre sono vere e proprie denunce…
Primo mese scoppiettante
per le Sentinelle dell’Associazione Parco Sud
Ecco le loro scoperte nel territorio
6 marzo 2018. A fine gennaio, una ventina di persone attive e sgambettanti si è costituita come gruppo delle sentinelle dell’Associazione per il Parco Sud Milano, per non rimanere passivi rispetto alle discariche che appaiono all’improvviso, all’inquinamento di un corso d’acqua e ai tanti altri segni di incuria del territorio. Il degrado può essere contrastato, sapendo magari chi chiamare: e qui entra in campo l’Associazione Parco Sud, che può attivarsi verso la polizia locale e le altre poche (pochissime) presenze istituzionali di controllo.
Le principali segnalazioni
Diciamo subito che il territorio visionato è una piccola fetta del Parco: Assago, Basiglio, Buccinasco, Lacchiarella, Locate Triulzi, Pieve Emanuele e Rozzano. E’ però un’estensione di molti km quadrati, e le segnalazioni non sono mancate. A volte, come questo video, evidenziano lo stupore delle scoperte durante le camminate (un “Incontro Ravvicinato” con un airone sotto la neve), altre sono vere e proprie denunce.
Alcune le avete potute già leggere su queste pagine, come i presunti avvelenamenti di nutrie a Basiglio attraverso frutta sparsa nei prati, di cui non si sa ancora l’esito degli esami, e il caso di inquinamento da oli nel Naviglio Pavese (in questo caso la risposta delle istituzioni è stata pronta, anche se non si è ancora trovato il colpevole).
I corsi d’acqua sono stati i casi più seguiti, e il fatto di essere in rete ha permesso spesso in tempo reale il controllo su più punti, delimitando così l’estensione degli inquinamenti. Il caso più emblematico è la roggia Brianzona ad Assago, dove esce da un lungo tratto intubato proveniente da Buccinasco. La ragione individuata era una immissione di acque di fogna, ma il pronto intervento di AmiAcque (la società pubblica che gestisce il ciclo delle acque nel sud Milano) non ha ancora risolto il problema: le acque nere continuano a inquinare questa roggia, segno incontrovertibile che la tombinatura nasconde immissioni di fognature non mappate. La nostra contrarietà ai progetti di Assago su coperture di nuovi tratti di roggia non è solo di principio, ma si basa su elementi reali.
Rifiuti abbandonati sono stati ritrovati ad Assago (località Balzanella) e Pieve Emanuele, nel quartiere di Fizzonasco e al confine con Siziano. In tutti i casi è stata fatta una segnalazione alla polizia locale e in un caso è stato ritrovato un pass personale, che potrebbe aiutare a risalire agli incivili che gettano immondizia in giro. Più difficili da verificare sono stati i casi di odori persistenti e di spari.
Tanti occhi per il territorio
Nel complesso, quindi, un primo mese più che soddisfacente. Non si voleva né si sarebbe potuto sostituirsi alle poche forze pubbliche che vigilano il territorio, come le GEV (Guardie Ecologiche Volontarie) con la loro preziosa presenza. Ma dare una mano sì. Ora bisogna strutturarsi meglio, perché per molti problemi non bastano segnalazioni, ma serve un’azione di controllo prolungata nel tempo.
E magari si può allargare il campo d’azione, costituendo ad esempio dei gruppi in altre zone. Non serve tanto tempo o chissà quali competenze. La cosa più importante è passare oltre la rassegnazione o la rabbia che gli scempi nel territorio ci procura. Come? Facendosi rete e agendo con spirito positivo e di servizio. Perché le Amministrazioni in genere rispondono alle sollecitazioni e, nel caso non lo facciano, possiamo sempre opportunamente stimolarle.