Per coprire la Roggia Corio Assago
il Comune afferma che è insicura
Beh, allora c’è da tombinare tutto il sud Milano
16 febbraio 2018. L’incontro di mercoledì scorso, tra l’assessore all’urbanistica di Assago Mario Burgazzi il presidente dell’Associazione per il Parco Sud Renato Aquilani, l’ambientalista locale Davide Gelmini e il consigliere M5S Maurizio Lo Presti, ha dimostrato che il tempo per dialogare c’è; che poi ci sia anche la voglia, è un altro paio di maniche.
Infatti, la tombinatura di due tratti di circa 200 metri nel centro abitato di Assago non è ancora un progetto, ma è solo al momento una volontà politica dell’Amministrazione di Assago. Il progetto è in corso di redazione da parte di Cap Holding (società pubblica che gestisce il ciclo delle acque nel milanese) e ha lo scopo di realizzare una pista ciclabile.
Nulla di male favorire la mobilità su due ruote, ma ci si chiede se sia proprio necessario chiudere una roggia, senza neanche provare a cercare delle alternative, magari a fianco del corso d’acqua.Se all’inizio le motivazioni addotte erano di criticità attinenti igiene pubblica e si sicurezza…
Per coprire la Roggia Corio Assago
il Comune afferma che è insicura
Beh, allora c’è da tombinare tutto il sud Milano
16 febbraio 2018. L’incontro di mercoledì scorso, tra l’assessore all’urbanistica di Assago Mario Burgazzi il presidente dell’Associazione per il Parco Sud Renato Aquilani, l’ambientalista locale Davide Gelmini e il consigliere M5S Maurizio Lo Presti, ha dimostrato che il tempo per dialogare c’è; che poi ci sia anche la voglia, è un altro paio di maniche.
Infatti, la tombinatura di due tratti di circa 200 metri nel centro abitato di Assago non è ancora un progetto, ma è solo al momento una volontà politica dell’Amministrazione di Assago. Il progetto è in corso di redazione da parte di Cap Holding (società pubblica che gestisce il ciclo delle acque nel milanese) e ha lo scopo di realizzare una pista ciclabile.
Nulla di male favorire la mobilità su due ruote, ma ci si chiede se sia proprio necessario chiudere una roggia, senza neanche provare a cercare delle alternative, magari a fianco del corso d’acqua.
Ci occupiamo di questa vicenda da quasi due anni (per il primo articolo, clicca qui) e, dopo scambi di lettere, ora per la prima volta siamo entrati nel merito.
Se all’inizio le motivazioni addotte erano di criticità attinenti igiene pubblica e si sicurezza, per gli aspetti sanitari la questione è rientrata. Proprio il fatto che in quel tratto la roggia sia scoperta, ha permesso agli ambientalisti locali di localizzare il problema (l’immissione di un corso d’acqua tombinato declassato a fogna, senza che il Comune ne sapesse nulla) e a Cap Holding di risolvere il problema.
Sulla pericolosità, l’assessore ha parlato di situazione evidente, come la mancanza di sponde protette in un tratto della Corio. Sulla sicurezza non si scherza, perché è l’unica eccezione della normativa vigente sul divieto di copertura dei corsi d’acqua. E proprio per questo non ci può accontentare di una affermazione così generica. A quanto ci risulta, nei decenni passati non ci sono stati casi di pedoni, bici o auto caduti dentro la roggia. E se dovessimo pensare ai pericoli potenziali, ci sarebbe da tombinare la quasi totalità dei corsi d’acqua del sud Milano, visto che costeggiano quasi costantemente strade, viottoli e piste ciclabili.
In attesa di una qualche perizia che ne attesti il rischio, su cui faremo le necessarie verifiche e -se necessario- una controperizia di esperti, rimaniamo aperti al dialogo perché siamo convinti delle nostre buone motivazioni.
Chiudere una roggia non è sbagliato per motivi ideologici o di principio. E’ un dato di fatto che se la roggia Corio fosse stata coperta nel tratto, le acque di questo corso che passano di fianco all’ospedale Humanitas di Rozzano sarebbero ancora cariche di liquami e maleodoranti, come pure quelle che attraversano il centro di Pieve Emanuele.
E poi c’è un altro aspetto incontrovertibile: questo tratto di roggia scoperta non avrà grandi valori paesaggistici, ma per sempre è un pezzo di natura che si insinua nel nostro cemento. Non è un caso che oggi, mentre si stava fotografando la roggia per questo articolo,si sia disturbata e fatta alzare in volo una coppia di germani. Sì, proprio a poche decine di metri degli edifici di vetro-cemento di una grande concessionaria di auto, magari stavano per fare un nido.