Legge ammazzasuolo: aleggia lo spettro
del mega quartiere Città Nuova di Rozzano
il progetto è stato depositato al Comune: e ora?
21 novembre 2017. La pioggerella uggiosa non ha fermato i cittadini di Rozzano presenti alla serata organizzata dall’Associazione culturale Rozzano Oggi e dal periodico di informazione web Piazzafoglia lo scorso 9 novembre.
Si è parlato di consumo del suolo e di riqualificazione del centro urbano, ma il piatto forte è stato il ritorno di fiamma del progetto Città Nuova, un milione di metri cubi che il faraonico Piano di Governo del Territorio (PGT) di Rozzano ha pianificato di ficcarli nell’unico territorio agricolo di rilievo dell’ipertrofico comune: un’area vasta ma strettamente delimitata da barriere funzionali: a ovest l’autostrada dei Fiori, a nord la tangenziale ovest e a est il Naviglio e la trafficata ex Statale dei Giovi. Per capire l’impatto di questo quartiere misto (terziario+residenziale) riprendiamo l’elaborazione grafica di Paolo Lozza (esperto di Legambiente e rappresentante degli ambientalisti nel direttivo dell’Ente Parco Agricolo Sud Milano) che in termini efficaci dà un’idea delle cubature che verranno costruite, espresse in un’innovativa unità di misura: in pratica, calcoli alla mano, ci costruiranno qualcosa come sei grattacieli Pirelli di Milano! Il risveglio del cemente dormiente…
Legge ammazzasuolo: aleggia lo spettro
del mega quartiere Città Nuova di Rozzano
il progetto è stato depositato al Comune: e ora?
21 novembre 2017. La pioggerella uggiosa non ha fermato i cittadini di Rozzano presenti alla serata organizzata dall’Associazione culturale Rozzano Oggi e dal periodico di informazione web Piazzafoglia lo scorso 9 novembre.
Si è parlato di consumo del suolo e di riqualificazione del centro urbano, ma il piatto forte è stato il ritorno di fiamma del progetto Città Nuova, un milione di metri cubi che il faraonico Piano di Governo del Territorio (PGT) di Rozzano ha pianificato di ficcarli nell’unico territorio agricolo di rilievo dell’ipertrofico comune: un’area vasta ma strettamente delimitata da barriere funzionali: a ovest l’autostrada dei Fiori, a nord la tangenziale ovest e a est il Naviglio e la trafficata ex Statale dei Giovi. Per capire l’impatto di questo quartiere misto (terziario+residenziale) riprendiamo l’elaborazione grafica di Paolo Lozza (esperto di Legambiente e rappresentante degli ambientalisti nel direttivo dell’Ente Parco Agricolo Sud Milano) che in termini efficaci dà un’idea delle cubature che verranno costruite, espresse in un’innovativa unità di misura: in pratica, calcoli alla mano, ci costruiranno qualcosa come sei grattacieli Pirelli di Milano!
Il risveglio del cemento dormiente
Dall’approvazione del PGT da Rozzano -osteggiato con argomentazioni più che valide da molti cittadini, dalla nostra associazione e da Legambiente- sono passati 5 anni di assoluto silenzio. Ma a fine maggio la proprietà (un’immobiliare paritetica delle società Bastogi e Brioschi, quest’ultima controllata dalla famiglia Cabassi) ha messo sul tavolo del Comune l’Istanza di Attuazione. La data ha un significato ben preciso, come ha affermato nella serata Pietro Mezzi, consigliere delegato alla pianificazione territoriale di Città Metropolitana: “Il protocollo avviene due giorni prima della scadenza della clausola capestro contenuta legge 31 del 2014 che, invece di promuovere la riduzione del consumo di suolo, ha nei fatti dato il via libera per trenta mesi a tutti i progetti inseriti nei PGT comunali”. Così, a pochi giorni da questa scadenza, centinaia di immobiliari sono andate a protocollare i progetti attuativi nei comuni lombardi.
Pronti? Via, si parte! O forse no
Tornando al progetto Città Nuova, la presenza nella serata di Luigi Pezzoli, presidente del Consiglio di amministrazione di Brioschi sviluppo immobiliare, non ha chiarito molto le intenzioni dei proprietari: “le immobiliari hanno una strategia di lungo termine e non è un caso che siamo proprietari dell’area già dagli anni ‘70”. Al tempo stesso, però, ha parlato di privilegiare lo sviluppo del terziario, ben oltre il 50% delle cubature, costruendo inizialmente a nord della tangenziale ovest, nell’appezzamento di terreno libero a ridosso degli esistenti edifici del quartiere uffici di Milano Fiori.
Ora tocca agli Amministratori esprimersi, anche se -come detto- la legge regionale “ammazzasuoli” concede pochi o nulli margini di manovra. Un aspetto poco noto sono state le diatribe giudiziarie davanti al TAR tra comune e Provincia di Milano da una parte, e la proprietà. La disputa è per ora finita con una sentenza a favore di questi ultimi e, a parte molte questioni complesse, un aspetto balza agli occhi: gli immobiliaristi tratteranno solo con il comune e non si potrà aprire un tavolo con Città Metropolitana e comuni limitrofi, per cercare di porre rimedio all’imponente impatto, soprattutto viabilistico, di questo nuovo quartiere.
Per la verità, Pezzoli ha convenuto che si tratta di un intervento su scala metropolitana e che, ora che è stato deposto il piano attuativo, si può allargare la discussione. Vedremo se si è trattato di un’apertura concreta al dialogo, oppure i giochi sono di fatto chiusi. Con buona pace dei rozzanesi e di tutti gli abitanti di una ampia fascia del sud Milano (vedi nostro precedente articolo sul tema).
Diritti imperituri o privilegi?
Sembrano tutti ai blocchi di partenza: grandi immobiliari quotate in Borsa con interi quartieri da costruire e tante piccole imprese in progetti minori ma non meno invasivi. Tutte a portare a casa il diritto di edificare in un territorio che già oggi non regge le maree di traffico dei pendolari da e per Milano. Ogni progetto va avanti per la sua strada, analizzando compiutamente i propri impatti ma ben guardandosi di traguardare il territorio nel suo complesso e sommare gli effetti nefasti. Ci vuole il coraggio politico da parte di Città Metropolitana e Regione nel prendere atto dell’insostenibilità di tutti questi progetti edilizi nel loro complesso.
Il consumo di suolo in questo territorio non è più una questione accademica o paesaggistica, ma è una sorta di melassa fatta da lunghe code automobilistiche lungo le poche (e sempre le stesse) direttrici verso Milano e uno smog percepibile dai finestrini delle auto e dai marciapiedi.
È altresì vergognoso che in cinque anni Governo e Parlamento non siano riusciti a produrre uno straccio di legge sul consumo del suolo: proposte tante, ma tutte si sono infrante davanti ai robusti muri della lobby del mattone. Almeno, nella passata legislatura, Monti ci aveva messo la faccia e la sua firma su un progetto di governo.
Un’ultima considerazione. Il rappresentante della società Brioschi ha affermato che l’area di Rozzano è edificabile dagli anni ’70. Ma se in quasi 50 anni una società quotata in Borsa e con le spalle robuste non ha voluto attuare quanto gli era concesso, ha senso ora continuare a reiterare questi diritti di consumo del suolo? Tenendo altresì presente che nel frattempo sono sorte intere cittadelle, come Milano 3 a Basiglio, e comunelli nel circondario di meno di mille abitanti sono più che decuplicati come abitanti (e come traffico!).
Insomma, per farla breve, i diritti urbanistici non scadono mai? Passano le generazioni, cambiano i territori, ma queste norme resistono al tempo. Il legislatore non ha niente da eccepire?
Se così fosse, speriamo solo che qualche archeologo trovi nel nostro territorio qualche reperto proto-celtico, che attesti l’assoluta inedificabilità dell’area, magari per ragioni religiose. Qualche millennio, in questo caso, dovrebbe avere più peso di pochi decenni!