Edilizia selvaggia e copertura di corsi d’acqua
a Livorno ma anche nel Parco Sud
24 ore per firmare la petizione Salvailsuolo
11 settembre 2017. Il rimpallo delle colpe sull’ultima delle tragedie ambientali non ci interessa più di tanto. Ci preoccupa di più che a Livorno, come in tantissimi altri casi, si sia tombinato un corso d’acqua, quello che sembra un rigagnolo. Intorno al Rio Maggiore (il nome non doveva far sorgere qualche dubbio?), tombinato e declassato a una cloaca, sono sorte tante belle (o brutte) case e ci si è dimenticati di cosa correva sotto (vedi infografica tratta da Il Corriere della Sera di oggi). Non passa anno che casi analoghi non siano riportati dalle cronache: nazionali o, se i danni sono limitati, solo locali.
Domani è l’ultimo giorno per firmare la petizione Salvailsuolo: la stragrande maggioranza di voi l’avrà già fatto, ora tocca ai ritardatari, ai dubbiosi, a quelli che “…prima mi informo, poi firmo”. Bene, 24 ore sono più che sufficienti per farlo. E se pensate che il consumo del suolo e la tombinatura dei corsi d’acqua siano problemi importanti ma “lontani”, vi facciamo un esempio molto vicino: il progetto di chiusura della Roggia Corio nel centro abitato di Assago.
Chiariamo subito che non siamo così incoscienti da paragonare, e neanche accostare, la Roggia Corio al torrente Rio Maggiore: casi diversissimi se non, forse, per la logica che c’è dietro: nascondere ben bene i problemi delle acque, specie se inquinate…
Edilizia selvaggia e copertura di corsi d’acqua
a Livorno ma anche nel Parco Sud
24 ore per firmare la petizione Salvailsuolo
11 settembre 2017. Il rimpallo delle colpe sull’ultima delle tragedie ambientali non ci interessa più di tanto. Ci preoccupa di più che a Livorno, come in tantissimi altri casi, si sia tombinato un corso d’acqua, quello che sembra un rigagnolo. Intorno al Rio Maggiore (il nome non doveva far sorgere qualche dubbio?), tombinato e declassato a una cloaca, sono sorte tante belle (o brutte) case e ci si è dimenticati di cosa correva sottovedi infografica tratta da Il Corriere della Sera di oggi). Non passa anno che casi analoghi non siano riportati dalle cronache: nazionali o, se i danni sono limitati, solo locali.
Domani è l’ultimo giorno per firmare la petizione Salvailsuolo: la stragrande maggioranza di voi l’avrà già fatto, ora tocca ai ritardatari, ai dubbiosi, a quelli che “…prima mi informo, poi firmo”. Bene, 24 ore sono più che sufficienti per farlo. E se pensate che il consumo del suolo e la tombinatura dei corsi d’acqua siano problemi importanti ma “lontani”, vi facciamo un esempio molto vicino: il progetto di chiusura della Roggia Corio nel centro abitato di Assago.
Chiariamo subito che non siamo così incoscienti da paragonare, e neanche accostare, la Roggia Corio al torrente Rio Maggiore: casi diversissimi se non, forse, per la logica che c’è dietro: nascondere ben bene i problemi delle acque, specie se inquinate.
Tanto scrivere, ma risposte…
Sono due anni e mezzo che parliamo di questa roggia. Nel marzo 2015 ci viene segnalato da Tony Bruson e Adriana Andò, presidente del Comitato Occhi Aperti di Rozzano, un serio caso di inquinamento, con morie di pesci sin dentro i terreni dell’Ospedale Humanitas. La causa? Furti di rame e messa fuori uso del depuratore di Assago, nonché problemi nella rete fognaria sempre di Assago.
Passa un anno e Cap Holding (il gestore pubblico del depuratore) e il Comune di Assago risolvono definitivamente i problemi di sversamenti fognari. Tutto a posto, quindi? Non è così: nel maggio 2016 veniamo a sapere dall’assessore all’ambiente Mario Burgazzi che il comune di Assago vuole ricoprire il tratto di Roggia Corio nel proprio centro abitato per “motivi di sicurezza e di igiene del territorio”. La notizia ci lascia stupefatti e decisamente contrari. Perché sono stati proprio questi tratti scoperti della Roggia Corio che hanno permesso di individuare velocemente il problema e di mettere mano alle soluzioni. Se fossero stati già tombinati, l’utilizzo di sonde e sensori su lunghi tratti di Assago, Buccinasco e Corsico avrebbe preso chi sa quali tempi, con costi ben più onerosi (forse insostenibili) ed esiti incerti.
Le ragioni addotte dal Comune sono, come detto, per motivi di sicurezza e di igiene del territorio, ma a noi risultano oscuri. Nel tratto in questione, di circa 200 metri e già provvisto di transennamenti, non vi sono vicino scuole, palazzi o negozi, e il traffico pedonale è molto limitato. Per l’igiene ambientale poi la tombinatura ha un effetto controproducente, più o meno come nascondere la polvere sotto il tappeto. Tanto poi i problemi se li beccano i campi agricoli dei comuni vicini. Dopo aver scritto i motivi della nostra contrarietà anche ai diversi Enti interessati (Regione Lombardia, Città metropolitana, Parco Agricolo Sud Milano, Comuni percorsi dalla roggia e Humanitas), la proposta sembrava essersi arenata.
Ma lo scorso giugno, un comitato di cittadini di Assago invia una petizione che chiede di non coprire la Roggia Corio, a cui l’Amministrazione risponde: “Le motivazioni riguardano nuove esigenze progettuali, la sicurezza della mobilità sostenibile comunale e sovracomunale. Il tratto è inserito nella rete ciclopedonale particolarmente utilizzata per gli spostamenti casa-lavoro nell’area tra Rozzano-Assago e Buccinasco-Corsico e l’alveo è caratterizzato da una particolare situazione di criticità. La copertura nell’ambito della programmazione del completamento della rete ciclopedonale, permetterebbe altresì di evitare l’abbattimento di circa 10 aceri ultra trentennali di particolare pregio.”
Non siamo Talebani, e queste motivazioni ci sono sembrati meritevoli di un approfondimento. Scriviamo, per l’ennesima volta, all’assessore Burgazzi: “…questo nuovo elemento (la pista ciclabile) può portarci a riesaminare la nostra posizione di contrarietà alla tombinatura del corso d’acqua. Le chiediamo pertanto di poter visionare, alla sua presenza o di un tecnico da lei demandato, i materiali inerenti i suddetti progetti”.
Passa un mese senza risposta e, a luglio mandiamo un’ulteriore comunicazione di sollecito. Ad oggi non abbiamo avuto alcun riscontro e a questo punto viene da chiedersi se alberi monumentali e piste ciclabili siano progetti reali o solo idee buttate lì, in pasto ai cittadini.
Continueremo a scrivere al Comune e siamo sicuri che dai colloqui qualcosa di positivo salterà fuori. Ne riparleremo…