L’agricoltura si svecchia
con donne e giovani dal tablet facile
E anche nel Parco Sud…
18 agosto 2017. Giovani, donne, laureati e informatici: è l’identikit del “contadino urbano” della metropoli lombarda, disegnato da una ricerca del Politecnico di Milano. Viene inoltre messo in evidenza un aspetto poco conosciuto dai “non addetti ai lavori”: la città di Milano e le sue zone limitrofe sono tra le più importanti per l’agricoltura in Italia, collocandosi al secondo posto per coltivazioni, subito dopo Roma (che è addirittura la prima in Europa).
Milano città agricola? Un dato difficile da credere in quanto la metropoli lombarda è, almeno nell’immaginario comune, una città industriale, della moda, del design, dei grattacieli di City life.
Una curiosità sottolineata dalla ricerca è che, almeno sul fronte agricolo, la parità di genere è garantita. Infatti, al giugno 2015 sono 26.556 le aziende agricole in Lombardia, di cui circa 6.000 si trovano nell’area metropolitana di Milano e nelle aree agricole limitrofe (Infocamere, ottobre 2015). Di queste, praticamente la metà è guidata da donne: su 26.685 aziende, 13.226 sono al femminile. Più a ridosso della città di Milano…
L’agricoltura si svecchia
con donne e giovani dal tablet facile
E anche nel Parco Sud…
18 agosto 2017. Giovani, donne, laureati e informatici: è l’identikit del “contadino urbano” della metropoli lombarda, disegnato da una ricerca del Politecnico di Milano. Viene inoltre messo in evidenza un aspetto poco conosciuto dai “non addetti ai lavori”: la città di Milano e le sue zone limitrofe sono tra le più importanti per l’agricoltura in Italia, collocandosi al secondo posto per coltivazioni, subito dopo Roma (che è addirittura la prima in Europa).
Milano città agricola? Un dato difficile da credere in quanto la metropoli lombarda è, almeno nell’immaginario comune, una città industriale, della moda, del design, dei grattacieli di City life.
Lombardia agricola con parità di genere
Una curiosità sottolineata dalla ricerca è che, almeno sul fronte agricolo, la parità di genere è garantita. Infatti, al giugno 2015 sono 26.556 le aziende agricole in Lombardia, di cui circa 6.000 si trovano nell’area metropolitana di Milano e nelle aree agricole limitrofe (Infocamere, ottobre 2015). Di queste, praticamente la metà è guidata da donne: su 26.685 aziende, 13.226 sono al femminile. Più a ridosso della città di Milano, si scopre però che, nelle 6.000 aziende, solo il 20% è condotto da donne.
Tra gli agricoltori metropolitani, i titolari di aziende sotto i 29 anni sono intorno al 12%, con una impercettibile crescita degli stranieri (Istat, 2014 su dati Censimento 2010). Sempre più giovani, pur avendo un percorso di studi spesso non specifico, scelgono di dedicarsi all’agricoltura. Ed è forse per la loro maggiore capacità di “cogliere le richieste del consumatore” che l’agricoltura è oggi sempre più multifunzionale: alle attività classiche di coltivazione e allevamento sono state affiancate iniziative sociali, didattiche, energetiche e agrituristiche. Anche la crescita dell’informatizzazione aziendale è probabilmente legata alla “forza giovane” entrata nel mondo agricolo.
La ricerca, inoltre, riscontra una grande attenzione per i prodotti di qualità come le produzioni Doc/Dop (Denominazione di origine controllata/Denominazione di origine protetta): ben 13.443 in tutta la regione si sono meritate queste tipologie di certificazione e il 5% si trova nell’area metropolitana e in quelle agricole limitrofe. Ricordiamo inoltre che i coltivatori di riso delle province di Milano, Pavia e Lodi si stanno adoperando per ottenere la Dop o Igp (Indicazione geografica protetta) per il riso Carnaroli.
Anche nel Parco agricolo Sud Milano…
I dati della ricerca ben si attagliano all’identikit degli agricoltori del Parco Sud, esteso su 47mila ettari, di cui 38mila coltivati, con un ritorno economico di 420 milioni di euro. Sono oltre mille le aziende agricole del Parco e garantiscono un’ampia offerta: agricoltura intensiva (le realtà aziendali convenzionali con produzioni risicole, zootecniche specializzate in bovini da latte, da carne, suini e avicoli, orticole); agricoltura multifunzionale (aziende diversificate con realtà agrituristiche, ristorazione, ospitalità, fattorie didattiche ecc); agricoltura biologica, ma anche biodinamica, come risorsa per le imprese che vanno incontro alle esigenze di un consumatore che ricerca cibi “puliti”. Più ci si allontana dall’agricoltura intensiva più le aziende garantiscono migliori risultati socio-territoriali, quali maggiore qualità dei prodotti e certificazione, qualità del territorio e del paesaggio: ricordiamo, per esempio, le filiere del Desr, il Distretto di Economia Solidale Rurale, che ha promosso e realizzato la filiera dei grani antichi, quella del riso biologico ecc…
Le ombre che oscurano il Parco Sud
Non vogliamo certo dimenticare i casi problematici del Parco Agricolo Sud Milano, come i terreni avvelenati di Carpiano e quelli di Mediglia, questi ultimi sulle rive del fiume Lambro, l’impatto drammatico della superstrada Vigevano Malpensa, del mega elettrodotto di Terna a Settimo, le trivellazioni a Zibido (conclusesi di recente per il non ritrovamento di idrocarburi!) e tant’altro: non mancano di certo gli sfregi a questa nostra terra, ancora assediata da politici inclini al business del cemento, che acconsentono a progetti deleteri o rimangono immobili di fronte a situazioni potenzialmente gravi per la salute pubblica!
Ma occorre anche guardare ai lati positivi. Sempre più amministratori, aziende e cittadini considerano il Parco agricolo Sud Milano una grande opportunità di sviluppo attraverso la valorizzazione del patrimonio che generosamente offre: agricoltura, storia, cultura, paesaggio!