Convegno ‘Verso il Parco di cintura urbana’
sotto l’egida della dissestata Città Metropolitana
L’assessore Maran diserta l’incontro
5 luglio 2017. No a una fusione a freddo: la Città Metropolitana riprende il nostro “motto” e lo fa proprio ribadendolo nell’ambito del convegno “Verso il Parco Metropolitano: luoghi di incontro della città con la campagna”, tenutosi a fine giugno nella sede di via Vivaio. A rappresentare il Parco Agricolo Sud Milano vi erano la presidente Michela Palestra e il direttore Emilio De Vita, mentre per il Parco Nord c’erano la consigliera Chiara Bisconti (ex assessora ai parchi nella giunta Pisapia) e il direttore Riccardo Gini; per la Città Metropolitana, al tavolo era presente il consigliere delegato al territorio Pietro Mezzi.
“L’agricoltura è strategica nel rafforzamento del sistema verde intorno a Milano”. “Per combattere i rischi della globalizzazione e della omologazione, la multifunzionalità e la valorizzazione delle colture tipiche può permettere lo sviluppo di un’economia familiare, rispettosa della biodiversità. Se ciò è possibile nei nostri territori, lo si deve al ruolo di custodia del Parco Agricolo Sud Milano contro la cementificazione selvaggia”. Parole forti e autorevoli, che testimoniano il grado di maturità raggiunta dagli agricoltori delle nostre campagne. Ma anche il valore delle attività delle associazioni ambientaliste mossesi già dai primi anni ’80 per scongiurare che queste aree diventassero come quelle del Nord Milano… alcune estrapolazioni di interventi dei “non politici”…
Verso il Parco di cintura urbana
sotto l’egida della dissestata Città Metropolitana
L’assessore Maran diserta l’incontro
5 luglio 2017. No a una fusione a freddo: la Città Metropolitana riprende il nostro “motto” e lo fa proprio ribadendolo nell’ambito del convegno “Verso il Parco Metropolitano: luoghi di incontro della città con la campagna”, tenutosi a fine giugno nella sede di via Vivaio. A rappresentare il Parco Agricolo Sud Milano vi erano la presidente Michela Palestra e il direttore Emilio De Vita, mentre per il Parco Nord c’erano la consigliera Chiara Bisconti (ex assessora ai parchi nella giunta Pisapia) e il direttore Riccardo Gini; per la Città Metropolitana, al tavolo era presente il consigliere delegato al territorio Pietro Mezzi.
Pesanti le assenze: quella dell’assessore milanese al territorio, agricoltura e verde Pierfrancesco Maran, come pure quella di un rappresentante della Regione Lombardia, Ente che ha varato la legge di riordino delle aree protette n. 28/2016 e ha avviato il processo di unificazione di queste aree.
Palestra e Bisogni hanno aperto il convegno tracciandone i limiti: “Nessuno al momento ha in testa l’esito finale del processo di integrazione delle due aree, chi lo governerà, il tipo di gestione, ecc. Scopo di questo incontro è quello di avviare la reciproca conoscenza di chi opera in queste due realtà”. De Vita ha allargato la visione del progetto: “C’è la volontà di mettere a sistema tutte le aree protette metropolitane, compresi i Parchi di interesse sovracomunale (Plis) e i corridoi ecologici”.
L’intervento che si è spinto più avanti nel delineare i passaggi e gli scogli del processo d’integrazione è stato di Mezzi: “Ci troviamo di fronte a un’occasione unica per creare un sistema di verde che copre il 35% della Città Metropolitana, che deve avere perciò un ruolo centrale nella gestione. In questa operazione di integrazione vanno date garanzie certe, come quelle dei confini: un nuovo ente, nuovi statuto e regolamento non devono significare riduzione delle tutele”.
I Parchi: terre di opportunità, ma non per il cemento
Prima degli interventi di operatori che nelle aree protette hanno sviluppato le proprie attività, la professoressa emerita dell’Università di Milano Claudia Sorlini ha definito nel suo intervento l’agricoltura come strategica nel rafforzamento del sistema verde intorno a Milano.
Agricoltura che è stata oggetto di un breve intervento di Alessandro Rota, presidente di Coldiretti Milano: “Per combattere i rischi della globalizzazione e della omologazione, la multifunzionalità e la valorizzazione delle colture tipiche può permettere lo sviluppo di un’economia familiare, rispettosa della biodiversità. Se ciò è possibile nei nostri territori, lo si deve al ruolo di custodia del Parco Agricolo Sud Milano contro la cementificazione selvaggia”. Parole forti e autorevoli, che testimoniano il grado di maturità raggiunta dagli agricoltori delle nostre campagne. Ma anche il valore delle attività delle associazioni ambientaliste mossesi già dai primi anni ’80 per scongiurare che queste aree diventassero come quelle del Nord Milano.
Tra le singole testimonianze, largo spazio è stato dato ai giovani imprenditori: Elisabetta Pozzi ha descritto l’attività integrata agro-zootecnica e casearia dell’azienda Zipo di Zibido San Giacomo, mentre Cesare Fedeli ha esposto la realtà di Cascina Battivacco, dove agricoltura e allevamento bovino si integrano con attività didattiche, agriturismo e valorizzazione del territorio. Gloria Mari ha ripercorso la storia di Nocetum, cascina degradata a ridosso dei caseggiati milanesi dell’area Corvetto che è stata oggetto di recupero, promuovendo attività sociali a favore dei più deboli e lo sviluppo del territorio periurbano (sito Nocetum).
Dal Parco Nord infine la testimonianza di Paolo Fava, che ha promosso e seguito la realizzazione di un orto condiviso nell’area di Niguarda, gestito da una comunità di residenti di tutte le età.
Dare garanzie per il nuovo Parco di cintura Metropolitano
Cercando di tirare le fila, dal convegno sembra emergere la volontà di costituire una cintura verde urbana, dove l’agricoltura ha un ruolo strategico. L’idea è suggestiva, ma troppi punti importanti sono ancora oscuri. Il problema della governance, ad esempio. Che non significa solo bilanciare i pesi di territori con specificità e diversità molto accentuate, ma soprattutto non aumentare le distanze tra le istituzioni e le tante realtà che vivono e promuovono i territori.
I passi da fare sono ancora molti e, al di là degli apprezzabili interventi dei presenti, servono garanzie che non si crei una struttura senz’anima, lontana dagli interessi dei cittadini, o peggio, si aspetti l’occasione per cancellare le tutele da aree oggi protette. Garanzie precise e chiare.