Quando il troppo stroppia:
progetto di 3.000 orti, 1.500 parcheggi e annessi
sconvolge la periferia milanese nel Parco Sud
12 giugno 2017. Non abbiamo nulla in contrario agli orti. Anzi, sono un elemento di transizione tra città e campagna pienamente compatibile con le finalità del Parco Sud. Ma qui sono le dimensioni e gli annessi che ci spaventano. Facciamo un esempio per capirci al volo: ben vengano i campi di calcio nel Parco, per incontri parrocchiali o per le classiche scapoli-ammogliati. Ma uno stadio olimpico o di serie A, con i relativi mega parcheggi e attività commerciali annessi, è incompatibile con la fruizione e le altre funzioni di valorizzazione del territorio.
Tornando a bomba: è stato presentato al Municipio 5 un progetto della società Dedalo, del costruttore bergamasco Locatelli, che su 33 ettari (ovvero 330mila mq, pari a una quarantina di campi di calcio, per rimanere nella metafora sportiva) di aree agricole del Parco Sud affacciate sulla via Selvanesco a Milano, intende realizzare 3.000 orti -ognuno di 70-120 mq-, palestra, zona eventi, area ristorazione e -ciliegina sulla torta- 1.500 parcheggi. Il progetto avrebbe avuto l’assenso del Municipio 5 anche se, nonostante le reiterate telefonate, non abbiamo avuto la conferma ufficiale, soprattutto perché non risponde nessuno…
Quando il troppo stroppia:
progetto di 3.000 orti, 1.500 parcheggi e annessi
sconvolge la periferia milanese nel Parco Sud
12 giugno 2017. Non abbiamo nulla in contrario agli orti. Anzi, sono un elemento di transizione tra città e campagna pienamente compatibile con le finalità del Parco Sud. Ma qui sono le dimensioni e gli annessi che ci spaventano. Facciamo un esempio per capirci al volo: ben vengano i campi di calcio nel Parco, per incontri parrocchiali o per le classiche scapoli-ammogliati. Ma uno stadio olimpico o di serie A, con i relativi mega parcheggi e attività commerciali annessi, è incompatibile con la fruizione e le altre funzioni di valorizzazione del territorio.
Tornando a bomba: è stato presentato al Municipio 5 un progetto della società Dedalo, del costruttore bergamasco Locatelli, che su 33 ettari (ovvero 330mila mq, pari a una quarantina di campi di calcio, per rimanere nella metafora sportiva) di aree agricole del Parco Sud affacciate sulla via Selvanesco a Milano, intende realizzare 3.000 orti -ognuno di 70-120 mq-, palestra, zona eventi, area ristorazione e -ciliegina sulla torta- 1.500 parcheggi. Il progetto avrebbe avuto l’assenso del Municipio 5 anche se, nonostante le reiterate telefonate, non abbiamo avuto la conferma ufficiale, soprattutto perché non risponde nessuno.
I perché della contrarietà
Nel complesso, il progetto appare faraonico e snaturante delle finalità del Parco Sud. Su questa vasta area oggi agricola si vanno a impiantare 3.000 orti, pari a circa 250mila mq, con un’occupazione di suolo che, per dimensioni, non ha eguali. Si comprende perciò che quasi un quarto del progetto sia costituito da parcheggi, vasti quanto quelli di un centro commerciale. Per rendere più remunerativo il progetto si sono poi i servizi annessi: palestra, centro ritrovo-eventi, chioschi e ristorazione, di cui non è ancora chiaro il consumo di suolo.
Le nostre contrarietà si confermano e rafforzano osservando come il progetto impatta sul territorio. Innanzi tutto, la complessità del perimetro (vedi piantina, di cui ci scusiamo per lo scarso dettaglio ma è l’unica che per ora abbiamo) si spiega con un fatto importante: sono state ritagliate ed escluse tutte le aree problematiche di via Selvanesco, assurta agli onori della cronaca per le discariche e le attività illegali durate decenni e non ancora completamente sanate. Quindi il progetto non va a toccare e riqualificare le aree problematiche: ci si limita a girarci intorno.
Secondo aspetto impattante sarà la viabilità. Via Selvanesco è una strada poco ampia (due corsie entrando da via dei Missaglia, che diventano una andando verso via Ripamonti). È materialmente impossibile che possa perciò sopportare ulteriore traffico generato da migliaia di orti. Ampliarla significherebbe stravolgere uno dei più indisturbati territori agricoli del Parco Sud nella città di Milano, ovvero, aggiungere danno al danno.
Ultimo aspetto, ma non meno importante, è l’impatto del progetto sul Parco del Ticinello: 88 ettari di aree agricole e di fruizione, strappato dalla locale associazione e dai cittadini alle speculazioni del costruttore Ligresti e oggetto di importanti opere di riqualificazione. Con questi megaorti (e tutti gli annessi) il Parco verrebbe “tappato”, scollegato ai vasti territori agricoli del Parco Sud. L’inquinata Milano non ha bisogno di enclave verdi, parchetti circondati da cemento: necessita di grandi polmoni verdi, corridoi che permettano il ricambio dell’aria e l’entrata della campagna in città.
Chiederemo di visionare, quando possibile, le carte del progetto e ne parleremo certamente ancora.
Per il momento ci mettiamo di traverso sul progetto: sì agli orti, ma a misura umana e rispondenti alle esigenze del territorio.