A2A ora vuole 38mila mq di Parco Sud
per un impianto rifiuti a Lacchiarella
da affiancare alla tecno-discarica di Giussago
25 gennaio 2017. Dev’essere una spinta irresistibile per gli imprenditori: tutti questi terreni verdi e agricoli “vuoti”, un vero spreco di risorse che fa male al loro cuore. E così ora tocca a Lacchiarella, in una landa al confine con il comune di Giussago, in provincia di Pavia. A cavallo dei due comuni c’è già un mega tecno-impianto di trattamento rifiuti, che produce e stocca i biocubi, rifiuti inertizzati destinati all’alimentazione di termovalorizzatori -inceneritori, in termini più crudi- e cementifici, con annesso un impianto di compostaggio da 38mila tonnellate/anno. Lo conoscono bene i tanti ciclisti e non che dal sud Milano visitano la Certosa di Pavia, preferendo la stradina tra i campi da Lacchiarella (vedi foto) alla più monotona e trafficata Statale dei Giovi. Proprio qui, A2A, società nata dalle municipalizzate di Milano e di Brescia, propone la realizzazione in un’area di 38mila mq (riquadro marrone della foto aerea) di un nuovo impianto di compostaggio da 100mila tonnellate/anno. Di più: per non farsi mancare niente, una nuova linea di trattamento di bioessicazione, per trattare i rifiuti indifferenziati e trasformarli in biocubi. Ma proprio qui è nel Parco Agricolo Sud Milano, ovviamente. Ci sarà spazio, no? Che diamine, si devono soddisfare le esigenze di fatturato. In fondo, il “ritocchino” che A2A intende attuare è dovuto all’odore di business proveniente dall’aumento…
A2A ora vuole 38mila mq di Parco Sud
per un impianto rifiuti a Lacchiarella
da affiancare alla tecno-discarica di Giussago
25 gennaio 2017. Dev’essere una spinta irresistibile per gli imprenditori: tutti questi terreni verdi e agricoli “vuoti”, un vero spreco di risorse che fa male al loro cuore. E così ora tocca a Lacchiarella, in una landa al confine con il comune di Giussago, in provincia di Pavia. A cavallo dei due comuni c’è già un mega tecno-impianto di trattamento rifiuti, che produce e stocca i biocubi, rifiuti inertizzati destinati all’alimentazione di termovalorizzatori -inceneritori, in termini più crudi- e cementifici, con annesso un impianto di compostaggio da 38mila tonnellate/anno. Lo conoscono bene i tanti ciclisti e non che dal sud Milano visitano la Certosa di Pavia, preferendo la stradina tra i campi da Lacchiarella (vedi foto sotto) alla più monotona e trafficata Statale dei Giovi. Proprio qui, A2A, società nata dalle municipalizzate di Milano e di Brescia, propone la realizzazione in un’area di 38mila mq (riquadro marrone della foto aerea) di un nuovo impianto di compostaggio da 100mila tonnellate/anno. Di più: per non farsi mancare niente, una nuova linea di trattamento di bioessicazione, per trattare i rifiuti indifferenziati e trasformarli in biocubi. Ma proprio qui è nel Parco Agricolo Sud Milano, ovviamente. Ci sarà spazio, no? Che diamine, si devono soddisfare le esigenze di fatturato. In fondo, il “ritocchino” che A2A intende attuare è dovuto all’odore di business proveniente dall’aumento
delle raccolte differenziate svolte, con buonsenso e sensibilità ambientale, dai cittadini. In sostanza si vuole costruire un nuovo impianto di compostaggio due volte e mezzo più grande di quello esistente, destinato ai nuovi fabbisogni della Città metropolitana (che attualmente ricicla 57,6%), della provincia di Pavia (solo il 37,6%), ben lontana dagli obiettivi della regione Lombardia (67%).
Perché scippare il Parco Sud?
Quindi, l’impianto è, a tutti gli effetti, di tipo industriale. Come tale, deve essere realizzato in aree industriali, che nel nord pavese e sud Milano certamente non mancano, visti gli spazi vuoti creatisi con il generalizzato e inarrestabile processo di de-industrializzazione. Si potrebbe obiettare che in questo caso si tratta dell’ampliamento di un impianto esistente. Ma allora perché continuare a puntare su suolo verde del Parco Sud? La stessa domanda varrebbe anche se l’espansione fosse più a sud, nei terreni verdi e agricoli di Giussago che, guarda caso, sono classificati “bellezza d’insieme” ai sensi del D.Lgs. 42/2004 (in attuazione dell’articolo 9: la Repubblica tutela e valorizza il patrimonio culturale in coerenza con le attribuzioni di cui all’articolo 117 della Costituzione). Insomma, per essere chiari: un impianto industriale esistente mal localizzato non va ampliato, ma va riconsiderato: siamo all’interno di una vasta area agricola, un’area di campagna bella e indisturbata. Anche perché, trattandosi di aree di campagna, la viabilità rappresenta un altro argomento fortemente a sfavore: la strada per la Certosa di Pavia (SP 27 nel tratto milanese, ridenominata SP 105 in quello pavese) ha una larghezza così ridotta da rendere difficoltoso il traffico nei due sensi per le auto, figurarci per dei mezzi pesanti. L’azienda stima che il traffico aggiuntivo sarà di una decina di camion in più al giorno, ma già ora il traffico è insostenibile per i due borghi: 3.000 tir all’anno. Senza dimenticare che dall’ampliamento deriverebbe anche un inquinamento ulteriore, accompagnato dalle di certo non amabili emanazioni odorifere, già ora mal sopportate da chi vive nei dintorni.
Il buon senso dei Comuni
I comuni di Lacchiarella e di Giussago sono fortunatamente consci dell’insensatezza della proposta. Nella pagina Facebook del comune di Lacchiarella è stata pubblicata la dichiarazione dei Sindaci (leggi qui sotto) che, senza mezzi termini, esplicita la totale contrarietà all’ampliamento dell’impianto. Una presa di posizione ferma che Regione, Città Metropolitana, Ente Parco Agricolo Sud Milano e Provincia di Pavia devono tenere in considerazione. Dobbiamo purtroppo ricordare che in passato la dura opposizione alle precedenti espansioni delle linee di smaltimento rifiuti di Giussago, messa in campo non solo dal comune di Lacchiarella (Giussago era a favore), ma anche da una folta schiera di sindaci, associazioni e comitati locali, non ha portato agli effetti desiderati (vedi articolo febbraio 2014).
Questa nuova proposta è irricevibile: torni al mittente e, se vi sono necessità di nuovi impianti, ci si guardi intorno: fabbriche abbandonate e fatiscenti non ne mancano.
LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI DI LACCHIARELLA E GIUSSAGO DICONO NO ALL’ AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO SMALTIMENTO RIFIUTI A2A
Nel mese di Dicembre 2016 la Società A2A ha depositato ufficialmente presso tutti gli Enti autorizzativi competenti il progetto di ampliamento di quattro impianti, tra i quali quelli di Lacchiarella- Giussago e Corteolona.
Immediatamente abbiamo convocato presso il Municipio di Lacchiarella la conferenza dei capigruppo consiliari che si è svolta in data 11 gennaio 2017. Erano presenti i Sindaci Violi e Lodroni oltre ai capigruppo di maggioranza Gerli (Lacchiarella) e Persuati (Giussago). Tra i capigruppo di minoranza erano presenti Gentili e Branduardi (Lacchiarella) e Troccoli (Giussago). Assente Clerici (Vivere Lacchiarella ).
I capigruppo di minoranza presenti hanno condiviso e approvato la presa di posizione dei Sindaci. I Sindaci hanno precisato ai capigruppo consiliari qual è la posizione ufficiale delle Amministrazioni che rappresentano e cioè il netto rifiuto della proposta di ampliamento. Posizione che i Sindaci hanno già espresso ufficialmente con comunicazione scritta sia ad A2A che a tutti gli Enti coinvolti ( Provincia Pavia, Città Metropolitana di Milano, Parco Agricolo Sud Milano, Arpa Milano, Arpa Pavia, Ats Milano, Ats Pavia e Regione Lombardia ). I nostri territori sono saturi e non è possibile accogliere altro. I nostri territori hanno già dato negli anni precedenti il proprio contributo in termini di gestione di rifiuti. Oggi NON CI SONO PIU’ LE CONDIZIONI per ulteriori ampliamenti che non sono funzionali alla gestione dei rifiuti della nostra zona ma, esclusivamente, a dare una risposta al problema rifiuti di Città Metropolitane e Provincia di Pavia. Un progetto di tale portata è inaccettabile soprattutto per le inevitabili problematiche legate all’aumento del traffico pesante e per le potenziali ricadute in termini ambientali e odorigene, tematiche oggetto di particolare attenzione da parte delle nostre Amministrazioni. Siamo pronti a difendere gli interessi del nostro territorio in tutte le sedi competenti e a tutti i livelli istituzionali! La nostra zona non può e non deve divenire “ la pattumiera” della Regione Lombardia. Il progetto è un mero aumento di potenzialità dell’impianto piuttosto che una più auspicabile ottimizzazione di quanto esistente di cui si ha, obiettivamente, più bisogno proprio per migliorare la qualità dell’impatto sull’ambiente.
Il Sindaco
Antonella Violi