Zibido: il comitato perde il ricorso al Tar
e deve pagare 7.560 di risarcimento
Ma studia ricorso a Consiglio di Stato
Mentre i lavori di cantierizzazione fervono nella fertile campagna di Zibido, il Tar della Lombardia ha rigettato in questi giorni il ricorso presentato dall’associazione Cittadini di Zibido San Giacomo in merito alle trivellazioni per il pozzo di Moirago. Di più, l’associazione dovrà sborsare 7.560 euro, di cui il 3mila a Regione Lombardia e altri 3mila ad Apennine Energy, la società che sta già allestendo il cantiere. Il Tar, senza neppure entrare nel merito della questione, ha ritenuto che l’associazione non avesse i titoli per presentare tale ricorso.
“Non intendiamo questionare sul fatto che la sentenza del Tar sia corretta o meno -spiega Vincenzo Lepori, portavoce dell’associazione-, ma è evidente che non sia entrato nel merito, non avendo risposto ai quesiti posti dal nostro avvocato…
Nel nostro piccolo, ci sentiamo in dovere di affiancarci e sostenere l’associazione Cittadini di Zibido San Giacomo. E vi invitiamo a fare altrettanto. Ecco le coordinate per contribuire: BANCO POPOLARE SOCIETÀ COOPERATIVA – C/C: ASSOCIAZIONECITTADINI ZIBIDO SAN GIACOMO IT11X0503433680000000005289
Intanto, questa mattina, alcuni esponenti dell’associazione per il Parco Sud Milano si sono recati a Zibido San Giacomo per documentarsi sull’andamento del cantiere…
Zibido: il comitato perde il ricorso al Tar
e deve pagare 7.560 di risarcimento
Ma studia ricorso a Consiglio di Stato
Mentre i lavori di cantierizzazione fervono nella fertile campagna di Zibido, il Tar della Lombardia ha rigettato in questi giorni il ricorso presentato dall’associazione Cittadini di Zibido San Giacomo in merito alle trivellazioni per il pozzo di Moirago. Di più, l’associazione dovrà sborsare 7.560 euro, di cui il 3mila a Regione Lombardia e altri 3mila ad Apennine Energy, la società che sta già allestendo il cantiere. Il Tar, senza neppure entrare nel merito della questione, ha ritenuto che l’associazione non avesse i titoli per presentare tale ricorso.
“Non intendiamo questionare sul fatto che la sentenza del Tar sia corretta o meno -spiega Vincenzo Lepori, portavoce dell’associazione-, ma è evidente che non sia entrato nel merito, non avendo risposto ai quesiti posti dal nostro avvocato. Si è limitato a rispondere che la nostra associazione non ha la legittimazione ad agire in giudizio in quanto non riconosciuta tra quelle di protezione ambientale, che devono possedere determinate caratteristiche, quali: ‘lo stabile collegamento col territorio, consolidatosi nel tempo e la rappresentatività della collettività locale di riferimento, requisito quest’ultimo, che non può prescindere dalla considerazione, quanto meno indiziaria, del numero delle persone fisiche costituenti l’associazione’. Di fatto il Tar non si è pronunciato sui nostri quesiti e quindi neppure sul fatto che il decreto della Regione Lombardia relativo al permesso di ricerca sia effettivamente corretto”.
Ma l’associazione non ci sta. E sta attivandosi per presentare un ricorso al Consiglio di Stato, tentando di coinvolgere i circa 30 sindaci che si trovano nell’area di perforazione del pozzo Moirago 1 Dir, che si estende su 154,50 kmq, toccando comuni tra Milano e Pavia (vedi foto).
“Siamo a conoscenza di una delibera di Giunta del comune di Pieve Emanuele che va in questa direzione -anticipa Lepori-. Non possiamo che ben sperare in un’adesione da parte di altri sindaci”.
Aiutiamo l’associazione che ha osato sfidare i giganti
Nel nostro piccolo, ci sentiamo in dovere di affiancarci e sostenere l’associazione Cittadini di Zibido San Giacomo. E vi invitiamo a fare altrettanto. Ecco le coordinate per contribuire: BANCO POPOLARE SOCIETÀ COOPERATIVA – C/C: ASSOCIAZIONECITTADINI ZIBIDO SAN GIACOMO IT11X0503433680000000005289
Intanto, questa mattina, alcuni esponenti dell’associazione per il Parco Sud Milano si sono recati a Zibido San Giacomo per documentarsi sull’andamento del cantiere: ovviamente vietato l’ingresso ai non addetti, ma in pochi minuti abbiamo visto passare ben 4 camion. E il territorio, in pieno Parco, è ormai perso. Nonostante le molte opposizioni, anche amministrative, tra cui il veto dell’Ente Parco Sud.
Così, e non è certo una novità, l’agricoltura cede il posto al business dei petrolieri, che per di più, non hanno neppure coinvolto società o assunto manodopera locali.