Melegnano
Situato nell’area sud-est di Milano, il comune conta 17.798 abitanti (dato del febbraio 2016) e si estende su 4,92 kmq, di cui 1,67 rientrano nell’area del Parco Agricolo Sud Milano. Attraversato da un’importante arteria stradale come la via Emilia e dal fiume Lambro, il paese si articola in un unico centro abitato, privo di frazioni.
Il sindaco Rodolfo Bertoli (PD) è in carica dal 2017.
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Da vedere
Castello Mediceo
Le origini del castello risalgono al XIII secolo, quando fu edificato come fortezza difensiva per volere di Cattellano Carbone, responsabile della difesa della città e delle campagne circostanti al servizio dei Visconti (all’epoca signori di Milano). Inizialmente fu chiamato receptum, termine latino che identifica, nella fattispecie, un luogo di raccolta di cose e persone allo scopo di proteggersi e di poter, all’occorrenza, attaccare. Nel XVI secolo il castello subì due passaggi di proprietà, fino a diventare (nel 1532) patrimonio di Gian Giacomo Medici, della famiglia Nosigia di Milano. Nel 1981 il castello fu venduto alla Provincia di Milano, con alcune delle sale interne lasciate in permuta all’amministrazione comunale melegnanese. Nel 1998 è stata compiuta un’importante operazione di restauro, che ha riguardato sia alcune parti esterne sia le sale interne e in particolare il recupero di affreschi risalenti alla metà del XVI secolo. Il castello ha riaperto i battenti nel 2001 e ospita oggi mostre e iniziative d’interesse storico/culturale, oltre a essere aperto alle visite (anche guidate) e a offrire la possibilità di godere degli spazi del giardino interno.
Basilica Minore di San Giovanni Battista
Situata nel centro cittadino, tra via Roma e piazza Risorgimento, proprio di fronte al palazzo dove ha sede l’amministrazione comunale, rappresenta la chiesa più importante di Melegnano, elevata nel 1992 da papa Giovanni Paolo II al rango di Basilica Minore. Edificata intorno al 1400 per volontà di San Giulio prete e consacrata nel 1506, ha subito nel corso dei secoli numerosi rimaneggiamenti. La facciata esterna è contraddistinta da un’arcata su cui troneggia il lunotto con bassorilievo in cotto (opera dello scultore melegnanese Vitaliano Marchini) raffigurante il battesimo di Cristo per mano di San Giovanni Battista. All’interno di questa chiesa ogni anno viene esposta la Bolla del Perdono Papale, testimonianza storica dell’indulgenza plenaria concessa da papa Pio IV nel 1536, cui è legata la cosiddetta Festa del Perdono, che viene celebrata in corrispondenza del giovedì santo e che coinvolge l’intera cittadinanza in una sagra paesana nota nell’intera area sud Milano.
Oasi Bosco di Montorfano
Ex area incolta lungo la sponda del fiume Lambro, alla confluenza con la roggia Vettabbia, il Bosco di Montorfano è stato ripristinato con la messa a dimora di alberi e arbusti ripariali tipici della zona.
L’oasi si estende su una superficie di 4 ettari e presenta esemplari arborei e arbustivi tipici padani, un’abbondante avifauna e tre stagni con una ricca vegetazione costituita da carice, menta acquatica e iris giallo. Fra gli insetti, i fortunati possono osservare l’ormai rara farfalla licena delle paludi sulle fioriture della salcerella.
Patrimonio gestito dal WWF, l’oasi è aperta tutto l’anno e si presta anche a visite guidate e attività didattiche, prenotabili contattando l’associazione culturale Il Bradipo.
Parco delle Noci
Situato in via Don Minzoni, tra il quartiere Cipes e la linea ferroviaria dell’alta velocità, il Parco delle Noci è un’area rinaturalizzata che si estende per circa 40.000 mq.
Al suo interno sono stati ripristinati alcuni ecosistemi caratteristici della Pianura Padana, come il bosco e le zone umide. Fra le specie arboree e arbustive tipiche del bosco si contano, ad esempio, la quercia farnia (Quercus robur), il nocciolo (Coryllus avellana), il carpino bianco (Carpinus betulus). Dove il terreno si fa più umido, predominano l’ontano nero (Alnus glutinosa), il salicone (Salix caprea), il pioppo bianco (Populus alba). Lungo le rive dello stagno, la vegetazione erbacea prende il sopravvento, con la cannuccia di palude (Phragmites communis) e la tifa (Typha latifolia). È invece un filare di noci (Juglans regia), piantato in sostituzione di vecchi esemplari abbattuti durante i lavori di realizzazione della linea ferroviaria, a dare il nome all’oasi.
Per incrementare la presenza della fauna all’interno del parco sono stati attuati alcuni semplici interventi, come la piantumazione di arbusti che producono bacche in autunno/inverno e che fungono pertanto da dispensa alimentare per gli animali durante il periodo più freddo dell’anno e la collocazione di cassette nido per gli uccelli. Costruite per ospitare prevalentemente cinciallegre (Parus major) e cinciarelle (Parus caeruleus), sono diventate spesso la dimora del minuscolo e del grazioso moscardino (Muscardinus avellanarius), un roditore dal pelo rossiccio.
Negli stagni, oltre agli anfibi – fra cui il rospo smeraldino (Bufo viridis), simbolo dell’oasi – vivono diverse specie di pesci, quali il cavedano (Leuciscus cephalus), la carpa (Cyprinus carpio) e la gambusia (Gambusia holbrooki).
All’ingresso dell’oasi è presente una piccola aula verde, dotata di servizi igienici accessibili anche ai portatori di handicap. All’interno della sala è possibile consultare alcune pubblicazioni di carattere naturalistico e osservare la mostra Sulle tracce degli animali. Raggiungibile in pochi minuti a piedi dalla stazione ferroviaria, l’oasi è aperta anche a visite di gruppo, prenotabili contattando l’associazione culturale Il Bradipo o il WWF sud Milano.
Cascina Cappuccina
Antica cascina lombarda fondata dai monaci nel XVII secolo, sorge lungo il cosiddetto Sentiero dei Giganti, percorso ciclo-pedonale che collega Melegnano a San Giuliano Milanese, sviluppandosi in un contesto prevalentemente rurale.
Completamente ristrutturata nel 2014, Cascina Cappuccina è oggi una struttura ricettiva. Gestita dalla Cooperativa Sociale Eureka, oltre a mini-appartamenti dove soggiornare, offre sale attrezzate per convegni, conferenze, riunioni, banchetti, feste aziendali e private.
Cascina Cappuccina fa, inoltre, parte del progetto Agricoltura Sociale della Regione Lombardia e propone un servizio di terapia con gli animali.
Feste
• L’evento più sentito, che affonda le sue radici tra storia e leggenda, è indubbiamente la cosiddetta Fiera del Perdono. Ogni anno, a partire dal giovedì santo fino al Lunedì dell’Angelo, le vie e le strade del centro storico diventano un mercato di bancarelle con prodotti di ogni genere, mentre molti locali e ristoranti propongono eventi e menu a tema. Un’intera area viene dedicata a stand enogastronomici, che propongono specialità da ogni parte d’Italia, mentre le associazioni sportive e culturali allestiscono, per l’occasione, iniziative e spazi d’intrattenimento. Il fossato del Castello Mediceo ospita, inoltre, l’esposizione di animali d’allevamento. A tutto questo si affiancano, ovviamente, le celebrazioni di carattere religioso, legate alla storia che dà origine a questa ricorrenza.
La storia del Perdono risale alla bolla papale emessa da Pio IV il 20 gennaio del 1563. Divenuto papa nel 1559 col nome di Pio IV, il cardinale Giovanni Angelo era stato, infatti, marchese della città, che portava allora il nome di Marignano. Fratello di Gian Giacomo Medici, aveva ricevuto in eredità da quest’ultimo (che non aveva figli) il titolo di marchese. Una volta divenuto papa, aveva dunque concesso alla sua città l’indulgenza plenaria. Questo significa, in altre parole, assicurarsi la strada direttissima al cielo dei beati, senza soste temporanee in purgatorio, attraverso alcune pratiche religiose, come, per esempio, la visita alla chiesa di San Giovanni nei giorni prescritti dalla Bolla.
Nonostante circolino curiose leggende circa la sua origine, la concessione della Bolla del Perdono alla città di Melegnano scaturisce dal proposito di diffondere l’uso delle indulgenze, emerso a seguito del Concilio di Trento, chiuso da Pio IV proprio nel 1563. Fu in quella sede, infatti, che il tema delle indulgenze divenne di grande attualità, soprattutto dopo lo strappo in seno alla chiesa cristiana provocato dai riformatori Lutero, Calvino e Zuiglio. Nella sessione 25 del Concilio di Trento fu emanato il celebre decreto De Indulgentiis, nel quale si approvava l’uso delle indulgenze, in quanto ritenute benefiche per il popolo cristiano (christiano populo maxime salutares). E tra le parrocchie favorite da queste concessioni vi fu, appunto, quella di Melegnano.
Il momento più significativo della ricorrenza festeggiata ogni anno è la cerimonia solenne del giovedì santo, quando la Bolla del Perdono viene esposta presso la chiesa di San Giovanni Battista.
• Nel mese di luglio, l’amministrazione comunale, in collaborazione con Confcommercio e col coinvolgimento di molte associazioni e commercianti locali, organizza la Notte Bianca. Si tratta di un evento che vede negozi aperti sino a tarda ora, con ristoranti e locali del paese che propongono particolari menu ed iniziative.