A Peschiera Borromeo
dove i giovani scelgono
di fare gli agricoltori bio
La terra chiama e i giovani rispondono. Ma puntando sull’ortofrutta pulita, biologica, da vendere direttamente ai consumatori, a km zero. Abbiamo incontrato due neoagricoltori, poco più che trentenni, che hanno scelto Peschiera Borromeo per sviluppare le loro ambizioni “in campo”. Perché il loro passato ha tutt’altra impronta: uno ha un diploma di liceo artistico, con indirizzo design, l’altro è laureato in architettura.
Ma probabilmente neppure si conoscono, pur avendo la loro attività nel medesimo comune.
L’architetto, che ha conseguito anche il “diploma” per l’agricoltura, si chiama Alvise (a sinistra nella foto), tipico nome veneziano, come infatti è. La sua terra si trova nell’area di proprietà dei conti Borromeo, che da oltre un decennio coltivano circa 20 ettari (a soia, farro ecc), tutti certificati biologici da Agricert. Siamo nei pressi nella zona dell’antico mulino, nelle vicinanze del castello, abitato da uno dei due fratelli Borromeo, che ha una sana passione per i prodotti “puliti”. Il conte, che è attivo con la società Agricola GAB, ha “concesso” ad Alvise un ettaro, ma a breve diventeranno due, dove già dallo scorso anno crescono zucchine, melanzane e verdure varie. Non di qualità qualunque: cultivar prevalentemente italiane, come per esempio il pomodoro cuore di bue, san marzano e costoluto, ma anche varietà particolari o antiche, come il green zebra, il noir de crimee o il rio fuego…
A Peschiera Borromeo
dove i giovani scelgono
di fare gli agricoltori bio
La terra chiama e i giovani rispondono. Ma puntando sull’ortofrutta pulita, biologica, da vendere direttamente ai consumatori, a km zero. Abbiamo incontrato due neoagricoltori, poco più che trentenni, che hanno scelto Peschiera Borromeo per sviluppare le loro ambizioni “in campo”. Perché il loro passato ha tutt’altra impronta: uno ha un diploma di liceo artistico, con indirizzo design, l’altro è laureato in architettura.
Ma probabilmente neppure si conoscono, pur avendo la loro attività nel medesimo comune.
All’ombra del conte illuminato
L’architetto, che ha conseguito anche il “diploma” per l’agricoltura, si chiama Alvise (a sinistra nella foto), tipico nome veneziano, come infatti è. La sua terra si trova nell’area di proprietà dei conti Borromeo, che da oltre un decennio coltivano circa 20 ettari (a soia, farro ecc), tutti certificati biologici da Agricert. Siamo nei pressi nella zona dell’antico mulino, nelle vicinanze del castello, abitato da uno dei due fratelli Borromeo, che ha una sana passione per i prodotti “puliti”. Il conte, che è attivo con la società Agricola GAB, ha “concesso” ad Alvise un ettaro, ma a breve diventeranno due, dove già dallo scorso anno crescono zucchine, melanzane e verdure varie. Non di qualità qualunque: cultivar prevalentemente italiane, come per esempio il pomodoro cuore di bue, san marzano e costoluto, ma anche varietà particolari o antiche, come il green zebra, il noir de crimee o il rio fuego.
“L’illuminato conte -ci spiega il giovane- desiderava avere anche un’area orticola e abbiamo quindi concluso un accordo conveniente per entrambi. Infatti, nel 2015, in collaborazione con Agricola GAB, è nata MI.MHO, ovvero Milano Modern Horicolture. L’intento è di dimostrare come un approccio etico e rispettoso dell’ecosistema sia fondamentale per un’efficiente struttura di produzione e fruizione del cibo: uno dei pochi elementi strettamente necessari alla vita”. Alvise, un entusiasta che dà lavoro a 7 persone (part time), ha le idee chiare: oltre alla vendita diretta, si propone a ristoranti bio (Al fresco di via Savona, per esempio), conquistati dai sapori veri dei suoi ortaggi, con “il gusto di quelli di una volta” dicono i suoi clienti. E, oltre alla vendita itinerante, a richiesta, fa anche consegne a domicilio. Il suo obiettivo è di arrivare a fornire 300/400 famiglie con prodotti a km zero.
Ma di questa azienda, della sua filosofia e dei suoi prodotti, c’è molto di più da scoprire: ecco il suo sito
Orti e non solo a San Bovio
Ben più ampie sono le aspirazioni di Valerio, come pure le sue terre, che occupano oltre 2,5 ettari, nell’area di San Bovio, dove opera con la sua azienda Forestone. Lui è “nel giro” già da 13 anni, avendo anche un’attività che si occupa di progettazione e manutenzione del verde. E infatti, oltre alle coltivazioni orticole, che occupano circa il 10% del terreno, vi sono alberi da frutta (meli, peschi, susini ecc) e siepi di mirtilli, lamponi e more (da cui si produrranno anche marmellate). Come anche piante perenni. E non mancano coltivazioni di fiori da acquistare a mazzi.
Valerio non vanta la certificazione biologica, ma assicura che non utilizza alcun tipo di pesticida. “Da giugno -ci spiega- abbiamo iniziato la vendita diretta degli ortaggi e il riscontro è stato molto positivo. Alle persone piace venire qui, scegliere nel campo quello che sembra migliore e portarselo a casa, dal campo alla cucina. Ovviamente effettuiamo anche consegne a domicilio. Il mio progetto, però, va oltre: quest’area diverrà una piccola oasi di benessere, immersa nel verde, adatta anche per i bambini, con un punto di ristoro dove serviremo anche i nostri prodotti. Ho già presentato il progetto all’Ente Parco Agricolo: un iter burocratico farraginoso che però sta arrivando a buon fine”.
Questi di Peschiera Borromeo sono solo due esempi di come il Parco Agricolo Sud Milano possa sviluppare nuova imprenditorialità e occupazione anche tra i giovani, rispondendo alle nuove esigenze dei consumatori che amano i cibi sani e attenti all’ambiente.
Una valorizzazione del territorio decisamente alternativa alle autostrade e ai mega centri commerciali nel Parco.
27 agosto 2016