Siamo in debito con la Terra:
l’8 agosto scatta l’Overshoot day
Italia consuma 4,3 volte le proprie risorse
La stima della data della fine delle risorse disponibili del nostro pianeta viene effettuato ogni anno da Global Footprint Network (organizzazione internazionale senza fini di lucro dedita a studi di ricerca sulla sostenibilità ambientale), che ci ricorda come nel 1993, la data fatidica cadeva il 21 ottobre e già nel 2003 si arretrava al 22 settembre: è evidente che, con questo trend, il giorno dell’Overshoot della Terra è anticipato di anno in anno.
Una data che dovrebbe indurci a riflettere: attualmente, per soddisfare la nostra domanda di risorse rinnovabili e di servizi avremmo bisogno di più di una Terra più grande del 60%.
Siamo in debito con la Terra:
l’8 agosto scatta l’Overshoot day
Italia consuma 4,3 volte le proprie risorse
La stima della data della fine delle risorse disponibili del nostro pianeta viene effettuato ogni anno da Global Footprint Network (organizzazione internazionale senza fini di lucro dedita a studi di ricerca sulla sostenibilità ambientale), che ci ricorda come nel 1993, la data fatidica cadeva il 21 ottobre e già nel 2003 si arretrava al 22 settembre: è evidente che, con questo trend, il giorno dell’Overshoot della Terra è anticipato di anno in anno. Una data che dovrebbe indurci a riflettere: attualmente, per soddisfare la nostra domanda di risorse rinnovabili e di servizi avremmo bisogno di più di una Terra più grande del 60%.
In termini planetari, il costo della nostra voracità di consumo di risorse naturali è ogni giorno più evidente: le ripercussioni dei cambiamenti climatici -causati dall’emissione di gas serra in quantità superiore a quanto foreste e oceani possano assorbire- sono sotto gli occhi di tutti: le emissioni di carbonio sono il più fattore che più incide al raggiungimento di questo deficit ecologico, tanto da costituire il 60% del nostro impatto ecologico sul pianeta. Ma c’è anche altro: la deforestazione, la perdita di specie animali e vegetali, il collasso della pesca, solo per citarne alcune, sono tra le tante gravi cause di questo forsennato uso del nostro pianeta.
Durante la COP21 di Parigi, nel dicembre 2015, più di 200 Paesi si sono dati l’obiettivo di ridurre gradualmente le emissioni di carbonio per arrivare a zero nel 2050. È l’unica strada possibile se vogliamo continuare a vivere sul nostro Pianeta. “Ciò ci richiede di trovare un nuovo modo di vivere sul nostro unico pianeta. Fortunatamente, alcuni paesi stanno raccogliendo la sfida -commentano dal WWF Italia-. Per esempio, il Costa Rica ha generato il 97 % della sua elettricità da fonti rinnovabili nel corso dei primi tre mesi del 2016, ma anche in Europa ci sono esempi positivi, come Portogallo, Germania e Gran Bretagna che quest’anno sono stati capaci di soddisfare il 100% della loro domanda di energia elettrica attraverso fonti rinnovabili, anche se solo per diversi minuti o, come nel caso del Portogallo, per diversi giorni”.
Il nostro Paese è in forte deficit ecologico
È stato calcolato che se la popolazione di tutto il mondo vivesse come i cittadini italiani sarebbero necessari 2,7 pianeti come la Terra, in pratica per continuare a mantenere questi livelli di consumo gli italiani avrebbero bisogno di 4,3 Paesi grandi quanto il nostro Paese. “Anche in Italia è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti- commenta Roberto Brambilla, responsabile della Rete Civica che in Italia segue l’Overshoot day-. Ci vogliono misure concrete per rispettare gli impegni internazionali a difesa dell’ambiente. Misure che tra l’altro favorirebbero il rilancio dell’occupazione”. In assenza di risposte politiche efficaci, comunque, qualcosa si può fare anche a livello individuale: sul sito dell’Overshoot day ci sono proposte che vanno dall’aumento dei pasti vegetariani al recupero della materia utilizzata nel ciclo produttivo.
(6 agosto 2016)