A Carpiano i campi
non sono più inquinati!?!
Entro luglio incontro in Regione

 

Possiamo stare tranquilli: i terreni di Carpiano non sarebbero più inquinati. A quanto pare, tutti i rilevamenti effettuati di recente, non hanno riscontrato elementi che possano mettere a rischio la salute pubblica. Fatto che non smentisce necessariamente quanto invece rilevato dalle analisi effettuate nel 2006 dal Centro Comune di Ricerca di Ispra, diretto dalla Commissione Europea che evidenziavano presenza di diossine, di metalli pesanti, Pcb, furani e composti geno-tossici. Inoltre, dai 12 ettari “messi sotto accusa” pare che l’area ancora in causa per accertamenti sia ora circoscritta a 2 ettari, concentrati in terreni di cascina Calnago.
Il tutto è stato messo nero su bianco, già a gennaio di quest’anno, dall’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano che dichiarava: “la contaminazione riscontrata da Ispra su un terreno della Cascina Calnago non comporta, allo stato attuale, alcun rischio sanitario per la popolazione”…

A Carpiano i campi
non sono più inquinati!?!
Entro luglio incontro in Regione

Possiamo stare tranquilli: i terreni di Carpiano non sarebbero più inquinati. A quanto pare, tutti i rilevamenti effettuati di recente, non hanno riscontrato elementi che possano mettere a rischio la salute pubblica. Fatto che non smentisce necessariamente quanto invece rilevato dalle analisi effettuate nel 2006 dal Centro Comune di Ricerca di Ispra, diretto dalla Commissione Europea che evidenziavano presenza di diossine, di metalli pesanti, Pcb, furani e composti geno-tossici. Inoltre, dai 12 ettari “messi sotto accusa” pare che l’area ancora in causa per accertamenti sia ora circoscritta a 2 ettari, concentrati in terreni di cascina Calnago.
Il tutto è stato messo nero su bianco, già a gennaio di quest’anno, dall’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano che dichiarava: “la contaminazione riscontrata da Ispra su un terreno della Cascina Calnago non comporta, allo stato attuale, alcun rischio sanitario per la popolazione”. Ad affermarlo era il responsabile del Servizio Igiene degli Alimenti, dottor Maurizio Montanelli, il quale scriveva testualmente: “Per quanto riguarda le tanto citate diossine e PCBs, sono stati riscontrati segnali di presenza in tracce unicamente nella fascia più superficiale del terreno e in concentrazioni decisamente inferiori rispetto ai valori soglia definiti dalla legge vigente”.
Quanto alle acque superficiali, la stessa “Ispra dichiara che non sono risultate contaminate”. Aggiungendo: “l’Asl e l’ente gestore Amiacque, ognuno in modalità autonoma e servendosi di laboratori accreditati differenti, da sempre procedono ad accertamenti periodici della qualità delle acque profonde che alimentano l’acquedotto di Carpiano”.
“Rispetto ai dati ottenuti dai controlli del mese di novembre -continuava Montanelli- emerge l’assenza di incrementi anomali o superamenti delle concentrazioni di sicurezza (…) in materia di acque destinate al consumo umano”.
Stesso discorso per la produzione agricola dell’Azienda, del tutto immune dal trasferimento di contaminati, per le carni degli animali allevati e per il latte, che, sulla base dei controlli effettuati dal Dipartimento Veterinario dell’Asl, risultano conformi ai requisiti di sicurezza sanitaria. Pertanto, dal punto dell’approvvigionamento idrico e alimentare non vi sono ad oggi evidenze di rischio per la popolazione”. Nel frattempo, “l’azienda F.lli Soldi, in accordo con Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Lombardia), sta predisponendo l’avvio della caratterizzazione dei terreni, attività pregiudiziale ad un’eventuale azione di bonifica qualora dovessero delinearsi situazioni di reale compromissione qualitativa”.

Il sindaco preme per chiudere il caso

“Le analisi legate alla caratterizzazione- spiega Paolo Branca, sindaco di Carpiano- sono svolte sia dal proprietario sia da Arpa, in maniera separata ed effettuate da enti certificati. Mi risulta che la relazione della caratterizzazione sia già stata consegnata alla Regione Lombardia”.
Da fonti indirette, risulterebbe che l’area interessata abbia una delimitazione di 2 ettari (che quest’anno, su decisione del proprietario, non sono oggetto di coltivazione), dove sarebbero presenti in superficie metalli pesanti, per loro natura stabili ovvero che si accumulano. Mentre furani e diossina dovrebbero essere sotto i limiti di legge, in quanto con il tempo tendono a degradarsi e a disperdersi.
“Ora -aggiunge Paolo Branca- si attende la convocazione della conferenza dei servizi per la valutazione dei risultati e, di conseguenza, le attività da intraprendere: se entro metà mese non sarà riunita invierò un sollecito. È ora di chiudere questo capitolo increscioso”.
Alla conferenza dei servizi devono partecipare la Direzione ambiente regionale, l’Arpa, l’Ast (Azienda socio sanitaria territoriale) di Melegnano e Lodi settore igiene ambientale, la proprietà  dell’azienda agricola Calnago, i rappresentanti della Città metropolitana di Milano, della provincia di Pavia, dei Comuni di Carpiano e di Landriano.
Ma il solleone avanza… sarà davvero possibile riunire tutti al Pirellone entro fine luglio?

 

A Carpiano i campi non sono più inquinati!?! Entro luglio incontro in Regione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *