Macconago, via la baraccopoli
l’area torna agricola
Ma sulla chiesetta tutto tace

Nella mattinata del 25 febbraio, Polizia locale, Protezione civile, operatori del Comune e Polizia di Stato hanno liberato una vasta area di proprietà privata occupata abusivamente in via Macconago, zona sud di Milano tra via Ripamonti e adiacente all’Istituto dei tumori di Veronesi. L’area, ex Ligresti, presentava un insediamento formato da numerose baracche e al momento dell’intervento della Polizia vi erano circa 150 persone di etnia rom, di questi 40 minori: in 61, (tra cui 31 minori), hanno accettato l’accoglienza dell’Amministrazione nei Centri di emergenza sociale e quindi seguiranno anche il percorso di integrazione. “L’intervento -dichiarano dall’amministrazione di Milano- è stato effettuato dopo un accordo con la proprietà dell’area affinché siano messe immediatamente sbarre e lucchetti per impedire l’accesso ed evitare nuove occupazioni così come avvenuto per esempio a Muggiano, in via Selvanesco (anch’esse aree all’interno del Parco Sud Milano, n.d.r.) o in via Cima. L’area viene così restituita all’uso agricolo”.
Ma a Macconago vi sono anche altre emergenze. In questo antico borgo storico si trova anche una chiesetta. Risale al XVII secolo. Qualcuno dice sia dedicata a San Carlo, altri a San Paolo…

Macconago, via la baraccopoli
l’area torna agricola
Ma sulla chiesetta tutto tace

Nella mattinata del 25 febbraio, Polizia locale, Protezione civile, operatori del Comune e Polizia di Stato hanno liberato una vasta area di proprietà privata occupata abusivamente in via Macconago, zona sud di Milano tra via Ripamonti e adiacente all’Istituto dei tumori di Veronesi. L’area, ex Ligresti, presentava un insediamento formato da numerose baracche e al momento dell’intervento della Polizia vi erano circa 150 persone di etnia rom, di questi 40 minori: in 61, (tra cui 31 minori), hanno accettato l’accoglienza dell’Amministrazione nei Centri di emergenza sociale e quindi seguiranno anche il percorso di integrazione. “L’intervento -dichiarano dall’amministrazione di Milano- è stato effettuato dopo un accordo con la proprietà dell’area affinché siano messe immediatamente sbarre e lucchetti per impedire l’accesso ed evitare nuove occupazioni così come avvenuto per esempio a Muggiano, in via Selvanesco (anch’esse aree all’interno del Parco Sud Milano, n.d.r.) o in via Cima. L’area viene così restituita all’uso agricolo”.

L’antico borgo senza futuro?

Ma a Macconago vi sono anche altre emergenze. In questo antico borgo storico si trova anche una chiesetta. Risale al XVII secolo. Qualcuno dice sia dedicata a San Carlo, altri a San Paolo. Ma, quale che sia il santo, e al di là del fatto che ormai sia sconsacrata, la chiesetta è ridotta a uno stato d’abbandono tale che a vederla viene spontaneo chiedersi come sia possibile che il nostro patrimonio architettonico vada così in malora, con l’incuria del Comune di Milano, della Città Metropolitana e dell’ente Parco Agricolo Sud Milano.
 Non dimentichiamoci che siamo nella Ligresti town, dove tutto è stato possibile! Si tratta di un’area quasi totalmente agricola, a sud di Milano, acquisite decenni or sono dall’immobiliarista siciliano: almeno un milione di mq, di cui circa 600mila al “momentaneamente stoppato” Cerba (Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata, progetto dell’oncologo Umberto Veronesi).
Non sono terreni scelti a caso: si trovano quasi al 100% nel Parco Sud, dove, in teoria, non si potrebbe costruire. Ma è certo che don Salvatore non li aveva comperati per coltivarci mais o frumento. Piuttosto è lecito pensare che avesse fatto affidamento sulle “scappatoie” -ovvero espedienti per eludere i lacci della legge- del Parco Sud, visto che l’area è piena di progetti edilizi. Nel contempo, è stata svuotata dei contadini, in particolare quelli delle cascine di via Macconago, che quei campi lavoravano in affitto: sono già stati cacciati da un pezzo. Tanto che, passeggiando per il borgo, in un giorno qualunque, non si incontra nessuno.
A Macconago, Ligresti aveva partorito l’idea di far sorgere un quartiere residenziale da 40mila metri quadrati, poi divenuti 60mila. Una storia lunga, piena di vicissitudini, quella che ha portato alla presentazione del progetto. Per il momento bloccato dal suo crac finanziario.


In questo progetto, come viene salvaguardata la chiesetta?

“L’area oggetto della proposta -scriveva il Comune di Milano in una delibera del 2004- di proprietà privata, ha una estensione pari a circa mq. 39.970, è in parte occupata da un insediamento agricolo fatiscente, costituito da due corpi di fabbrica ad uso residenziale che presentano un alto stato di degrado e da corpi minori adibiti a depositi, fienili e stalle; l’area a sud dell’insediamento è a verde agricolo mentre a nord, oltre la strada, è presente una chiesa sconsacrata ed abbandonata in forte stato di degrado … Inoltre, la chiesa di San Carlo sarà oggetto di restauro conservativo e per essa sarà valutata la possibilità di insediarvi attività concordate con il Consiglio di Zona oppure il ripristino della funzione religiosa, in accordo con la Diocesi di Milano ed a servizio del vicino Istituto Oncologico Europeo”.
Ma poi, nei documenti successivi, inclusi quelli del 2011 firmati Parco Sud e ancora Comune di Milano, non si specifica cosa ne sarà della chiesetta di Macconago. Vaghi riferimenti a tutele di edifici storici, ma nulla di preciso.
Comunque, nel 2009 la chiesetta viene impalcata e messa in sicurezza, lasciando intendere un suo restauro. Dopo un paio d’anni le impalcature spariscono. Come mai? La strategia, ipotizziamo noi, è quella di lasciarla sgretolare completamente: una volta caduta, non ci saranno più costi per il restauro e basterà sgomberare le macerie per costruire nuove case. 
L’Associazione Parco Sud intende, con la collaborazione di Italia Nostra, intende andare a fondo e verificare se e come è ancora possibile salvare la chiesetta. Quale santo ci aiuterà?

28 febbraio 2016

 

Macconago, via la baraccopoli l’area torna agricola Ma sulla chiesetta tutto tace

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