Persi 60 ettari di boschi
nei Comuni del Parco Sud
in appena 8 anni
Fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce” diceva il filosofo cinese Laozi. Ma era il VI secolo a.C. Nel frattempo, gli uomini sono evidentemente diventati sordi! Anche intorno a noi, infatti, sono spariti diversi ettari di boschi, ma pochi se ne sono accorti. Lo si evince dalla lettura della relazione del Piano di Indirizzo Forestale (Pif) a cui, da un paio d’anni, la Provincia -ora Città metropolitana- sta rimettendo mano.
I dati, però, sono alquanto discordanti e, a nostro avviso, scarsamente attendibili: non solo perché nel decennio 2004-2014 (in realtà i dati sono riferiti al 2012) in “osservazione” si è verificato il distacco dell’area relativa alla nascita della Provincia Monza Brianza, ma anche perché i Comuni, chiamati a rendere conferma o meno delle aree esistenti o distrutte (sia dai Piani di governo del territorio, che a volte si sono fatti beffe delle aree segnate sulle carte come boschi, sia da tagli abusivi di boschi) non hanno contribuito alla raccolta dei dati.
Quindi, per essere un po’ più attendibili sui dati, abbiamo scelto di selezionare quelli relativi ai Comuni del Parco Agricolo Sud Milano: in totale, tra le aree boscate e le aree tagliate si ha un saldo negativo pari a 59,30 ettari che, per dimensioni, equivalgono a circa 85 campi di calcio. Il dato, purtroppo fa riferimento al 2012, quindi non tiene conto delle aree distrutte dalla Tangenziale est esterna, dalle aree Expo e, come già detto, dai vari Pgt ultimati successivamente). Vedi tabella ettari persi nei 61 Comuni del Parco Sud…
Persi 60 ettari di boschi
nei Comuni del Parco Sud
in appena 8 anni
Fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce” diceva il filosofo cinese Laozi. Ma era il VI secolo a.C. Nel frattempo, gli uomini sono evidentemente diventati sordi! Anche intorno a noi, infatti, sono spariti diversi ettari di boschi, ma pochi se ne sono accorti. Lo si evince dalla lettura della relazione del Piano di Indirizzo Forestale (Pif) a cui, da un paio d’anni, la Provincia -ora Città metropolitana- sta rimettendo mano.
Il Piano di Indirizzo Forestale è lo strumento, con origini già nel 1976, regolato dalle Leggi Regione Lombardia n. 27/2004 e 12/2005 “per delineare gli obiettivi di sviluppo del settore silvopastorale e le linee di gestione di tutte le proprietà forestali, private e pubbliche”. Nelle leggi è previsto che il Pif venga aggiornato ogni 10 anni e i suoi contenuti risultano cogenti e vincolanti nei confronti degli strumenti urbanistici comunali.
La lettura dei documenti del piano di revisione Pif fin qui prodotti dalla ex Provincia è alquanto discordante e, a nostro avviso, scarsamente attendibile: non solo perché nel decennio 2004-2014 (in realtà i dati sono riferiti al 2012) in “osservazione” si è verificato il distacco dell’area relativa alla nascita della Provincia Monza Brianza, ma anche perché i Comuni, chiamati a rendere conferma o meno delle aree esistenti o distrutte (sia dai Piani di governo del territorio, che a volte si sono fatti beffe delle aree segnate sulle carte come boschi, sia da tagli abusivi di boschi) non hanno contribuito alla raccolta dei dati. Per essere chiari, sia alla prima sia alla seconda convocazione da parte della Provincia alla Conferenza di Valutazione Ambientale Strategica del Piano di Indirizzo Forestale hanno partecipato solo 4 comuni su 133: Busto Garolfo, Cerro Maggiore, Lainate, Corbetta. Inoltre, nessun Comune ha segnalato nuove aree boscate “in erba” da inserire nel Pif.
I buoni e i cattivi tra i comuni del Parco
Quindi, per essere un po’ più attendibili sui dati, abbiamo scelto di selezionare quelli relativi ai Comuni del Parco Agricolo Sud Milano: in totale, tra le aree boscate e le aree tagliate si ha un saldo negativo pari a 59,30 ettari che, per dimensioni, equivalgono a circa 85 campi di calcio. Il dato, purtroppo fa riferimento al 2012, quindi non tiene conto delle aree distrutte dalla Tangenziale est esterna, dalle aree Expo e, come già detto, dai vari Pgt ultimati successivamente).
La perdita complessiva dei circa 60 ettari di aree boscate risente sensibilmente dalla performance positiva del Comune di Milano, che registra una crescita di 258,3 ettari. Questo vasto rimboschimento copre in realtà la diminuzione di aree piantumate nella gran parte dei comuni del Parco: ben 35 registrano infatti segni negativi nel periodo considerato. Tra questi i peggio classificati sono Albairate (-64 ettari), Corbetta (-56), Cisliano (-46), Rosate (-41), Trezzano S/N (-37), Vernate (-35) e Basiglio (-33).
Oltre a Milano, tra i comuni virtuosi spiccano San Donato (33 ettari in più), Rho (31, ma ricordiamo la quesitone Expo), Segrate (26, anche qui occorre segnalare l’imponente Pgt), Zibido S. Giacomo (24). Per la visione complessiva vedi tabella a fondo pagina.
I dati raccontati, a volte, non sono percepiti nella quotidianità: Albairate, per esempio, sembra sempre il comune di ampie vedute verdi e boscate, mentre si ha difficoltà a rendersi conto dove Milano abbia creato oltre 258 ettari di bosco.
Tabella elaborata da Associazione per il Parco Sud su dati Città Metropolitana