Il Bel Paese cancella ogni giorno
55 ettari di suolo col cemento
Uno scempio che distrugge il futuro
Una colata grigia ingoia ogni giorno 55 ettari di territorio verde. Senza rendersi conto del suo valore. Il suolo, infatti, è lo strato più superficiale della crosta terrestre, ma anche quello necessario per ospitare la vita: grazie alle sue sostanze chimiche garantisce un habitat per microrganismi che consento a piante, agricoltura e animali di svilupparsi. Inoltre, agisce da filtro per l’acqua e trattiene il carbonio in eccesso nell’atmosfera, combattendo l’effetto serra. Perché è così prezioso? Per formarsi impiega tempi geologici: 1 centimetro ogni 200-400 anni. Ma per raggiungere la piena fertilità, occorrono ben 3.000 anni.
L’uomo, però, sta dissipando questo bene prezioso. La cementificazione del suolo, oltre alla distruzione del paesaggio, provoca impermeabilizzazione, impoverimento di materia organica e dissesto idrogeologico.
L’Italia contribuisce non poco alla continua erosione di suolo al ritmo di…
Il Bel Paese cancella ogni giorno
55 ettari di suolo col cemento
Uno scempio che distrugge il futuro
Una colata grigia ingoia ogni giorno 55 ettari di territorio verde. Senza rendersi conto del suo valore. Il suolo, infatti, è lo strato più superficiale della crosta terrestre, ma anche quello necessario per ospitare la vita: grazie alle sue sostanze chimiche garantisce un habitat per microrganismi che consento a piante, agricoltura e animali di svilupparsi. Inoltre, agisce da filtro per l’acqua e trattiene il carbonio in eccesso nell’atmosfera, combattendo l’effetto serra. Perché è così prezioso? Per formarsi impiega tempi geologici: 1 centimetro ogni 200-400 anni. Ma per raggiungere la piena fertilità, occorrono ben 3.000 anni.
L’uomo, però, sta dissipando questo bene prezioso. La cementificazione del suolo, oltre alla distruzione del paesaggio, provoca impermeabilizzazione, impoverimento di materia organica e dissesto idrogeologico.
Il grigio che avanza
L’Italia contribuisce non poco alla continua erosione di suolo al ritmo di 6-7 mq al secondo, ovvero 55 ettari al giorno, pari a circa 70 campi di calcio! Prosegue ininterrottamente, notte e giorno, su aree naturali e agricole con asfalto e cemento per realizzare edifici e capannoni, servizi e strade, insediamenti commerciali e produttivi.
I dati sul consumo di suolo in Italia -elaborati da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), in collaborazione con le Agenzie della protezione dell’ambiente delle regioni e province autonome- dimostrano che circa 21mila kmq del territorio nazionale, ovvero il 7% della superficie totale (montagne e aree impervie incluse) sono oggi cementificate. Il Nord-Ovest, fin dagli anni ’50 è l’area maggiormente consumata (ben l’8,4%), seguito dal Nord-Est (7,2%), dal Centro Italia (6,6%) e dal Mezzogiorno (6,2%). Lombardia e Veneto sono le regioni che registrano il più alto livello di aree “occupate”, intorno al 10%. Ma mentre il Triveneto e l’Emilia Romagna mostrano una certa tendenza al rallentamento, non così si può dire per le regioni del Nord-Ovest, dove il fenomeno mostra una preoccupante e continua accelerazione.
A livello provinciale, Monza-Brianza detiene la percentuale più alta di suolo consumato. con quali il 35%, seguita da Napoli e Milano, con percentuali comprese tra il 25% e il 30%.
A quando una legge?
Nonostante questa corsa all’erosione del suolo, l’Italia non ha ancora alcuna norma per la tutela di questo bene prezioso, mentre gli Stati Uniti hanno approvato, già 1935, una legge ad hoc, e in Europa, la Germania ci è arrivata alla metà degli anni ’80.
Nel nostro Paese, i tanti tentativi di mettere in votazione una norma di salvaguardia sono finora andati falliti. Una proposta di legge, presentata nel 2014, a ottobre è finalmente stata portata in discussione alla Camera. Pecche e imperfezioni non mancano, ma non si può attendere oltre.
Seguiremo, come tutte le associazioni ambientaliste, l’iter parlamentare per tentare di ottenere una legge efficace.