Sindaco di Gorgonzola scrive a Martina
“Più impegno per fermare
caporalato e illegalità in agricoltura”
Gorgonzola è uno degli ultimi comuni a nord est del Parco agricolo. “È un Comune a vocazione agricola, e che tale vocazione intende mantenere. Abbiamo il grande bacino agricolo delle aree a Nord, e a Sud le aree di Parco”. Così, basandosi su questo assioma, il sindaco Angelo Stucchi ha voluto apertamente rigettare l’incalzante attualità racchiusa nel binomio immigrazione-sfruttamento della mano d’opera e ha scritto al ministro dell’agricoltura una lettera che non che essere apprezzata. “Le notizie in arrivo dal Sud Italia nei giorni scorsi mi hanno scosso: sono un sindaco lombardo, ma mi sento più che altro un sindaco italiano. E poi ho avuto una famiglia contadina, l’idea della morte di fatica mi sembra appartenere a tempi lontani, allucinante pensare che possa accadere oggi. Ho pensato che, in un contesto metropolitano in cui molto si lavora, ad esempio, per la legalità nei cantieri, sarebbe opportuno un atto formale ma importante che ci impegna a vigilare anche sulle nostre campagne. Caporalato e illegalità sono una grave piaga dell’agricoltura, non lasciamo che contaminino le nostre campagne”. E a Martina chiede di reagire con forza “davanti all’indifferenza di un mercato che chiede prezzi sempre più bassi, spesso sotto i costi di produzione, e che per raggiungere il suo obiettivo lascia spazio alla criminalità organizzata”.
Ecco il testo completo della lettera, che ci piacerebbe venisse condivisa anche dagli altri 60 sindaci del Parco Sud, ma anche di tutta la Città Metropolitana: non dimentichiamoci che Milano è la seconda città d’Italia con la maggiore presenza di produzioni agricole…
Sindaco di Gorgonzola scrive a Martina
“Più impegno per fermare
caporalato e illegalità in agricoltura”
Gorgonzola è uno degli ultimi comuni a nord est del Parco agricolo. “È un Comune a vocazione agricola, e che tale vocazione intende mantenere. Abbiamo il grande bacino agricolo delle aree a Nord, e a Sud le aree di Parco”. Così, basandosi su questo assioma, il sindaco Angelo Stucchi ha voluto apertamente rigettare l’incalzante attualità racchiusa nel binomio immigrazione-sfruttamento della mano d’opera e ha scritto al ministro dell’agricoltura una lettera che non che essere apprezzata. “Le notizie in arrivo dal Sud Italia nei giorni scorsi mi hanno scosso: sono un sindaco lombardo, ma mi sento più che altro un sindaco italiano. E poi ho avuto una famiglia contadina, l’idea della morte di fatica mi sembra appartenere a tempi lontani, allucinante pensare che possa accadere oggi. Ho pensato che, in un contesto metropolitano in cui molto si lavora, ad esempio, per la legalità nei cantieri, sarebbe opportuno un atto formale ma importante che ci impegna a vigilare anche sulle nostre campagne. Caporalato e illegalità sono una grave piaga dell’agricoltura, non lasciamo che contaminino le nostre campagne”. E a Martina chiede di reagire con forza “davanti all’indifferenza di un mercato che chiede prezzi sempre più bassi, spesso sotto i costi di produzione, e che per raggiungere il suo obiettivo lascia spazio alla criminalità organizzata”.
Ecco il testo completo della lettera, che ci piacerebbe venisse condivisa anche dagli altri 60 sindaci del Parco Sud, ma anche di tutta la Città Metropolitana: non dimentichiamoci che Milano è la seconda città d’Italia con la maggiore presenza di produzioni agricole.
Egregio Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali Maurizio Martina,
mi rivolgo a Lei dopo le morti nelle campagne del sud Italia dei braccianti Paola Clemente, Ben Hasine Zakaria e del sudanese Mohamed nel mio ruolo di Sindaco di Gorgonzola, paese di origine contadina, ora città, alle porte di Milano.
Siamo orgogliosi di questa nostra origine tanto da organizzare tra poche settimane una Sagra e a novembre una Fiera per raccontare la campagna, i suoi prodotti, la sua bellezza, le nostre tradizioni, il nostro formaggio.
Le notizie di queste morti non ci hanno lasciato indifferenti perché la terra, la sua custodia, la fatica del coltivarla è parte di noi ‘cittadini metropolitani’.
Morire di lavoro nei campi e lavorare a due euro l´ora è inaccettabile, come pure il caporalato che schiavizza per interessi economici uomini e donne.
Conosco il suo impegno per tutelare agricoltori, allevatori e per sviluppare politiche che favoriscano investimenti nell’agricoltura, ma questo sembra non bastare davanti all’indifferenza di un mercato che chiede prezzi sempre più bassi, spesso sotto i costi di produzione, e che per raggiungere il suo obiettivo lascia spazio alla criminalità organizzata che mortifica, uccide.
Nel rispetto del suo ruolo e con un po’ di arroganza Le chiedo di intervenire con ancora più forza nella lotta al caporalato e per un lavoro dignitoso nei campi.
Da amministratore so che non è facile, ma continui nonostante l´indifferenza e le tardive denunce in questo suo impegno per un’agricoltura buona. Non si senta solo, ci senta vicini, senta vicino chi oggi non è più contadino ma non ha dimenticato le sue origini.
È per questa appartenenza che nel nostro piccolo incominceremo con un semplice gesto; quello di promuovere nel nostro territorio la ‘Rete del lavoro agricolo di qualità’, da lei fortemente voluta per salvaguardare la vita di tante lavoratrici e tanti lavoratori che nei campi devono poter vivere con piena dignità la propria esistenza. È la nostra storia e la responsabilità che comporta a ci chiederci questo impegno.
A sua disposizione per tutto quanto sarà necessario per questa certificazione etica.
Con cordialità
Angelo Stucchi