L’aria delle città è più pulita di 10 anni fa
Ma le polveri fanno 34mila morti
Ovvio: pianura Padana è la più inquinata
Il respiro che uccide. È l’aria nelle nostre grandi città, pur se mediamente più pulita di 10 anni fa. Infatti, rimangono ancora troppo alti i livelli delle polveri sottili che, secondo le ultime ricerche, accorciano la vita degli italiani di circa 14 mesi per chi abita al Nord, di 6,6 mesi per chi abita al Centro e di 5,4 mesi per chi abita al Sud. I dati -pubblicati in questi giorni- arrivano direttamente da uno studio commissionato dal Ministero della Salute che, nel quadro delle iniziative del Centro controllo malattie (Ccm), ha finanziato e lanciato il progetto Viias (Valutazione integrata dell’impatto su ambiente e salute dell’inquinamento atmosferico). Raccolti principalmente dalle Arpa, le Agenzie regionali di protezione dell’ambiente, i dati evidenziano che sarebbero circa 34.500 i decessi nelle nostre città dovuti ogni anno al particolato sottile, in particolare al pm2,5, al biossido d’azoto e all’ozono, che in estate ha una concentrazione maggiore.
A Milano, Padova e Reggio Emilia la maglia nera. Intanto, in Lombardia si continua a cementificare senza scrupoli: per farla breve e non essere ripetitivi, basti pensare alle 27 nuove infrastrutture autostradali (oltre alle 10 su ferro) nel piano di sviluppo per la nostra regione del gov Maroni: ma non è solo, perché non vi sono state dichiarazioni “contro” da parte del centrosinistra. Con buona pace per la salute pubblica e per l’ambiente…
L’aria delle città è più pulita di 10 anni fa
Ma le polveri fanno 34mila morti
Ovvio: pianura Padana è la più inquinata
Il respiro che uccide. È l’aria nelle nostre grandi città, pur se mediamente più pulita di 10 anni fa. Infatti, rimangono ancora troppo alti i livelli delle polveri sottili che, secondo le ultime ricerche, accorciano la vita degli italiani di circa 14 mesi per chi abita al Nord, di 6,6 mesi per chi abita al Centro e di 5,4 mesi per chi abita al Sud. I dati -pubblicati in questi giorni- arrivano direttamente da uno studio commissionato dal Ministero della Salute che, nel quadro delle iniziative del Centro controllo malattie (Ccm), ha finanziato e lanciato il progetto Viias (Valutazione integrata dell’impatto su ambiente e salute dell’inquinamento atmosferico). Raccolti principalmente dalle Arpa, le Agenzie regionali di protezione dell’ambiente, i dati evidenziano che sarebbero circa 34.500 i decessi nelle nostre città dovuti ogni anno al particolato sottile, in particolare al pm2,5, al biossido d’azoto e all’ozono, che in estate ha una concentrazione maggiore.
Padova, Milano e Reggio Emilia le peggiori
L’area più inquinata -e lo si sa ormai da tempo- risulta ancora quella della pianura padana, con le città di Lombardia, Veneto ed Emilia che occupano 11 dei primi 13 posti nella provvisoria classifica dell’inquinamento 2015. Le maglie nere d’Italia, dai rilevamenti dei primi tre mesi dell’anno, spetterebbero a Padova con 53 microgrammi di particolato per metro cubo d’aria e a Milano e Reggio Emilia, entrambe con 51,2 microgrammi di particolato per metro cubo. Stando alla ricerca Viias, dal 2000 al 2012 si è assistito a un calo costante degli inquinanti, ma tuttora il 29% degli italiani vive in aree in cui il superamento dei limiti di legge è costante, nonostante la normativa europea fissi a 35 giorni il limite massimo per il superamento dei parametri di 50 microgrammi per metro cubo d’aria.
Traffico, riscaldamento, impianti industriali le cause maggiori
L’inquinamento atmosferico è l’alterazione delle condizioni naturali dell’aria, dovuta alle emissioni dei gas di scarico di autoveicoli, caldaie, centrali elettriche, fabbriche, impianti di incenerimento. Le sostanze inquinanti più diffuse in atmosfera sono il biossido di zolfo (So2), gli ossidi di azoto(Nox), il monossido di carbonio (CO), l’ozono, il benzene, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), le polveri (soprattutto il particolato di diametro inferiore a 10 milionesimi di metro, il Pm10) e il piombo. Tra gli inquinanti più pericolosi per l’uomo e più diffusi nelle città è il Pm10: i trasporti stradali, infatti, producono il 17% del totale delle emissioni, circa il 50% degli ossidi di azoto, del monossido di carbonio e del benzene presenti nell’aria delle città. Per gli ossidi di zolfo, invece, la fonte primaria è il settore industriale, e soprattutto la produzione di energia, cui si devono i 3/4 del totale delle emissioni. Se il traffico urbano è il grande nemico dell’aria delle città, i maggiori responsabili sono soprattutto le automobili, che contribuiscono, sul totale emesso dal trasporto stradale, ad un terzo del Pm10, al 40% circa degli NOx, a due terzi del benzene e della CO2.
Ma in Lombardia si continua a cementificare senza scrupoli: per farla breve e non essere ripetitivi, basti pensare alle 27 nuove infrastrutture autostradali (oltre alle 10 su ferro) nel piano di sviluppo per la nostra regione del gov Maroni: ma non è solo, perché non vi sono state dichiarazioni “contro” da parte del centrosinistra. Con buona pace per la salute pubblica e per l’ambiente.