A San Giuliano, dopo parte di un monastero
fatto erigere da Francesco I nel 1518,
scoperto anche un ponte cinquecentesco
Nell’agosto del 2014, grazie al Comitato Cultura Locale, sono tornati alla luce due dei pilastri dell’ingresso al monastero che Francesco I -Re di Francia e Duca di Milano- fece erigere a memoria delle migliaia di tutti i caduti a Marignano nella cosiddetta battaglia dei Giganti a del 1515, dedicato a Santa Maria della Vittoria (vedi). Oggi viene data notizia che, nei pressi del monastero è stato scoperto anche un ponte cinquecentesco, seminascosto dal cemento: è sulla roggia Spazzòla, all’altezza del cimitero ed è il solo di epoca cinquecentesca esistente nel Sud Milano.
Ne è sicuro l’archeologo Mauro Manfrinato, autore del ritrovamento, che al blog radarmelegnano ha dichiarato “È un manufatto unico nel territorio – illustra. – Durante la conferenza di circa due mesi fa con il professor Bardelli, parlai dei residui del Monastero della Vittoria. In occasione di quella conferenza andai sul posto. Ho preso le misure dei mattoni, dei pilastri, e sono venuto a capo del fatto che quel ponte è del XVI secolo, è l’unico di epoca rinascimentale esistente nel territorio, merita una certa forma di tutela e di restauro. I ponti in muratura che abbiamo nel territorio sono generalmente del Settecento, o dell’Ottocento -continua Manfrinato-. Prima erano quasi tutti in legno: questo è l’unico caso di ponte cinquecentesco in uso. Sarebbe opportuno restaurarlo, togliere quei parapetti di cemento armato creati negli anni Sessanta, riabbassare la quota del piano di calpestìo per alleggerirlo e dotare il manufatto di una forma di tutela. Sarebbe interessante riuscire, tramite il Comune e la Soprintendenza Archeologica, valorizzarlo dal punto di vista didattico e archeologico. Perché non pensare a un connubio di più università, francese, svizzera e italiana, nel quale far operare gli specializzandi e così recuperare quanto rimane del monastero con metodi scientifici?Soprattutto con risalto dei pilastri al ponte che costituiscono l’unico avanzo visibile fuori terra. Sono tracce culturali abbandonate quanto inedite”. Speriamo che le proposte di Mauro Manfrinato trovino riscontro: sarebbe un ulteriore piccolo gioiello da aggiungere al patrimonio architettonico del Parco Sud.