Cisliano, consiglio comunale in piazza
per i beni confiscati alla mafia.
Al via presidio di Libera e Caritas
Un Consiglio comunale all’aperto, nella piazza del paese, per salvare dal degrado i beni confiscati alla mafia oggi in preda al degrado.
È quanto successo lo scorso 21 aprile a Cisliano, piccolo comune del Parco Sud con meno di 5mila abitanti. Un paese dove la famiglia Valle, affiliata all’ndrangheta, aveva messo radici ristrutturando a bunker super attrezzato (foto Studio Sally) una cascina estesa su 9mila mq e facendone il suo quartier generale. Nel luglio del 2010, grazie a un’indagine coordinata dal pm Ilda Boccassini durata due anni, la Squadra Mobile di Milano entra nel bunker ed esegue l’arresto di 15 persone affiliati alla cosca mafiosa. A febbraio di quest’anno, in seguito alla condanna in Cassazione, la cascina è stata affidata all’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Ma intanto la masseria, depredata da ladri, sta andando in totale rovina. Così, sindaco e cittadini …
Cisliano, consiglio comunale in piazza
per i beni confiscati alla mafia.
Al via presidio di Libera e Caritas
Un Consiglio comunale all’aperto, nella piazza del paese, per salvare dal degrado i beni confiscati alla mafia oggi in preda al degrado.
È quanto successo lo scorso 21 aprile a Cisliano, piccolo comune del Parco Sud con meno di 5mila abitanti. Un paese dove la famiglia Valle, affiliata all’ndrangheta, aveva messo radici ristrutturando a bunker super attrezzato (foto Studio Sally) una cascina estesa su 9mila mq e facendone il suo quartier generale. Nel luglio del 2010, grazie a un’indagine coordinata dal pm Ilda Boccassini durata due anni, la Squadra Mobile di Milano entra nel bunker ed esegue l’arresto di 15 persone affiliati alla cosca mafiosa. A febbraio di quest’anno, in seguito alla condanna in Cassazione, la cascina è stata affidata all’Agenzia nazionale dei beni confiscati.
Presidio permanente
Ma sono passati 5 anni e, nel frattempo, la tenuta è caduta in rovina ed è stata ampiamente saccheggiata di ogni mobile, suppellettile e persino del cancello d’ingresso. Per fermare il degrado, il Consiglio comunale -svoltosi in piazza alla presenza di oltre 200 persone- ha votato all’unanimità una delibera -che punta “ad intraprendere ogni iniziativa utile e necessaria volta alla salvaguardia della sicurezza e dell’incolumità pubblica attraverso la presa in carico dell’immobile in comune di Cisliano, ed attualmente confiscato alla proprietà, denominato ‘ex Ristorante Masseria’, attraverso la protezione, la salvaguardia e la sua valorizzazione anche attraverso la collaborazione della rete associativa di Libera e con la Caritas del decanato della zona VI”. In pratica, cittadini e volontari dell’associazione e del decanato presidieranno 24 ore su 24 la tenuta.
La delibera del 21 aprile, inoltre, prevede anche di “intraprendere ogni iniziativa possibile per sollecitare gli organi competenti all’assegnazione dell’immobile, al fine di destinarlo, in coerenza con le norme vigenti, a scopi istituzionali,
sociali e di pubblica utilità” oltre che richiedere nell’immediato, l’assegnazione provvisoria, al fine di garantirne il presidio permanente e la tutela in attesa delle definizioni giudiziarie pendenti”.
Oltre 600 i beni confiscati ora caduti nel degrado
Come riportato dal Corriere della Sera, a firma di Giovanna Maria Fagnani “Seduti in piazza c’erano anche il responsabile regionale di Libera, Davide Salluzzo, e don Massimo Mapelli, responsabile della Caritas di zona.
‘In Lombardia sono 600 i beni confiscati che stanno marcendo, lasciati in mano ancora alle mafie anche se sono dello Stato e nel frattempo c’è gente che non ha una casa dove vivere -ha sottolineato Salluzzo-. La masseria deve diventare un simbolo di riscatto, dignità, giustizia’.
Don Massimo Mapelli ha ricordato, a sua volta, l’emergenza abitativa e sociale. ‘In Caritas continuiamo a ricevere richieste di ospitare famiglie italiane che restano senza casa, oppure minori che diventano maggiorenni e vengono espulsi dalle comunità dove, fino al giorno prima, erano ospitati con rette pagate dai Comuni. E quando vedo luoghi come la Masseria mi domando come sia possibile che restino lì a essere depredati invece di diventare luoghi di accoglienza e lavoro’.
L’idea del Comune, di Libera e della Caritas è quello dunque di trasformare la tenuta in un luogo dove si tenga un mercato settimanale di prodotti del territorio e dove continui a esserci un ristorante, ma a prezzi calmierati, o magari una mensa dei poveri: attività che potrebbero creare lavoro anche per persone svantaggiate. I lussuosi alloggi dei boss diventerebbero alla fine spazi per housing sociale”.