Superstrada Vigevano-Malpensa
la Regione persegue l’obiettivo
e se ne infischia di agricoltori e Parchi
Ci vogliono almeno 220 milioni di euro per realizzare il progetto “revisionato” da Anas della superstrada Vigevano-Malpensa. Il tutto intervenendo su aree delicate del Parco Sud e del Parco del Ticino. Aldilà del fatto che tra Tangenziale esterna Est Milano (Teem) e BreBeMi di asfalto sul verde agricolo del nostro territorio ne è già stato gettato in abbondanza, con tutti i debiti che lo Stato ha già con Anas (erano 850 milioni a gennaio 2014) perché portare avanti progetti di asfalto del Parco del Ticino e del Parco Sud, in aree che sono (Parco del Ticino lo è già dal 2003) e saranno a breve Riserva della biosfera dell’Unesco? “Si può scorgere in questi interventi un tacito ‘patto di tolleranza’ o di ‘reciproca convenienza’ fra governanti e governati basato sul prevalere degli interesse degli uni e degli altri sul bene comune. Sull’uso dissennato del territorio per mantenere il consenso e per consolidare gli interessi fondiari, di potere o altro: il territorio utilizzato come preziosa merce di scambio” è il pensiero dell’urbanista Georg Josef Frisch, formatosi come architetto alla Hochschule Wien e al Politecnico di Milano. Un pensiero che si applica perfettamente anche al contesto della Vigevano-Malpensa.
Superstrada Vigevano-Malpensa
la Regione persegue l’obiettivo
e se ne infischia di agricoltori e Parchi
Ci vogliono almeno 220 milioni di euro per realizzare il progetto “revisionato” da Anas della superstrada Vigevano-Malpensa. Il tutto intervenendo su aree delicate del Parco Sud e del Parco del Ticino. Aldilà del fatto che tra Tangenziale esterna Est Milano (Teem) e BreBeMi di asfalto sul verde agricolo del nostro territorio ne è già stato gettato in abbondanza, con tutti i debiti che lo Stato ha già con Anas (erano 850 milioni a gennaio 2014) perché portare avanti progetti di asfalto del Parco del Ticino e del Parco Sud, in aree che sono (Parco del Ticino lo è già dal 2003) e saranno a breve Riserva della biosfera dell’Unesco? “Si può scorgere in questi interventi un tacito ‘patto di tolleranza’ o di ‘reciproca convenienza’ fra governanti e governati basato sul prevalere degli interesse degli uni e degli altri sul bene comune. Sull’uso dissennato del territorio per mantenere il consenso e per consolidare gli interessi fondiari, di potere o altro: il territorio utilizzato come preziosa merce di scambio” è il pensiero dell’urbanista Georg Josef Frisch, formatosi come architetto alla Hochschule Wien e al Politecnico di Milano. Un pensiero che si applica perfettamente anche al contesto della Vigevano-Malpensa.
La Regione conferma la volontà di realizzare la superstrada
Con questa premessa, riportiamo il comunicato dei Comitati No Tangenziale del Parco del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano, relativo all’incontro dello scorso 3 luglio, svoltosi in Regione, negli uffici tecnici del settore Viabilità e Traffico, per ottenere informazioni sullo stato di fatto del progetto ANAS di Superstrada. L’incontro è stato realizzato grazie ai buoni uffici del consigliere regionale Stefano Buffagni, del Movimento 5 Stelle , e ha avuto come interlocutori l’ing. Colombo della Regione Lombardia, i rappresentanti dei Comitati No Tangenziale e i sindaci e amministratori di Albairate, Cassinetta, Ozzero, Robecco e Cusago.
“L’incontro è stato estremamente interessante poiché il tecnico regionale ha chiarito in modo esaustivo lo stato di fatto ed i termini del “PROGETTO” della Regione. Viene confermato che ANAS e SEA stanno procedendo ad uno “stralcio funzionale” del vecchio progetto definitivo ANAS del 2009. Lo stralcio consiste nella eliminazione della tratta ALBAIRATE – TANGENZIALE OVEST MILANO mentre rimane identico nel tracciato e nella tipologia di costruzione stradale nella tratta dal PONTE DI VIGEVANO A MAGENTA. Potrebbero esserci degli interventi minimali o piccole modifiche non significative al progetto originario poiché modifiche sostanziali dovrebbero ripercorrere tutta la trafila della Valutazione di Impatto Ambientale e Strategica (VIA + VAS) e riportare il progetto al punto di partenza.
Il tecnico ha ipotizzato che il progetto potrebbe essere presentato a fine mese di agosto o nel mese di settembre. A quel punto l’assessore regionale convocherà le amministrazioni comunali e le Istituzioni interessate per presentare il nuovo progetto, sul quale non potranno però intervenire in modo significativo. Si prevede che le gare d’appalto verranno espletate entro il 2015 e forse i cantieri potrebbero partire nella seconda metà del 2016. ANAS si sarebbe impegnata a realizzare l’opera con circa 212-220 milioni di euro.
La considerazione dei Comitati No Tangenziale è che, visto il preventivo risalente al 2009, i fondi a disposizione non bastino a completare l’opera o costringano l’Impresa a lavorare in economia e a non realizzare tutte le prescrizioni e mitigazioni previste per la realizzazione del progetto.
Questo incontro è servito a chiarire in modo definitivo che le varie dichiarazioni rilasciate in questi anni dalle amministrazioni pro-superstrada riguardo alla realizzazione ‘ambientalmente sostenibile’ dell’opera erano pura fantasia non supportata dai fatti. I fatti sono che si tratta del vecchio”.
Comitati No Tangenziale del Parco del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano
I politici premono per la superstrada. E i 75mila cittadini “ambientalisti?
Poco meno di metà della popolazione (45%) nel 2012 ha dichiarato di interessarsi alle tematiche ambientali. E, nell’ambito di questo sottoinsieme 85 cittadini su 100 lo fanno seguendo programmi televisivi e radiofonici, 54 su 100 leggendo i giornali. Sono poco frequenti le modalità di partecipazione attiva: tra i cittadini che si interessano, assistono a conferenze su temi ambientali cinque su 100; aderiscono ad iniziative delle associazioni ambientaliste tre su 100 e si iscrivono alle associazioni due su 100 (dati Istat).
Nei 61 comuni che compongono il Parco Agricolo Sud Milano abitano circa 2milioni di persone e circa mezzo milione vive nel Parco del Ticino. Totale: 2,5 milioni di individui, di cui 75mila, statisticamente, aderiscono a “iniziative ambientaliste”.
A loro, a queste potenziali 75mila “cittadini comuni”, con sensibilità verso l’habitat che ci ospita chiediamo un sostegno morale, anche considerato che la maggior parte dei politici, incluso il solito Maroni che avrà certamente sala, bagno e camera da letto tappezzata di poster di autostrade, chiediamo di unirsi alla nostra difesa del territorio. A loro, armati di pazienza, ma anche a chi voglia semplicemente aprire gli occhi, rivolgiamo anche l’invito a leggere le considerazioni dell’agronomo Giovanni Molina, inviate a L’informatore vigevanese” sulle possibilità di realizzare un progetto “più ragionevole e con minore impatto”.
“Gentile Direttore,
intervengo su stimolo dell’intervento dell’ingegner Castoldi del Comitato Pro-Tangenziale di Abbiategrasso pubblicato su “l’informatore vigevanese” di ieri (giovedì 12 giugno 2014). Credo sia oggi necessario superare la contrapposizione tra SI e NO alle “grandi opere” se si vuole dare una possibilità concreta di “salute” al nostro Territorio. E credo che la difesa del suolo agricolo e naturale, sia diventata la priorità di questa nazione, perché solo gestendo bene questa risorsa potrà prosperare. Nello specifico nessuno nega la necessità di collegamento tra Vigevano (e il Piemonte) ed Abbiategrasso (con Milano e la Lombardia), soprattutto in un’ottica di sviluppo metropolitano. Magari possono esserci dubbi legittimi sul collegamento a Malpensa, sia perché di Malpensa è rimasto poco, sia perché il punto critico resta il superamento del Ticino e di Abbiategrasso.
Ma il problema è comunque il COME realizzare un nuovo collegamento. Il progetto attuale prevede il passaggio della città di Abbiategrasso a sud-est con un’opera ingegneristica, magari apprezzabile, ma inutilmente devastante: prevede 6 cavalcavia su opere storiche come il naviglio grande sui rami di Abbiategrasso e Bereguardo, sulla ferrovia Milano Mortara e sulle strade esistenti con relativi svincoli fino ad approdare sulla SP 114 per Baggio. Totali quasi 10 Km di tangenziale per 22 m di larghezza, oltre 3-4 ha occupati da svincoli ed accessori (che comunque fa già 25 ha). Ciò a prescindere dalla riqualificazione dei circa 3,5 km di attraversamento dell’abitato che la 494 percorrere in Abbiategrasso con buona pace dei suoi abitanti.
La soluzione migliore è proprio riqualificare l’attraversamento dell’abitato con il superamento dei nodi mediante opere a più livelli, soluzione sicuramente più difficile, più complessa da gestire, che richiede più creatività e meno rigore ingegneristico, ma sicuramente fattibile, come dimostrato da numerose opere nei dintorni delle capitali europee. Magari costerebbe di più per la delicatezza degli interventi, ma sono invece convinto possa costare meno, in quanto si tratterebbe comunque di un terzo della “quantità” di asfalto, cemento impiegati e di 25 ha di suolo agricolo NON asfaltato oltre a circa 100 ha lasciati integri e produttivi invece che frammentati (con i relativi costi di esproprio e indennizzo conseguenti).
Ma esiste anche una terza soluzione, più semplice, meno costosa e meno impattante: superare Abbiategrasso sul lato ovest, ricongiungendosi alla esistente circonvallazione alla rotonda di via Novara. Un tracciato di 4 km, che richiede solo lo scavalco della ferrovia a sud (già previsto in vista del raddoppio ferroviario) e lo scavalco del canale scolmatore, opera che non richiede cavalcavia, ma semmai potrebbe essere completata dando continuità ciclopedonale e di servizio all’alzaia dello stesso con una passerella sopra la nuova tangenziale. Anche calcolati senza ottimismo i costi si ridurrebbero del 70% (4 Km contro 10 – un ponte a raso contro 5 cavalcavia e svincoli relativi, pochi espropri…). I soldi risparmiati, oltre a farci star dentro le indicazioni di taglio dell’ANAS, potrebbero essere impiegati sia per riqualificare la 494 in Abbiategrasso (in particolare con una rotonda alla intersezione con la SP 596) sia per dare un contributo ambientale reale, con la mitigazione del nuovo tracciato verso il Ticino e l’abitato, e la creazione di un sistema ciclopedonale che colleghi la Città di Abbiategrasso con la Valle del Ticino anche lungo lo scolmatore.
Fantascienza? No. Solo buon senso e volontà di guardare oltre il proprio punto di vista.
Se il punto di vista è solo la grandezza dell’opera e prescinde dal territorio su cui si colloca ha ragione Castoldi. Così come aveva ragione chi progettò la diga del Vajont. La diga mica è crollata.
Chiedo perdono alle vittime, perché il paragone ha una scala di danno comunque molto meno scellerata, ma proprio in onore della loro memoria, per imparare dai tragici errori del passato, non possiamo continuare a progettare opere che, per un fine anche nobile, se ne infischiano del territorio su cui si pongono. Negare che serva un collegamento efficace e sicuro di Vigevano con Milano è come negare che serve energia idroelettrica pulita e non inquinante. Ma costruire una diga (o una strada) perché sicura ed efficace dimenticandosi di DOVE è costruita è errore ancor più grave.
Una strada mal progettata crea un danno che è ridicolo valutare solo in termini di superficie sottratta. Se, ad esempio, volessimo fare la tangenziale sopra la BCS credo che Castoldi non direbbe “basta parlare di sottrazione di suoli industriali!” eppure in termini quantitativi, seguendo il suo schema di calcolo, si tratterebbe di una percentuale risibile del suolo ad uso industriale del territorio. Ma il danno che subisce un’azienda agricola attraversata da un’opera viabilistica NON è la quantità sottratta, ma la quantità rovinata: per le difficoltà di lavorazione, per i maggiori spostamenti necessari a raggiungere i campi, per le opere necessarie a difesa delle colture, per il danno paesaggistico, per l’interferenza con la rete irrigua, per i rifiuti persi dai camion della spazzatura che il contadino si porta a casa con il raccolto…
Dobbiamo continuare a rivendicare la Difesa del suolo: in realtà abbiamo iniziato già in ritardo!”
Cordialità rurale, Giovanni Molina, dottore agronomo