Nutrire la Città Metropolitana,
senza la partecipazione dal basso
si rischia un territorio in mano a pochi

Fin qui, anche tra gli addetti ai lavori, ben poco si conosce sul contenuto e sulle ricadute della legge che abroga il potere politico delle Province e istituisce la Città Metropolitana.
Ci si avvia all’approdo di nuovi orizzonti di governo. Milano sarà tra le città metropolitane più popolosa, con 3 milioni e 75mila abitanti. Non è ancora del tutto chiaro come si attuerà. Molto dipende dallo Statuto di cui ogni ente dovrà dotarsi, che verrà elaborato dal consiglio metropolitano e deliberato dalla conferenza metropolitana.
Il primo cittadino di Milano sarà alla guida del nuovo ente (senza ulteriori indennità). Accanto al sindaco lavoreranno un consiglio metropolitano, composto da 24 persone elette dai sindaci e dai consiglieri comunali, e una conferenza composta dai sindaci dei Comuni. Il primo organo, di indirizzo e controllo, approverà regolamenti, piani e programmi; il secondo delibererà sullo statuto e le sue modifiche. A Milano, il primo passo, sarà la nomina della conferenza statutaria che dovrà predisporre lo Statuto entro il 30 settembre.
La Città metropolitana, insieme ai passivi e agli attivi (entrate incluse) della Provincia, erediterà anche le sue competenze e tra queste i temi che coinvolgono il territorio anche al di là dei confini municipali: adozione del piano strategico triennale del territorio metropolitano; pianificazione territoriale, comprese le infrastrutture; strutturazione della gestione dei servizi pubblici; trasporti pubblici e viabilità; edilizia scolastica. Non solo: dovrà promuovere anche lo sviluppo economico e sociale del territorio.

Nutrire la Città Metropolitana,
senza la partecipazione dal basso
si rischia un territorio in mano a pochi

Fin qui, anche tra gli addetti ai lavori, ben poco si conosce sul contenuto e sulle ricadute della legge che abroga il potere politico delle Province e istituisce la Città Metropolitana.
Ci si avvia all’approdo di nuovi orizzonti di governo. Milano sarà tra le città metropolitane più popolosa, con 3 milioni e 75mila abitanti. Non è ancora del tutto chiaro come si attuerà. Molto dipende dallo Statuto di cui ogni ente dovrà dotarsi, che verrà elaborato dal consiglio metropolitano e deliberato dalla conferenza metropolitana.
Il primo cittadino di Milano sarà alla guida del nuovo ente (senza ulteriori indennità). Accanto al sindaco lavoreranno un consiglio metropolitano, composto da 24 persone elette dai sindaci e dai consiglieri comunali, e una conferenza composta dai sindaci dei Comuni. Il primo organo, di indirizzo e controllo, approverà regolamenti, piani e programmi; il secondo delibererà sullo statuto e le sue modifiche. A Milano, il primo passo, sarà la nomina della conferenza statutaria che dovrà predisporre lo Statuto entro il 30 settembre.
La Città metropolitana, insieme ai passivi e agli attivi (entrate incluse) della Provincia, erediterà anche le sue competenze e tra queste i temi che coinvolgono il territorio anche al di là dei confini municipali: adozione del piano strategico triennale del territorio metropolitano; pianificazione territoriale, comprese le infrastrutture; strutturazione della gestione dei servizi pubblici; trasporti pubblici e viabilità; edilizia scolastica. Non solo: dovrà promuovere anche lo sviluppo economico e sociale del territorio.

L’importante è partecipare

L’associazione per il Parco sud Milano, si interroga da tempo sui rischi e/o i potenziali benefici che tale passaggio di gestione potrà comportare, considerato anche che, a oltre 20 anni dalla sua istituzione, il Parco non è stato ancora in gran parte realizzato. E quindi, da tempo, partecipa a un tavolo di lavoro con urbanisti, architetti, ambientalisti e figure amministrative, che si incontra alla sede della Provincia di Milano.
Il gruppo di lavoro, dopo l’approfondita lettura del testo di legge, preoccupato della complessità della messa in atto della Città Metropolitana, ha redatto una “Lettera aperta” agli amministratori e politici per chiedere l’avvio quanto prima di un ampio confronto pubblico.
Sono infatti elevati i rischi che scelte di strategie del territorio, tra cui anche la gestione del Parco Sud (unico parco regionale gestito da una Provincia), possano creare conflitti di competenza e linee di tensione sia con la Regione sia con i Comuni: ll territorio metropolitano sarà gestito dalla sommatoria dei PGT dei comuni o si riuscirà ad avere una pianificazione strategica di ampio respiro?

Tecnocrazia o democrazia?

La Città Metropolitana, come detto, sarà un Ente di secondo livello, ovvero privo dell’investitura democratica diretta degli elettori, nonché costituito da sindaci in carica, già molto gravati da responsabilità e fatiche. Il doppio impegno e incarico deve essere una fase breve transizione. Si deve perciò arrivare al più presto all’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitani. Senza questo passaggio, la Città Metropolitana -mancante com’è, nella sua attuale configurazione, di un substrato democratico reale- rischia di essere gestita tecnocraticamente e/o addirittura trasformata in una stanza di compensazione e di scambio, più volgarmente definibile “mercato delle vacche”: vedi il caso dell’Assemblea dei sindaci del Parco Sud, dove troppo spesso gli amministratori dei Comuni danno l’assenso a un progetto al solo scopo di ottenere a loro volta il consenso a propri progetti.
Ma il tema è davvero molto più vasto e complesso: vi invitiamo a leggere il testo completo della “Lettera aperta” e a seguirci su questo tema, forse ostico, ma di grande rilievo per il futuro del nostro territorio.
Chi fosse interessato a partecipare al gruppo di lavoro, può farcelo sapere con una mail a info@assparcosud.org

Nutrire la Città Metropolitana, senza la partecipazione dal basso si rischia un territorio in mano a pochi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *