La legge “ammazzaforeste”
rinviata alla Commissione.
Tornerà dopo le elezioni?

Oggi, 8 aprile, era il giorno tanto atteso per sapere che fine avrebbero fatto le foreste lombarde, messe a rischio dalla proposta di legge n. 124, che ingloba due prorompenti negatività: attenuare e perfino annullare le tutele dei boschi portare su sentieri e mulattiere traffico motorizzato. Per il momento il pericolo è scongiurato, poiché si è pensato bene di rinviarlo in Commissione. Forse perché prima delle elezioni, gli elettori non digerirebbero un simile testo!
In un comunicato del gruppo regionale, il Pd si fa bello dichiarando che la legge ammazzaforeste è stata rimandata in commissione, su loro precisa richiesta. Dimenticandosi, però, che proprio un loro consigliere, certo Corrado Tomasi, membro dell’VIII commissione Agricoltura, Montagna, Foreste e Parchi, aveva proposto i peggiori emendamenti

La legge “ammazzaforeste”
rinviata alla Commissione.
Tornerà dopo le elezioni?

Oggi, 8 aprile, era il giorno tanto atteso per sapere che fine avrebbero fatto le foreste lombarde, messe a rischio dalla proposta di legge n. 124, che ingloba due prorompenti negatività: attenuare e perfino annullare le tutele dei boschi portare su sentieri e mulattiere traffico motorizzato. Per il momento il pericolo è scongiurato, poiché si è pensato bene di rinviarlo in Commissione. Forse perché prima delle elezioni, gli elettori non digerirebbero un simile testo!
In un comunicato del gruppo regionale, il Pd si fa bello dichiarando che la legge ammazzaforeste è stata rimandata in commissione, su loro precisa richiesta. Dimenticandosi, però, che proprio un loro consigliere, certo Corrado Tomasi, membro dell’VIII commissione Agricoltura, Montagna, Foreste e Parchi, aveva proposto i peggiori emendamenti, tra cui quello di “portare da 15 a 30 anni l’età degli alberi per considerare un popolamento arboreo come ‘bosco’ e quello di “poter intervenire sui boschi naturali senza obbligo di compensazioni.” In più, nella sua pagina facebook leggiamo, relativamente allo scorazzamento tra i boschi di moto e fuoristrada: “Mezzi motorizzati….al sindaco la decisione di autorizzare oppure no. Maggiore autonomia al territorio”.
Noi speriamo che il signor Tomasi sia l’unico tra i tanti consiglieri di questo partito a sostenere simili “leggerezze” su temi che riguardano la salvaguardia del nostro territorio.

Un fronte compatto di NO alla devastazione dei boschi

Ma, al di là delle dichiarazioni del Pd, che ci auguriamo intenda mantenere anche in futuro le sue attuali posizioni sia in Commissione Agricoltura sia quando il progetto di legge ritornerà in Consiglio regionale, coloro che possono cantare vittoria (almeno per il momento) è il fronte compatto della associazioni ambientaliste (Associazione Amici Parco Nord, Associazione Parco Sud, CAI Lombardia, Cittadinanza Sostenibile Bergamo, FAI Lombardia, Italia Nostra, Legambiente Lombardia, LIPU, Orobie Vive, Società Botanica Italiana, WWF Lombardia) che nei giorni scorsi hanno inviato un appello a tutti i consiglieri regionali e forze politiche per invitarli a “opporsi all’approvazione di una norma che non corrisponde alle esigenze di un aggiornamento della disciplina forestale e che attenua o perfino elimina tutele ambientali, paesaggistiche e idrogeologiche”.

Il comunicato del Pd

Alla fine ha avuto ragione il Pd: quella legge, così com’è, non va bene. E la maggioranza, suo malgrado e forse anche spaccata, ha deciso di far tornare il provvedimento in Commissione Agricoltura. Anche sull’onda del movimento popolare sollevato dalle associazioni, da quelle ambientaliste al Cai, le modifiche al testo unico in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale, che con la scusa di regolare le gare di moto fuoristrada sui sentieri di montagna tentava di portare a 30 anni la possibilità di intervenire sui boschi naturali senza compensazioni, non sono state trattate oggi, martedì 8 aprile 2014, in Consiglio regionale. E la decisione di ritirare la norma e rinviarla per il momento in Commissione -ma dopo le elezioni, ci hanno tenuto a sottolineare tutti gli esponenti di maggioranza- è venuta dopo la presentazione della pregiudiziale di merito da parte del Gruppo regionale del Pd.
“La nostra richiesta prende le mosse dal parere dell’Ufficio legislativo del Consiglio regionale, che ha sottolineato come l’intervento, essendo l’ambiente di esclusiva competenza statale, avrebbe potuto solo andare nella direzione di un ampliamento della tutela, ma soprattutto dalla sentenza numero 105 del 2008 della Corte costituzionale che si era espressa per gli stessi motivi contro la possibilità per Regione Lombardia di intervenire in materia di foreste, essendo concorrente con lo Stato -ha esordito Marco Carra, consigliere regionale del Pd e capogruppo in Commissione Agricoltura-. Quindi, si rischia un’eccezione di legittimità costituzionale: non è nel nostro potere andare a incidere su quelle norme, né concedere deroghe ulteriori e stabilire casi di non compensazione, rispetto alla normativa generale”.
E il collega Agostino Alloni gli ha fatto eco: “Il provvedimento va nella direzione di interpretare in senso diverso da quello che la legge nazionale prevede e che, appunto, ha riconosciuto anche la Corte costituzionale: le Regioni possono modificare la normativa sui boschi solo per migliorarne i contenuti, dare linee guida a favore della tutela, della conservazione e dello sviluppo del loro territorio di competenza. Ma questa norma è peggiorativa dell’esistente”. E ha incalzato: “In due anni e mezzo la definizione di bosco è passata da un limite di 5 a 30 anni, perché noi oggi dovremmo deliberare questo passaggio. Se mi dite che questo tutela e salvaguarda i boschi, non sono assolutamente d’accordo. Ecco perché abbiamo posto la questione pregiudiziale”. A quel punto, dopo una sospensione dei lavori dell’aula, alla maggioranza non è rimasto altro che fare un passo indietro e chiedere il rinvio del testo in Commissione, accolto anche dai proponenti della pregiudiziale. Ma rimane il dato politico, come commenta Enrico Brambilla, capogruppo del Pd in Consiglio: “È significativo che il provvedimento sia stato calendarizzato a dopo le elezioni. Vuol dire che diversi partiti di maggioranza erano preoccupati di dover spiegare a molta parte dei loro elettori una posizione devastante nei confronti dell’ambiente e della montagna”.

… e quello del Movimento 5 Stelle

Oggi il Consiglio Regionale ha rimandato in Commissione Agricoltura la discussione del progetto di legge 124 presentato dalla Lega Nord, che intendeva legalizzare il passaggio di mezzi motorizzati nei boschi e nei sentieri incentivando il consumo di suolo e il disboscamento selvaggio.  Approfittando di una nuova discussione del progetto di legge, che a questo punto avverrà in Consiglio Regionale dopo le elezioni, forse tra i banchi della maggioranza qualcuno si è accorto delle conseguenze devastanti che questo progetto di legge avrebbe sui boschi del territorio lombardo, avvicinandosi alla posizione del Movimento 5 Stelle che si è opposto con forza a questo provvedimento fin dal suo primo arrivo in commissione, chiedendone il ritiro. Lega Nord e NCD sostengono che certi aspetti “meritano di essere approfonditi”, ma dopo quattro mesi in commissione è ridicolo chiederne ancora la discussione: è un palese temporeggiamento in attesa che, con le prossime elezioni, i “giochi politici” saranno fatti. Ma in questa legge non c’è nulla da approfondire, va semplicemente ritirata. Inoltre la commissione che dovrebbe revisionare il pdl è la stessa che in questi mesi, con il supporto del consigliere Tomasi del Pd, è riuscita a peggiorarlo. Riteniamo che questa sia una vittoria del Movimento 5 Stelle:  le nostre motivazioni, così come quelle delle tante associazioni sono fondate e precise, e continueremo a farle valere in ogni modo e sede, opponendoci a un progetto di legge che mira a raccogliere i voti di una precisa categoria sacrificando le aree verdi del nostro territorio.  

 

La legge ammazzaforeste rinviata alla Commissione. Tornerà dopo le elezioni?

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