Buccinasco, dove il Castello visconteo
non merita di essere
patrimonio della collettività

Custodire il patrimonio storico culturale che contribuisce a conferire identità ai luoghi e alla comunità che li ha prodotti dovrebbe essere tra le priorità di chi amministra un Comune. Lo insegna anche la nostra costituzione che, all’art. 9 assume questo impegno: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Ma gli amministratori di Buccinasco non ritengono che il Castello visconteo, costruito a fine trecento (vedi dossier), sia meritevole di essere conservato e trasmesso alle generazioni future: un bene storico della collettività, che esprime il sentimento di appartenenza a questo Comune, di identità da non disperdere, un bene che dovrebbe essere acquisito dall’amministrazione al fine di valorizzarne le sue peculiarità e utilizzarlo per la collettività.
Invece, nel piano di recupero del borgo, di cui il Castello è parte integrante, che porterà milioni di oneri alle casse dell’Amministrazione, si legge questo accordo tra Comune e ValoreReale Fondo OroBlu, che cura il progetto immobiliare: nei cinque anni successivi alla sottoscrizione della presente convenzione, il soggetto attuatore si impegna a verificare prioritariamente l’interesse del comune di Buccinasco e/o di altri Enti Pubblici (Parco Agricolo Sud Milano) ad acquisire il bene al patrimonio pubblico o, in caso di impossibilità, ad individuare e condividere con il Comune la scelta dell’eventuale terzo soggetto.

Buccinasco, dove il Castello visconteo
non merita di essere
patrimonio della collettività

Custodire il patrimonio storico culturale che contribuisce a conferire identità ai luoghi e alla comunità che li ha prodotti dovrebbe essere tra le priorità di chi amministra un Comune. Lo insegna anche la nostra costituzione che, all’art. 9 assume questo impegno: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Ma gli amministratori di Buccinasco non ritengono che il Castello visconteo, costruito a fine trecento (vedi dossier), sia meritevole di essere conservato e trasmesso alle generazioni future: un bene storico della collettività, che esprime il sentimento di appartenenza a questo Comune, di identità da non disperdere, un bene che dovrebbe essere acquisito dall’amministrazione al fine di valorizzarne le sue peculiarità e utilizzarlo per la collettività.
Invece, nel piano di recupero del borgo, di cui il Castello è parte integrante, che porterà milioni di oneri alle casse dell’Amministrazione, si legge questo accordo tra Comune e ValoreReale Fondo OroBlu, che cura il progetto immobiliare: nei cinque anni successivi alla sottoscrizione della presente convenzione, il soggetto attuatore si impegna a verificare prioritariamente l’interesse del comune di Buccinasco e/o di altri Enti Pubblici (Parco Agricolo Sud Milano) ad acquisire il bene al patrimonio pubblico o, in caso di impossibilità, ad individuare e condividere con il Comune la scelta dell’eventuale terzo soggetto. Vale a dire che il Castello è e rimane in mano ai privati. E tra cinque anni si vedrà… se il Comune avrà i fondi per acquisire l’immobile, che essendo restaurato, avrà costi proibitivi. E a carico della collettività.

Oneri di urbanizzazione, la solita storia

Perché tanta perplessità e amarezza? Perché un precedente piano di recupero del borgo, presentato dal viceprefetto Francesca Iacontini, nominata Commissario per la provvisoria amministrazione del comune di Buccinasco in seguito all’arresto del sindaco per corruzione, aveva sì tanti altri difetti, ma anche il pregio consegnare al Comune la proprietà del Castello restaurato.  Possiamo solo supporre che gli oneri di urbanizzazione che l’attuale Amministrazione incasserà -e certamente sono di entità elevata, vista l’ampiezza del progetto- preferisca utilizzarli in altri modi, sicuramente del tutto leciti, ma che porteranno il Castello a essere un patrimonio privato e non della collettività.
Azzardiamo comunque delle cifre, prendendo un piano di recupero analogo, riferito a Cascina Vione, nel comune di Basiglio, anch’esso nel Parco Sud e che presenta all’incirca le medesime cubature: 64.851 mc per Vione per 345 persone e 61.860 mc per 376 abitanti per Buccinasco. C’è però un’importante differenza, poiché il piano di recupero di Basiglio è considerato maggiormente prestigioso. Comunque, stando ai documenti di questo Comune, per il piano di recupero di Vione ha incassato 7,88 milioni di euro di oneri di urbanizzazione. Si può quindi ipotizzare, stando bassi, che Buccinasco potrebbe incassare quanto meno 5 milioni di oneri per il progetto di Borgo Castello.

Postilla

Nel guardare le tavole di presentazione dei due progetti non si distingue quale sia l’una e quale l’altra località. Cascina Vione a Basiglio uguale a Borgo Castello a Buccinasco: tutti i piani di recupero delle cascine del Parco Sud sono desolanti, tolgono l’anima a luoghi che per secoli hanno vissuto della campagna, dell’agricoltura, della zootecnia. Del vento, della pioggia, della neve, delle stagioni. Ma spariti gli agricoltori e arrivati gli speculatori, le antiche cascine divengono borghi anonimi, con stalle divenute residenze, con lussuose macchine al posto dei trattori, senza alcuna traccia del loro passato, della civiltà contadina.
Non ci sono alternative, se non l’abbandono e il crollo, fintanto che nessuno dei vari soggetti pubblici (Comuni, Ente Parco Sud, Regione) si renderà conto che questi luoghi avrebbero ben altre storie da raccontare. A noi e alle future generazioni.



 

Buccinasco, dove il Castello visconteo non merita di essere patrimonio della collettività

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