Togliere aree al Parco sud si può.
Ma per aggiungerle
il direttore fa lo gnorri
Sintesi. Un comune rinuncia a urbanizzare un’area agricola per inserirla nel Parco Sud, ma l’Ente Parco non sa come si fa ad allargare i confini!
L’antefatto. Il comune di Corsico, avvenimento più unico che raro, decide di “donare” al Parco agricolo sud Milano 15 ettari di un’area che, con il nuovo Piano di governo del territorio (Pgt) l’amministrazione retrocede da standard (per servizi come parcheggi, scuole ecc) ad agricola. Un atto che porta il comune a privarsi di oneri di urbanizzazione, cioè soldi da incassare a fronte di opere di urbanizzazione.
Togliere aree al Parco sud si può.
Ma per aggiungerle
il direttore fa lo gnorri
Sintesi. Un comune rinuncia a urbanizzare un’area agricola per inserirla nel Parco Sud, ma l’Ente Parco non sa come si fa ad allargare i confini!
L’antefatto. Il comune di Corsico, avvenimento più unico che raro, decide di “donare” al Parco agricolo sud Milano 15 ettari di un’area che, con il nuovo Piano di governo del territorio (Pgt) l’amministrazione retrocede da standard (per servizi come parcheggi, scuole ecc) ad agricola. Un atto che porta il comune a privarsi di oneri di urbanizzazione, cioè soldi da incassare a fronte di opere di urbanizzazione.
“Certo -precisa l’assessore all’urbanistica Emilio Guastamacchia- non è facile fare queste scelte quando gli oneri di urbanizzazione sono l’unica strada per far sopravvivere il bilancio del proprio Comune, ma occorre qualche sacrificio e una razionalizzazione della spesa pubblica per evitare di generare una eccessiva dipendenza dagli oneri di urbanizzazione”.
Corsico ufficializza questa decisione a giugno dello scorso anno, anche perché è conscia del suo livello di urbanizzazione: infatti, il territorio di questo Comune è già ricoperto da edifici e strade per l’86,7% è (dati Istituto Nazionale Urbanistica, Legambiente Politecnico di Milano).
Amnesie del direttore Cioffi?
Quando però il Comune decide di passare dalla teoria alla pratica e si rivolge all’Ente Parco agricolo sud Milano si trova davanti a un muro: in un incontro sul tema, il direttore Pasquale Cioffi esprime perplessità e dichiara che non ci sono norme specifiche in grado di consentire di allargare i confini del Parco!
Ma come, per ridurre i confini si chiamano a raccolta tutti i comuni del Parco e per fare il percorso inverso, il direttore non sa che pesci pigliare?
Siamo andati a leggerci il Regolamento del Parco Agricolo Sud Milano e, abbiamo “scoperto” che l’articolo 1, comma 5, recita così: L’Ente Gestore – su proposta del Consiglio Direttivo – può proporre alla Regione modifiche territoriali al Parco. I Comuni possono richiedere all’Ente Gestore di aderire al Parco proponendo l’inclusione in esso di propri territori in ordine alle finalità di cui all’articolo n. 2 della legge istitutiva. Proprio in questo periodo si stanno apportando delle modifiche al Regolamento, ma l’articolo 1, comma 5 rimane, secondo la bozza in nostro possesso, sostanzialmente invariato: l’Ente Gestore del Parco -su proposta del Consiglio Direttivo- può proporre alla Regione modifiche territoriali al Parco. I Comuni possono richiedere all’Ente Gestore di aderire al Parco proponendo l’inclusione in esso di propri territori. Le modifiche territoriali del Parco sono approvate con procedura stabilita dalla legge regionale.
Strano che al direttore Cioffi sia sfuggito questo articolo del Regolamento. Amnesia o scelta deliberata?