Cornaredo, il Comune mette in vendita
76.000 mq nel Parco Agricolo
Stravolgere, per fini puramente speculativi, i valori ambientali, le tradizioni colturali, l’identità dei luoghi. È quanto potrebbe succedere a Cornaredo, dove l’amministrazione di centro destra, guidata dal sindaco leghista Luciano Bassani, ha messo all’asta 75.778 mq di terreni agricoli del Parco Sud di proprietà comunale per fare cassa. Non solo terreni, ma anche aziende agricole con residenze, fienili, stalle, boschi. Tutto, cedere tutto per creare un tesoretto di 1.274.056 euro: è stata questa la base dell’asta. Ma si tratta di un patrimonio che appartiene alla comunità. I terreni agricoli pubblici dovrebbero essere beni comuni inalienabili e gestiti dalle comunità locali! O quantomeno, si dovrebbe vincolarli al solo uso agricolo.
Cornaredo, il Comune mette in vendita
76.000 mq nel Parco Agricolo
Stravolgere, per fini puramente speculativi, i valori ambientali, le tradizioni colturali, l’identità dei luoghi. È quanto potrebbe succedere a Cornaredo, dove l’amministrazione di centro destra, guidata dal sindaco leghista Luciano Bassani, ha messo all’asta 75.778 mq di terreni agricoli del Parco Sud di proprietà comunale per fare cassa. Non solo terreni, ma anche aziende agricole con residenze, fienili, stalle, boschi. Tutto, cedere tutto per creare un tesoretto di 1.274.056 euro: è stata questa la base dell’asta. Ma si tratta di un patrimonio che appartiene alla comunità. I terreni agricoli pubblici dovrebbero essere beni comuni inalienabili e gestiti dalle comunità locali! O quantomeno, si dovrebbe vincolarli al solo uso agricolo.
Giù le mani dal Parco
Ma se sono territori nel Parco Sud, non si possono ipotizzare speculazioni edilizie, obietterà qualcuno. Non è proprio così. Purtroppo vi sono molte vie, neppure troppo contorte, che consentirebbero lo sfruttamento dei terreni per speculazioni edilizie, oppure per impianti di biogas o altre tecnologie della cosiddetta green economy, che comunque sottraggono terra all’agricoltura. Sono centinaia i casi che lo dimostrano, basta leggere le delibere dell’Ente Parco Agricolo Sud Milano, tra cui per esempio spiccano i 100.000 mq di Vignate tolti al Parco per trasformare il terreno in un centro logistico, o i 50.000 mq di Rosate, per ampliare un’industria. E poi, tutte le “concessioni” per infrastrutture viarie o di impianti fotovoltaici. Il Parco, dalla sua nascita -nel 1990-ad oggi ha perso milioni di mq, grazie all’inventiva perversa, ben lontana dal proteggerne l’agricoltura, motivo per cui è stato strenuamente voluto.
Ma il pressante conflitto tra agricoltura e urbanizzazione è in continuo svolgimento: e, nel caso specifico, si tratta di un’area molto vicina a quella dell’Expo 2015, dove pare che, in termini di cementificazione, tutto sia consentito.
L’erosione del suolo
Sono questi i nostri amministratori, incuranti del consumo del suolo agricolo (la superficie coltivata è passata in 40 anni da 18 a 13 milioni di ettari), che ha penalizzato soprattutto aree fertili come la Pianura Padana: l’agricoltura italiana ha perso una superficie pari a Lombardia, Emilia Romagna e Liguria. Un’erosione continua considerando che, secondo i dati del ministero delle Politiche agricole, si cementificano ogni giorno 100 ettari di suolo.
Ma, per il momento, il colpo degli amministratori di questo Comune del Parco non è andato a segno! “ll primo bando è andato deserto per i prezzi alti -spiega Ernesto Galli, coordinatore della Lista Civica Cornaredo- ma purtroppo ci riproveranno e alla fine venderanno i nostri terreni e poi, sicuramente, fra qualche anno, una volta scaduti i contratti d’affitto con gli agricoltori, troveranno il modo di spargere altro cemento!”
Galli si sta impegnando anche su un altro fronte: contro la trivellazione di 4 nuovi pozzi di oltre i 150 metri di profondità che Cap Holding, società a capitale interamente pubblico che gestisce il patrimonio idrico dei Comuni, vuole realizzare a Cornaredo.
“Inutile dirlo -conclude Galli- ma lo sfascio del nostro territorio, del nostro ambiente viene proprio dalle amministrazioni locali, che fanno quello che vogliono senza informare i cittadini”.
Ancora una volta non possiamo che constatare l’incapacità di questa classe politica ad amministrare nell’interesse della collettività, sperperando un bene di tutti: la nostra terra!