Profondo rosso
per i bilanci di Brebemi
Tem e Pedemontana
ma le lobby vanno avanti
Dev’essere una passione molto coinvolgente quella di realizzare autostrade. Costi quel che costi! Sì, perché se ci si mette a guardare i bilanci delle tre grandi infrastrutture tanto decantate per l’efficienza del sistema lombardo, Tangenziale esterna (Tem, da Agrate a Cerro al Lambro), Brebemi (Brescia-Milano) e Pedemontana (Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Como, Varese), vengono forti giramenti di … testa: nel 2012 Brebemi ha registrato un profondo rosso di 3.864.899; Tem una perdita di 2.794.161 di euro; Pedemontana ha chiuso con un passivo di 3.009.000!
Profondo rosso
per i bilanci di Brebemi
Tem e Pedemontana
ma le lobby vanno avanti
Dev’essere una passione molto coinvolgente quella di realizzare autostrade. Costi quel che costi! Sì, perché se ci si mette a guardare i bilanci delle tre grandi infrastrutture tanto decantate per l’efficienza del sistema lombardo, Tangenziale esterna (Tem, da Agrate a Cerro al Lambro), Brebemi (Brescia-Milano) e Pedemontana (Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Como, Varese), vengono forti giramenti di … testa: nel 2012 Brebemi ha registrato un profondo rosso di 3.864.899; Tem una perdita di 2.794.161 di euro; Pedemontana ha chiuso con un passivo di 3.009.000!
L’economia incrostata sull’auto privata
“La crescita economica continuerà e il traffico riprenderà ad aumentare, quindi continueremo a costruire autostrade”. Così si esprimeva giusto un anno fa l’allora assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo. “I nuovi orizzonti -sottolineava- ci dicono che la vocazione sarà sempre un mix di agricoltura e industria, aziende agricole e capannoni industriali. È l’abbinata che ha fatto crescere di più l’economia”. Roberto Maroni e il suo degno assessore alle infrastrutture Maurizio Del Tenno hanno ereditato le medesime convinzioni: nel programma elettorale del governatore lombardo si leggeva a chiare lettere l’intento di accelerare la realizzazione delle autostrade in Lombardia, in particolare proprio di Pedemontana, Brebemi e Tem. Anche se, nel medesimo programma, si leggeva altresì: “la tutela complessiva del territorio, che si basa su politiche integrate e multidisciplinari fortemente connesse agli aspetti che direttamente o indirettamente coinvolgono il suolo agricolo, il quale merita una specifica disciplina di garanzia, considerato il massiccio depauperamento a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, soprattutto ad opera delle nuove edificazioni e delle numerose infrastrutture viabilistiche”. E di agricoltura, queste tre infrastrutture ne bruceranno davvero tanta.
Ma intanto in Regione si sbattono a più non posso per ottenere finanziamenti per queste opere (e ci sono anche riusciti: 330 milioni pro Tem dal decreto del fare).
Ma quanto ci costano queste infrastrutture
Le lobby organizzate, legate alle grandi costruzioni e ad intrecci immobiliari-finanziari, vanno comunque avanti. Indipendentemente dai costi, che continuano a gonfiarsi. Per Pedemontana (circa 87 km di autostrada) è previsto un costo di ben 5.000 milioni di euro; 2.400 milioni per Brebemi (62,1 il tratto a pedaggio) e 2.000 milioni di euro per Tem (6 euro il pedaggio per 32 km).
Questi sono i costi economici delle tre infrastrutture. Quelli ambientali sono incalcolabili. Senza tralasciare lo spetto della diossina: la Pedemontana prevede infatti un tratto che sarà realizzato in parte sui terreni toccati dall’incidente Icmesa del 1976 (una nube tossica investì una vasta area di terreni nei comuni limitrofi della bassa Brianza, in particolare Seveso) e ad oggi ancora contaminati. Le amministrazioni coinvolte avevano richiesto delucidazioni alla Regione e a Pedemontana, preoccupati per la sicurezza e la salute dei cittadini. Infine, da Pedemontana è arrivata questa risposta: i lavori per la realizzazione della tratta B2 che interessa le aree contaminate dalla diossina (aree denominate A, B ed R in seguito all’incidente Icmesa), si svolgeranno con la dovuta cautela e nel pieno rispetto delle normative ambientali. Ovviamente. Pedemontana sottolinea altresì di aver richiesto ad Ati Strabag (l’appaltatore dei lavori) di approfondire, in fase di cantierizzazione, tutte le opportune analisi, allo scopo di preservare la salute dei cittadini residenti in prossimità delle aree interessate dai lavori e salvaguardare i lavoratori coinvolti.
Allarme diossina
Ma la popolazione della zona è in allarme perché dai rilevamenti commissionati da Pedemontana lungo la tratta B2 sono stati trovati valori superiori ai limiti consentiti dalla legge: “Muovendo quel terreno la diossina presente al di sotto dello strato superficiale del terreno -denuncia Legambiente- dove andrà a finire?”. Legambiente punta il dito anche contro la deroga del 2008 (assessore all’Ambiente di allora era Massimo Ponzoni) concessa da regione Lombardia per poter permettere il passaggio dell’autostrada su una parte del Bosco delle Querce, luogo simbolo del disastro Icmesa. Ma anche una delle più preziose opere di bonifica esistenti e attorno ai suoi confini -proprio quelli che verranno toccati dall’autostrada- ci sono le più alte concentrazioni di diossina e lo ben evidenziano i prelievi certificati da ARPA.
La popolazione locale si sta mobilitando, soprattutto per modificare il tracciato di Pedemontana.
Lo scontro, però, è con tutta la vecchia economia incrostata sull’automobile privata: l’economia del petrolio e quella delle grandi infrastrutture stradali. Tutta un’economia in affanno, ma che deve continuare a difendere le sue rendite di posizione. incursioni.