Segrate dice addio
al suo ultimo prato
Mostrando un’inventiva e un accanimento senza pari nel distruggere aree agricole per impiantare palazzi e centri commerciali al solo scopo di racimolare euro per le casse comunali, dilapidate da decenni di spese facili e malgoverno, molti Comuni del Parco sud hanno approvato Piani di governo del territorio (Pgt) devastanti.
Tra questi, Segrate arriva certamente sul podio, tanto che, nel 2012, si è meritata il premio Attila del Wwf: 1,5 milioni di mq di aree agricole distrutte (con il suolo edificato che copre l’80% della cittadina, contro una media del 42% della provincia di Milano), per far posto a un’urbanizzazione da boom economico post guerra (con 20mila nuovi abitanti) e, tanto per non farsi mancare nulla, anche un mega centro commerciale.
Segrate dice addio
al suo ultimo prato
Mostrando un’inventiva e un accanimento senza pari nel distruggere aree agricole per impiantare palazzi e centri commerciali al solo scopo di racimolare euro per le casse comunali, dilapidate da decenni di spese facili e malgoverno, molti Comuni del Parco sud hanno approvato Piani di governo del territorio (Pgt) devastanti.
Tra questi, Segrate arriva certamente sul podio, tanto che, nel 2012, si è meritata il premio Attila del Wwf: 1,5 milioni di mq di aree agricole distrutte (con il suolo edificato che copre l’80% della cittadina, contro una media del 42% della provincia di Milano), per far posto a un’urbanizzazione da boom economico post guerra (con 20mila nuovi abitanti) e, tanto per non farsi mancare nulla, anche un mega centro commerciale.
Tutto questo non basta
Ma tutto questo non era sufficiente. Perché l’Amministrazione ha deciso di aggiungere un altro centro commerciale! “Con tre delibere tra il luglio 2012 e lo scorso aprile -spiega l’Associazione Segrate Nostra- la Giunta Comunale ha reso edificabile un’area al confine con Milano, a due passi dall’Istituto Sacro Cuore. Un’area che invece il Pgt approvato dal Consiglio Comunale aveva classificato tra le aree a verde di riqualificazione ecologica. La Giunta stabilisce di trasferire proprio in una di queste aree un quarto della volumetria prevista nell’area di Centroparco (un ambito di trasformazione previsto dal Pgt). E perché proprio lì, sulla Cassanese? Perché, come spiega la Giunta, le altre aree sono protette dal Parco Agricolo Sud Milano o sono sotto vincolo cimiteriale o sono adiacenti al Parco Lambro. Rimane solo quello, l’ultimo prato di Segrate, che viene destinato ad ospitare un centro commerciale da 25.000 mq con un parcheggio di un migliaio di posti macchina”.
L’associazione riesce comunque a fare dell’ironia sulla scelta della localizzazione. “La tangenzialina di Redecesio ha un percorso che impedisce di sfruttare al meglio l’area? Il rimedio c’è: viene previsto di cambiare il percorso, in sconto oneri, cioè, in pratica, facendo pagare a noi la nuova strada e rinunciando a fare entrare nelle casse comunali soldi utili per rifare le strade, sistemare i marciapiedi, ridipingere una scuola. Anche i parcheggi, che serviranno solo al centro commerciale, sono in sconto oneri”.
Siamo di fronte a uno scandalo?
Segrate Nostra si chiede se tutto questo non sia uno scandalo. “Certamente è un’iniziativa che va combattuta da chi, come la nostra associazione, è nata per difendere Segrate e ciò che resta delle sue aree verdi. Per questo abbiamo presentato al Consiglio Comunale sette mozioni. Nella prima, la più importante, chiediamo che il Consiglio Comunale, compreso qualche componente della maggioranza, abbia un moto d’orgoglio e decida che la Giunta Comunale di Alessandrini non può prendersela anche con l’ultimo prato di Segrate facendosi beffe, con qualche cavillo, di ciò che il Consiglio Comunale aveva deciso. Con le altre mozioni, che verranno discusse solo se la prima verrà respinta, cerchiamo di salvare il salvabile”.
Le altre richieste di Segrate Nostra sono che la nuova strada e i parcheggi vengano pagati dall’immobiliare e non dai cittadini; la nuova strada abbia almeno una pista ciclabile e che venga sentito il parere della Commissione Paesaggio.
E conclude “Chiediamo al Consiglio Comunale di dire almeno questa volta: basta, basta, basta a tutto questo cemento”.
La situazione di Segrate
Il territorio comunale di Segrate in totale misura 17 kmq, in parte occupato da servizi sovracomunali: l’aeroporto di Linate, l’Idroscalo, la ferrovia con il grande scalo ferroviario di Redecesio, dove c’è anche il centro intermodale, e infine la ex dogana, un altro kmq dove dovrebbe sorgere un altro enorme centro commerciale, il Linate Westfield, che per dimensioni -circa 160.000 mq, sarà il secondo più grande d’Europa, secondo solo al recente Westfield di Londra.
Tra questo, i quartieri di pregio come Milano2 e S. Felice, le altre zone residenziali, le aree produttive importanti (Mondadori, IBM, Mediaset) e quelle occupate da medie e piccole imprese, il territorio comunale di Segrate è quasi tutto utilizzato. Rimangono liberi circa un milione e mezzo di mq, e l’attuale maggioranza (nata come PDL – Lega, spezzettata in più formazioni, col Sindaco e nove ex PDL proclamatosi Indipendenti) ha votato, lo scorso febbraio un Pgt che prevede di urbanizzare assolutamente tutto.
Una parte della città, quasi tutta la minoranza, associazioni e comitati, si sta opponendo a questa sparizione di terreno agricolo con l’evidente sostegno di una opinione pubblica sempre più diffusa, come testimoniano anche le diverse proposte di legge contro il consumo di suolo.
Il problema è che per costruire costa molto meno usare terreno vergine che riutilizzare quello già compromesso, per cui ci sono vaste aree dismesse, ma si continua a voler costruire sui terreni agricoli.