Antefatti e misfatti
sulla morte del bosco di Vione
Oltre 5.000 i contatti tra facebook e il sito dell’Associazione: il gran numero di persone che hanno letto l’articolo del criminale taglio del 13 marzo 2013 e la rabbia più che giustificata espressa nei numerosi commenti testimoniano che il fatto ha colpito duramente gli animi.
In questi giorni, insieme al Wwf, abbiamo potuto verificare meglio alcuni passaggi non chiari e approntare una strategia per costringere la Provincia di Milano e il Parco Agricolo Sud Milano a cambiare registro: perché l’azione criminosa contro una delle rare testimonianze del patrimonio boschivo del Parco, perpetrata dalla proprietà di Vione e dalla segheria Mazzetti di Mombercelli (AT), che ha effettuato il taglio dimostra incontrovertibilmente che le procedure di controllo esistenti hanno clamorosamente fallito.
Antefatti e misfatti
sulla morte del bosco di Vione
Oltre 5.000 i contatti tra facebook e il sito dell’Associazione: il gran numero di persone che hanno letto l’articolo del criminale taglio del 13 marzo 2013 e la rabbia più che giustificata espressa nei numerosi commenti testimoniano che il fatto ha colpito duramente gli animi.
In questi giorni, insieme al Wwf, abbiamo potuto verificare meglio alcuni passaggi non chiari e approntare una strategia per costringere la Provincia di Milano e il Parco Agricolo Sud Milano a cambiare registro: perché l’azione criminosa contro una delle rare testimonianze del patrimonio boschivo del Parco, perpetrata dalla proprietà di Vione e dalla segheria Mazzetti di Mombercelli (AT), che ha effettuato il taglio dimostra incontrovertibilmente che le procedure di controllo esistenti hanno clamorosamente fallito.
Antefatti inquietanti
Incredibilmente, il bosco di Vione non era considerato tale. Contro ogni evidenza, l’Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste), non sappiamo esattamente quando, ha cancellato l’area dal Pif (Piano di Indirizzo forestale che elenca le aree da tutelare) senza che alcuno se ne accorgesse! Il Comune di Basiglio, l’Ente Parco e la Provincia, che a suo tempo avevano chiesto l’inserimento dell’area boscata di 40.000 mq, non hanno fatto una piega, vale a dire: non hanno verificato che l’area fosse stata inserita nella cartografia che riporta le zone di tutela. Il fatto ha ricadute concrete: probabilmente significa che non si potrà procedere penalmente e che la sanzione sarà solo di carattere amministrativo.
Risposte concrete, non mistificazioni
Oggi, 21 marzo, dovrebbe essere presentata in provincia dal consigliere Pietro Mezzi (Sel) un’interpellanza urgente su quanto accaduto. “Ormai il danno è irrimediabile, ma qualcosa si può fare per il futuro -commenta Mezzi-. Credo che le richieste avanzate dall’Associazione per il Parco Sud Milano siano sensate e vadano sostenute con convinzione: è indispensabile che le autorizzazioni non siano semplicemente un fatto burocratico, ma siano legate a verifiche effettive”.
Anche Giovanni Gottardi, rappresentante delle associazioni ambientaliste nel Direttivo del Parco Sud, si è attivato. Al prossimo incontro, saranno messe sul tavolo richieste precise: sopralluoghi sia prima di consentire tagli di alberi sia nel momento in cui essi avvengono; inoltre, data e luogo devono essere pubblicizzati sul sito dell’Ente Parco, per dare modo anche alle associazioni ambientaliste, che dispongono di esperti, di verificare sul campo la correttezza delle operazioni.
Non accetteremo, sia chiaro, risposte evasive o minimizzanti sull’accaduto, come invece sono state date a livello informale. Le immagini, che trovate in questo video, testimoniano incontrovertibilmente lo scempio http://www.youtube.com/watch?v=OEtyexBsWTQ
Risposte evasive, come ad esempio quella del sindaco di Basiglio Flavio Cirillo, mancato deputato Pdl e sottosegretario in pectore nella giunta regionale di Maroni: al quotidiano Il Giorno, dopo un no comment, si lascia sfuggire la sorprendente affermazione “questione privata”. In questa maniera, il sindaco non difende il suo territorio e offende la sensibilità dei suoi concittadini che frequentavano il bosco o che ne godevano nel vederlo ergersi nelle campagne tra Vione e l’Oasi di Lacchiarella.
Né accetteremo il tergiversare o il rimpallo di responsabilità.
Risposte chiare e decisioni rapide.