L’esosa Trezzano s/Naviglio
vuole 350mila mq del Parco
ma la Provincia non approva
Spesso è uno sconforto esaminare i Piani di Governo del Territorio dei Comuni, ma con Trezzano si scende alla “depressione acuta”. Raramente si è visto un Comune pianificare il proprio sviluppo urbanistico con tale spregio delle norme basilari del Parco Sud, come la tutela dell’agricoltura, proponendosi di arraffare ben 350mila mq di aree protette, oltre a sfregiarle con la viabilità, vale a dire, la solita devastante strada Parco, proposta da numerosi Comuni nei loro PGT.
Al punto che l’Ente Parco e la Provincia di Milano, pur connotati dalla medesima maggioranza politica che regge Trezzano (Pdl-Lega), bocciano le pesanti intromissioni nei territori del Parco.
L’esosa Trezzano s/Naviglio
vuole 350mila mq del Parco
ma la Provincia non approva
Spesso è uno sconforto esaminare i Piani di Governo del Territorio dei Comuni, ma con Trezzano si scende alla “depressione acuta”. Raramente si è visto un Comune pianificare il proprio sviluppo urbanistico con tale spregio delle norme basilari del Parco Sud, come la tutela dell’agricoltura, proponendosi di arraffare ben 350mila mq di aree protette, oltre a sfregiarle con la viabilità, vale a dire, la solita devastante strada Parco, proposta da numerosi Comuni nei loro PGT.
Al punto che l’Ente Parco e la Provincia di Milano, pur connotati dalla medesima maggioranza politica che regge Trezzano (Pdl-Lega), bocciano le pesanti intromissioni nei territori del Parco.
La normalità in apparenza
A leggere superficialmente i dati, il PGT di Trezzano è simile a tanti dei Comuni. La crescita prevista della popolazione non è delle più elevate: 3.657 abitanti rispetto agli attuali 19.000, pari a un + 19%, valore significativo, ma che è la metà, ad esempio, di Rozzano (+36%).
I nuovi insediamenti sono disseminati in ben 24 Ambiti di Trasformazione (aree che il PGT intende modificare), tutti esterni, anche se, in qualche caso adiacenti, al Parco Sud. Il meccanismo prevalente è la trasformazione di aree produttive dismesse in nuovo residenziale, la cui superficie lorda di pavimento sfiora i 300 mila mq. A tutto questo va aggiunto una superficie di 226 mila mq di nuovi servizi.
Strumenti vecchi e nuovi di attacco al Parco
Se il PGT finisse qui, si potrebbe tirare un sospiro di sollievo. Ma ecco spuntare dal cilindro un nuovo strumento: gli Ambiti di Compensazione Ambientale (AC), “ritenuti strategici ai fini dell’organizzazione di ambiti naturali fruibili e di qualità, o comunque utili a perseguire finalità di interesse pubblico e generale”. La definizione, che si legge nel Documento di Piano del PGT, sembra innocua, ma diventa un grimaldello se applicata a terreni agricoli del Parco Sud, ben 350 mila mq suddivisi su tre ambiti (in verde scuro sulla mappa): l’AC1 è una lunga striscia di territorio lungo il Naviglio Grande, l’AC2 è posto a nord, suddiviso in due sub comparti a ridosso del Parco del Centenario, e l’AC3 lambisce la tangenziale ovest.
Nel PGT, per tali Ambiti, si prevede l’acquisizione della proprietà da parte del Comune, offrendo ai privati diritti edificatori, realizzabili in Ambiti di Trasformazione esterni al Parco. Si ripropone così quel meccanismo denominato perequazione, individuando un parametro di conversione di 20 mq di superficie a fronte di 1 mq dell’Ambito di Compensazione. Ci guadagna il costruttore, che può edificare in aree centrali e non in aperta campagna, e ci guadagna il Comune, che acquisisce terreni su cui realizzare servizi a pagamento, o rivenderli successivamente per fare cassa.
Ci perde il Parco, l’agricoltura e, a conti fatti, la collettività. Con questo meccanismo, l’Amministrazione di Trezzano ha inteso infatti scardinare per una vasta area l’agricoltura, la finalità primaria del Parco Sud, e per far ciò si mette addirittura contro la legge regionale 12/2005, che pur nella sua scelleratezza, prevede l’inapplicabilità dei meccanismi perequativi per i terreni agricoli.
L’Ente Parco, nelle sue prescrizioni, cancella questo meccanismo mangiacampi, azzerando la compensazione. Inoltre, come si legge nella delibera, l’agricoltura “deve essere in ogni caso conservata” e “le attrezzature per la fruizione, eventualmente previste, dovranno essere di tipo leggero, non dovranno alterare le caratteristiche ambientali e paesistiche dei luoghi e dovranno essere verificate in sede di Autorizzazione Paesaggistica”.
Un attacco più tradizionale ai territori del Parco il PGT lo sferra con il Corridoio della Strada Parco, tangenziale sud-ovest dell’abitato, lunga 6 km, che andrebbe a frammentare e marginalizzare aree agricole produttive, intercetterebbe il reticolo idrico, compresa l’asta del Naviglio Grande, attraverserebbe zone di tutela e valorizzazione paesistica e, per non farsi mancare niente, interesserebbe pure un’area a vincolo archeologico. Anche in questo caso, ferma la reazione dell’Ente Parco. Via l’opera dal Piano dei Servizi. Se ne riparlerà, ove dimostrata la sua effettiva funzionalità, solo nell’ambito di un processo condiviso.
Mattone a tutti i costi
Una volta tanto, non possiamo che valutare positivamente l’operato dell’Ente Parco. Ma dobbiamo purtroppo rilevare come Trezzano sul Naviglio abbia Amministratori che, in nome del mattone, non esitano a cancellare vasti terreni fertili, anche a costo di violare precisi dettami legislativi.
Un mix di insensibilità e ignoranza, che non comprende come lo sviluppo e il benessere dei cittadini, per i Comuni dl Parco, debba necessariamente passare dalla sua valorizzazione.