Desio e Cerro
due appuntamenti
per lo sviluppo sostenibile
Domani a Desio, alle 14,30 (vedi locandina nell’articolo) partecipiamo alla manifestazione per fermare la Pedemontana e lunedì 1° ottobre a Cerro al Lambro (centro civico G. Puecher, piazza Roma), alle 21, alla serata organizzata dal Comune per magnificare la TEM tramite Luciano Minotti, direttore tecnico di TE. Sono due appuntamenti importanti per chi crede che 10 miliardi di euro per realizzare Pedemontana, TEM e BreBeMI rappresentino non solo una voragine finanziaria che grava su tutto il sistema economico lombardo, ma anche un danno irreversibile per il territorio e la salute pubblica.
Desio e Cerro al Lambro
due appuntamenti
per lo sviluppo sostenibile
Domani a Desio, alle 14, 30 partecipiamo alla manifestazione per fermare la Pedemontana e lunedì 1° ottobre a Cerro al Lambro alle 21, alla serata organizzata dal Comune per magnificare la TEM tramite Luciano Minotti, direttore tecnico di TE. È proprio da Cerro che partirà la Tem, spaccando in due il Comune: “E’ partita l’autostrada degli inganni, quelli politici e imprenditoriali, degli inganni delle opere secondarie, della “compravendita” delle firme dei sindaci. Siamo stati ingannati da tutte le nostre istituzioni di ogni ordine e grado”, dichiara Kisito Prinelli, presidente dell’associazione per il Parco Sud, che aggiunge : “Chi avrebbe dovuto tutelarci ha concesso ogni cosa a chi si arricchirà a scapito della qualità della vita e della nostra salute. Il becero silenzio e la bieca mancanza di una vera politica ambientale da parte dei nostri amministratori, ha portato allo stravolgimento di molti territori e dell’identità già fragile del Sud Milano e del suo Parco”.
Due appuntamenti importanti da non mancare per chi crede che 10 miliardi di euro per realizzare Pedemontana, TEM e BreBeMI rappresentino non solo una voragine finanziaria che grava su tutto il sistema economico lombardo, ma anche un danno irreversibile per il territorio e la salute pubblica.
Gigantismo dannoso
Come ha evidenziato Legambiente, finalmente anche i media “scoprono” (dal Sole 24 ore al Corriere a Repubblica) che le autostrade non daranno ciò che hanno promesso, perché i progetti non sono realizzati in base ad una programmazione dei bisogni (emblematico il caso della BreBeMi, progettata per risolvere la congestione della A4 Milano-Brescia, prima che la realizzazione della quarta corsia risolvesse il problema). E ancora: perché sono troppo costose, perché il gigantismo non paga, come nel caso della Pedemontana, opera da cinque miliardi, che dovrebbe affrontare il serio problema di congestione della Brianza che, però, avrebbe richiesto opere per la mobilità point to point, non una gigantesca autostrada di attraversamento, di cui ben pochi saranno disposti a pagare il pedaggio, magari per spostamenti di 3-4 chilometri. E poi ci si è messa anche la sorte cinica e bara, che – tra crisi e aumento dei carburanti – ha fatto calare i flussi di traffico sulle autostrade anche di oltre il 10%… con conseguente tracollo di incassi per le società concessionarie autostradali.
Le associazioni ambientaliste ed i comitati, da anni impegnati a smascherare il bluff delle autostrade regionali lombarde, sottolineano come, facendo a meno di queste devastanti autostrade, non solo verranno salvati migliaia di ettari di buona terra agricola, ma si permetterà al sistema finanziario lombardo, pubblico e privato, di non gettare al vento miliardi di euro, che potranno invece essere meglio spesi per offrire credito e sostegno a imprese e famiglie, ma anche per fare le infrastrutture davvero utili.
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