Taglio degli alberi a Trenzanesio
interviene la Soprintendenza
Tante le urla lanciate, gli sos, le richieste di fermare lo scempio. Tra le altre vi è stata anche quella dell’Associazione Parco Sud e di Italia Nostra che, in data 31 maggio, hanno presentato richiesta alla Soprintendenza dei Beni architettonici e per il paesaggio di Milano di intervenire, trattandosi di un bene protetto (ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”.
Taglio degli alberi a Trenzanesio
interviene la Soprintendenza
Tante le urla lanciate, gli sos, le richieste di fermare lo scempio. Tra le altre vi è stata anche quella dell’Associazione Parco Sud e di Italia Nostra che, in data 31 maggio, hanno presentato richiesta alla Soprintendenza dei Beni architettonici e per il paesaggio di Milano di intervenire, trattandosi di un bene protetto (ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”.
La risposta dell’Ente –datata 15 giugno, ma pervenuta all’Associazione solo oggi- è: “Si comunica di avere avviato gli accertamenti con il Comune di Rodano al fine di verificare i presupposti per eventuali provvedimenti di competenza”.
Troppo tardi
Certo, ormai è come avere chiuso la stalla dopo che i buoi sono scappati, ma forse almeno qualcuno dovrà rispondere della grave perdita per l’ambiente e il territorio. Anche se per noi, a doversi assumere la responsabilità dello scempio del taglio degli alberi (oltretutto in un periodo di nidificazione degli uccelli) sono anche la Provincia di Milano e la Regione Lombardia, che hanno dato il via all’allargamento delle strade Cassanese e Rivoltana (e lasciamo perdere in questo contesto le considerazioni in merito a Bre.be.mi e Tem, collegate a tutto questo), sapendo di distruggere un grande valore culturale e paesaggistico che appartiene alla collettività. Che in cambio, avrà asfalto e cemento.
Perché dobbiamo continuare ad accettare passivamente tutto questo?
Purtroppo siamo davvero una minoranza, che si agita e si scaglia contro i giganti. Certo se si fosse in un numero “forte” per gridare NO a tutti questi soprusi sull’ambiente, forse anche i giganti potrebbero iniziare ad avere rispetto dei beni della collettività.