Nuovi ricorsi contro la Teem, anche i Sindaci sul piede di guerra
Complice il clima elettorale delle elezioni amministrative di primavera, sul fronte della Tem si stanno aprendo fronti inaspettati – di mobilitazione e di carattere legale – che lasciano intravvedere un quadro appena meno fosco e ingessato di quanto prospettato in precedenza.
Dall’agosto scorso, data dell’approvazione del progetto esecutivo dell’infrastruttura, tutto sembrava marciare a gonfie per i fautori dell’opera, con il passaggio positivo alla Corte dei Conti e l’approvazione definitiva della delibera Cipe nel mese di marzo.
Dichiarazioni precise davano per scontato l’avvio dei lavori in aprile, avendo racimolato anche 120 milioni di € a fronte di un investimento dell’ordine di 2 miliardi.
Ma due recenti eventi possono essere recepiti come un segnale di cambiamento importante.
Nuovi ricorsi contro la Teem, anche i Sindaci sul piede di guerra
Complice il clima elettorale delle elezioni amministrative di primavera, sul fronte della Tem si stanno aprendo fronti inaspettati -di mobilitazione e di carattere legale – che lasciano intravvedere un quadro appena meno fosco e ingessato di quanto prospettato in precedenza.
Dall’agosto scorso, data dell’approvazione del progetto esecutivo dell’infrastruttura, tutto sembrava marciare a gonfie per i fautori dell’opera, con il passaggio positivo alla Corte dei Conti e l’approvazione definitiva della delibera Cipe nel mese di marzo.
Dichiarazioni precise davano per scontato l’avvio dei lavori in aprile, avendo racimolato anche 120 milioni di € a fronte di un investimento dell’ordine di 2 miliardi.
Ma due recenti eventi possono essere recepiti come un segnale di cambiamento importante.
Il movimento ruggisce
Domenica 18 marzo si è svolta nel presidio permanente di Cascina Bragosa, a Pessano con Bornago, l’assemblea generale del movimento No Tem. Un successo su tutti i fronti: la grande varietà delle presenze – dai giovani agli agricoltori, dalle associazioni strutturate alle figure storiche della difesa del territorio – e il numero di partecipanti. Tanto che da assemblea si è trasformata in corteo di centinaia di persone che, nonostante la pioggia, ha sfilato nel paese.
I No tem hanno rovinato anche un grande spottone elettorale del Sindaco di Melegnano Vito Bellomo (PdL), che lunedì 26 marzo aveva invitato l’Amministratore della Tem Fabio Terragni e il Presidente della Provincia Guido Podestà. Una breve ma incisiva contestazione ha agitato irrimediabilmente il clima ovattato della serata, come testimonia la foto tratta dal Giorno.
I Sindaci alzano la testa?
Martedì 27 marzo, la biblioteca di Paullo ha ospitato un incontro-conferenza stampa con i Sindaci di Agrate, Melzo e Paullo (tre tra i Paesi più importanti del devastante tracciato autostradale). Per gli Amministratori il progetto passato al Cipe è stata una mazzata: più di 100 osservazioni inerenti mitigazioni mille molte promesse – a cominciare dai prolungamenti delle metro 2 e 3 – sono state respinte in venti minuti di discussione, senza neanche premurarsi di rispondere.
Paullo depositerà il ricorso al Tar del Lazio entro i primi di aprile, seguito da iniziative analoghe di altri 4-5 Sindaci.
Ma sono stati i toni, mai così alti, a impressionare. L’Accordo di Programma tra Sindaci, Provincia, Regione e Ministero delle infrastrutture è stato dichiarato “carta straccia”, mancando tutte le mitigazioni e compensazioni promesse e sottoscritte.
Di accuse ce n’è per tutti. La Provincia di Milano che, per bocca del Sindaco di Agrate Ezio Colombo “prima si impegna a realizzare le opere di mitigazione e poi le nega nei consigli di Amministrazione”. Ancora più esplicito il sindaco di Paullo Claudio Mazzola “L’assessore della Provincia di Milano De Nicola ha affermato che il prolungamento delle linee del Metro 2 e 3 è un errore, ed è proprio lui che l’Accordo di Programma designava per portare avanti queste infrastrutture”.
Strali anche contro l’Assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo, reo di “aver sgretolato l’Associazione dei Sindaci con abilità e furbizia, convocandoli singolarmente, ad uno ad uno”. Per i 32 km della nuova tangenziale esterna sono state promesse “piccole tangenti comunali”, ovvero, oltre alle già citate metropolitane, ben 34 km di strade annesse, campi di calcio e quant’altro.
Ma pesante è stato anche il giudizio sul passato Governo Berlusconi, nella figura del sottosegretario Roberto Castelli che, di fronte alla richiesta di rispettare gli impegni e finanziare il 50% dei prolungamenti delle metropolitane, ha risposto “chiedeteli a Di Pietro” (Ministro firmatario dell’Accordo di Programma).
Durissimi i giudizi sullo sfascio del territorio che porterà la nuova arteria autostradale. L’opera non sta in piedi finanziariamente, le banche non credono nella remuneratività (il progetto parla di 2,5 miliardi di entrate a fronte di investimenti per 1,7 miliardi) e invece del project financing si vanno a chiedere soldi alle casse pubbliche (Cassa Depositi e prestiti e Banca Europea d’Investimenti). I 120 milioni racimolati per l’avvio dei lavori sono briciole: i cantieri di avvio rischiano di rimanere ferite aperte nel territorio per anni. E le nuove cave che verranno aperte per alimentare i cantieri rappresentano un ulteriore sfascio insostenibile.
I toni accorati dei Sindaci hanno trovato facile sponda tra i presenti alla serata. I No Tem hanno chiesto di “difendere le nostre comunità. Anche la Tem deve sottostare alle regole e alla volontà dei cittadini. Se ci sarà l’inaugurazione farlocca di qualche cantiere, vogliamo a protestare anche voi con le fasce tricolori”. Anche Coldiretti, nella persona di Christian Iosa, ha usato toni duri. “Il mondo agricolo paga un grande scotto: i 32 +34 km di strade taglieranno in due molte aziende agricole”. Queste grandi opere si portano poi appresso ulteriore decurtamento di suolo fertile, con capannoni e centri commerciali. “I ricorsi al Tar dei comuni sono importanti, perché per i nostri associati i costi sono improponibili”.
Costi che hanno svenato anche le associazioni ambientaliste come la nostra, ma che continueranno a non demordere.